O Maria, sia benedetto il saluto che vi diede l’Angelo di Dio nel suo annuncio…
QUINTO GIORNO – «Avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38).
Sia benedetta, o Maria, la perfetta adesione con cui rispondesti alla Volontà di Dio.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
PREGHIERA – O Dio che tramite l’annuncio dell’Angelo ci hai fatto conoscere l’incarnazione del tuo Verbo nel grembo verginale di Maria, Ti preghiamo di guidarci fino a Te per i meriti della Passione e della Croce di tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo e per l’intercessione dell’Immacolata sempre Vergine Maria, sua e nostra tenera Madre.
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– Nel Gran Sinedrio tutti erano contrari a Gesù: i capi, Caifa, i testimoni. Nicodemo e Giuseppe di Arimatea erano assenti. Il processo era solo una formalità, perché la condanna a morte era stata già decisa da tempo; per questo erano stati preparati molti falsi testimoni.
Rifletti
– Gesù, il giudice divino al quale il Padre ha affidato ogni giudizio, è davanti alle sue creature per essere giudicato e condannato. Molti Lo accusano falsamente e si contraddicono. Gesù risponde con il silenzio più assoluto: non si difende, non dice una parola. Tutti sono imbarazzati per questo comportamento inatteso. Mai hanno visto un accusato, in pericolo della condanna capitale, comportarsi in questo modo.
– Allora interviene direttamente Caifa e sollecita Gesù a parlare, a rispondere alle accuse, a discolparsi. Gesù risponde ancora una volta con il silenzio. Caifa allora interroga Gesù sul punto essenziale: “Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio” (Mt 26,63). Gesù, interrogato in nome di Dio, non può più tacere e per questo parla. Davanti all’assemblea più importante del paese, con la consapevolezza di attirarsi la condanna a morte, afferma apertamente che egli è il Figlio di Dio: “Io lo sono”.
– Questa testimonianza era attesa come prova decisiva di colpevolezza; Caifa si straccia le vesti, come se avesse ascoltato la più grande bestemmia; tutti sentenziano che Gesù è degno di morte.
– Nel paradiso terrestre Dio aveva condannato l’orgoglio dell’uomo che si voleva fare “come Dio”; ora è l’uomo orgoglioso che condanna a morte il Figlio di Dio, perché afferma di essere Dio. Ma Gesù si riserva l’ultima parola: “Vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo”. L’ultimo giudizio, quello definitivo, sarà il suo.
Confronta
– Medita sul silenzio di Gesù. Accusato falsamente, Gesù tace. “Maltrattato, si lasciò umiliare e non apri la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non apri la sua bocca” (Is 53,7). Tanti Santi hanno seguito l’esempio di Gesù fino all’eroismo. Impara anche tu a tacere e accettare per amore di Dio qualche umiliazione.
– Non voler giudicare il tuo Dio quando non comprendi il suo modo di agire. Anche tu dovrai comparire un giorno davanti al Giudice Divino; ma se Lo avrai riconosciuto e trattato come Padre, il suo sarà il giudizio d’amore e di salvezza di un Padre.
– Gesù è giudicato reo di morte, perché ha detto la verità. Impara a non mentire mai, a costo di qualunque sacrificio. Non giudicare e non condannare nessuno, se non vuoi essere giudicato e condannato.
Pensiero di san Paolo della Croce: “Ricordatevi che nelle sofferenze Gesù taceva, riceveva pugni, schiaffi, sferzate e taceva; Lo ingiuriavano e bestemmiavano, e taceva… O silenzio santo che è la chiave d’oro che custodisce il grande tesoro delle sante virtù! Ne abbia grande rispetto, lo pratichi molto. Nelle occasioni si capisce chi è fedele, cioè quando è turbata, contrastata, contraddetta, e quando le creature la inquietano, io non voglio altro da lei, figliola, se non che stia zitta” (Cf. L.111, 384).
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