O Maria, sia benedetto il saluto che vi diede l’Angelo di Dio nel suo annuncio…
SETTIMO GIORNO – «In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini» (Gv 1,4).
Sia benedetto, o Maria, il beato momento in cui il Figlio di Dio si vestì della tua carne.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
PREGHIAMO – O Dio che tramite l’annuncio dell’Angelo ci hai fatto conoscere l’incarnazione del tuo Verbo nel grembo verginale di Maria, Ti preghiamo di guidarci fino a Te per i meriti della Passione e della Croce di tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo e per l’intercessione dell’Immacolata sempre Vergine Maria, sua e nostra tenera Madre.
Meditando i Vangeli si arriva alla conoscenza del Gesù storico. Potrebbe anche sembrare una figura mitica per la grandezza delle opere da lui compiute.
Egli non si pose contro le usanze umane mosso da desiderio di primeggiare o di distinguersi per vanagloria. Era diverso dagli altri. Ancora oggi continua ad insegnarci un modo diverso di agire, di pensare, di giudicare, di vivere.
Incantevole, per esempio, è il suo comportamento con la donna colta in adulterio. La legge, quella degli uomini costruita anche su pseudo convinzioni religiose, prescriveva la condanna alla lapidazione. Gli accusatori non se ne facevano uno scrupolo anche perché volevano osservare il comportamento di quel profeta che parlava ed agiva in maniera diversa. Volevano trovare capi d’accusa contro di lui. Gesù, con dignità e forza, si chinò per terra ed esortò chiunque non avesse peccato a scagliare la prima pietra.
La domanda che ci facciamo oggi non è sulla ipocrisia degli accusatori o sulla bontà di Gesù. La domanda la rivolgiamo a noi stessi. Qualcuno crede di appartenere alla categoria degli impeccabili? Chi può dirsi giusto davanti a Dio? Chi può proclamarsi innocente? Chi non ha da arrossire per le sue manchevolezze?
II Signore Gesù non è venuto per condannare. Egli è salvezza universale. Tutti egli perdona, salva, redime. Si china per terra, tocca la nostra debolezza estrema e poi ci ripete: “Io non ti condanno. Ma va’ e non peccare più”.
Chiunque vuole amare come egli ha amato deve imparare a perdonare sempre e tutti.
Sei entrato nella mia vita, Signore Gesù, col tuo amore. Fa’ che io entri nella tua, col mio amore.
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