Il primo dei nomi che Papa Francesco ha pronunciato annunciando i nuovi cardinali all’Angelus è stato quello del nunzio apostolico a Damasco, mons. Mario Zenari, che – anche dopo il Concistoro del 19 novembre – resterà accanto alla popolazione siriana martoriata dalla guerra. Alessandro Gisotti ha raccolto la sua testimonianza subito dopo l’annuncio del Papa:
R. – E’ stata per me un’emozione che mi ha anche sconvolto, effettivamente… E’ stata una sorpresa: una sorpresa! Ringrazio di cuore il Santo Padre, perché questa porpora va alla Siria, alle vittime della Siria, a tutti coloro che soffrono per questo terribile conflitto. Quindi la porpora è per questa gente, per i tanti bambini che soffrono, per tanta povera gente che paga le conseguenze di questo terribile conflitto.
D. – Il Papa ha sottolineato che lei resta nunzio in Siria, come a dire “ci sono anche io con lui”…
R. – Direi che il Papa – sì – usa parole, parole molto forti anche nei suoi messaggi e in questo caso usa anche un avvenimento, quello di creare cardinale uno che è nunzio in Siria. E qui direi che è un avvenimento molto, molto eloquente: è qualcosa di nuovo, un nunzio cardinale che rimane nunzio lì nella nazione in cui è!
D. – Dopo tanto impegno per la pace in questa terra martoriata, che cosa pensa potrà dare di più il cardinale Zenari adesso per la Siria?
R. – Come mia umile persona credo che non faccio molto conto, però vorrei che questo segnale del Santo Padre venga utilizzato il più possibile. Il mio impegno è quello che è… però dietro c’è questo appoggio! E sento la forza, sento la spinta, sento questo segnale forte del Santo Padre dietro la mia povera persona e i miei limiti…
Quindi mi sento incoraggiato e posso dire che questa missione come nunzio è veramente incoraggiata e sostenuta dal Santo Padre. E porterà qualche beneficio certamente in più questo segnale di vicinanza, anche in questa maniera così nuova che il Papa ha voluto.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)