Il devoto della Sacra Famiglia, per il fatto che si adopera a venerarla e a glorificarla, esercita eminentemente il dovere che ha di venerare ed esaltare il suo Dio, perché in questa augusta Famiglia egli esalta, come in un modello divinamente ordinato, ed in un’immagine umanodivina, la Santissima Trinità.
Ecco le bellissime e splendide cose che intorno a ciò lasciò scritte il devoto Cornelio ALapide nel suo commentario sul capitolo primo di San Matteo (versetto 18): «In questo matrimonio e famiglia di San Giuseppe con la Vergine Maria si trovava l’immagine della Santissima Trinità e voglia il vero, San Giuseppe rappresentava l’Eterno Padre, la beata Vergine lo Spirito Santo, perché era santissima e perché aveva concepito per opera dello Spirito Santo, Cristo poi rappresentava se stesso, cioè il Figlio di Dio.
Perciò: 1°) così come nella Santissima Trinità c’è una sola essenza della divinità in tre persone, così qui era uno solo il matrimonio e una sola la Famiglia composta di tre persone, cioè Giuseppe, Maria e Gesù.
2°) Come nella Santissima Trinità il Padre genera spiritualmente il Figlio e effonde lo Spirito Santo, così la Beata Vergine, spiritualmente, non carnalmente, cioè per virtù dello Spirito Santo, concepì e partorì Gesù Cristo.
3°) Nella Santissima Trinità il Padre genera il Figlio come la luce genera la luce, per cui nel Credo diciamo luce da luce, Dio vero da Dio vero, così la beata Vergine, quale stella del mare, diede alla luce Cristo, il quale è candore dell’Eterna luce e specchio senza macchia (Sap 7, 5).
Come senza sua corruzione la stella vibra il suo fulgido raggio, così senza nessuna lesione (della sua integrità) la Vergine generò Cristo che è la Luce del mondo. Perciò San Bernardo nella seconda omelia (super miss est), dice che né il raggio scema alla stella la sua chiarezza, né il Figlio diminuì la sua interezza alla Vergine. Per cui anche il detto di Simeone riguardo a CristoAuce per illuminare il tuo popolo…» (Lc 2, 32).
Questa Famiglia fu dunque tale, come un cielo terrestre di tre, non tanto uomini, quanto angeli corporei, anzi, come di tre simboliche persone divine. Per la qual cosa è non c’è dubbio che una tale Famiglia sarà stata frequentatissima dagli Angeli in servizio alla Vergine come della Regina del Cielo, di Cristo come a loro Signore e Dio.
Davvero gli Angeli pieni di stupore desideravano vedere il Verbo Incarnato. Pertanto quella casa, dice Ruperto (in comm.), era come un cielo ammirevole che celando il mistero, fosca al di fuori ma bella al di dentro, come i tabernacoli di Cedar e come le pelli di Salomone (Ct 1, 5). Ecco perché Giovanni Gersone (nel Sermone della Natività) fuori di sé esclama: “O quanto era amata quella famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe dalla Trinità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo! Non c’era cosa più cara né migliore sopra la terra. Il cielo invidiava alla terra tali abitatori, certamente più degni del cielo che della terra”».
Gesù, Giuseppe e Maria, o Famiglia gloriosissima ed ammiranda! E’ ben vero che l’augustissima Trinità creatrice dell’universo ha come impresso un vestigio di sé in tutte le cose e che scolpì nell’uomo una sua tale somiglianza che lo formò come una sua immagine creata e finita; ma se c’è una cosa che ora nel cielo e un tempo sulla terra rappresentasse al vivo, Dio uno e trino, siete voi, o amabilissimi personaggi, col vincolo della vita familiare tra voi congiunti; siete voi o Gesù, Giuseppe e Maria: tu vero e consustanziale Figlio di Dio; tu, o gran Donna, che occupi il posto dello Spirito Santo; tu, o Patriarca avventuratissimo, che fai le veci del divin Padre in questa Famiglia che può ben dirsi divina.
Oh, quanto ci compiacciamo, o Gesù, Giuseppe e Maria nel riconoscere in voi così ineffabile altezza e nella vostra Famiglia una così perfetta immagine della Santissima Trinità.
Noi pertanto pieni di stupore e di riverenza ce ne stiamo prostrati dinnanzi a voi e vi supplichiamo col cuore sulle labbra di un favore che non ci dovete negare. Gesù, Giuseppe e Maria, innamorateci di voi, come della nostra vera famiglia; di te o Maria, che sei la nostra amabilissima madre; di te, o Giuseppe, che sei il nostro padre carissimo; e di te, o Gesù, che ti degnasti chiamarci tuoi amati fratelli.
O Triade Santissima di Gesù, Giuseppe e Maria, venite col vostro amore ad abitare nell’umile casa del nostro cuore. Noi tutti quanti ve ne facciamo un dono; dono sincero, dono irrevocabile, dono eterno. Voi accettatelo benignamente e prendetelo per vostra continua dimora. Di questo resteremo contenti e beati, perché soggiornando voi nel nostro cuore, avremo in esso inabitante altresì la Trinità divina e con essa il Paradiso. Amen.
Segue la consacrazione.
Preghiamo
O Dio, che volesti che il tuo Unigenito Figlio, vivente nel tuo Cuore da tutta l’eternità, vivesse e regnasse nel Cuore della Vergine Maria e del suo santissimo sposo per sempre, concedici, ti preghiamo, di venerare continuamente questa Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, che vissero in un cuor solo e un’anima sola; e di compiere con cuore generoso e anima pronta la tua santa volontà in tutte le cose, in unione ai santi Angeli, per meritare di essere trovati da Te conformi al tuo Cuore. Per Cristo nostro Signore. Amen.
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