La cosa che più ci ha colpito, la prima volta che ci siamo stati? I giovani assorti in preghiera. Magari inginocchiati a terra. Non ci eravamo abituati. L’età minima per queste cose pensavamo fosse oltre i 50. E ancora ancora… Invece a Medjugorje ci siamo trovati tutti questi ragazzi provenienti da ogni parte del mondo… e non erano sfigati… Per noi è stato sconvolgente. La nostra conversione è legata in maniera speciale a questo luogo di grazia.
Ogni anno ci torniamo, soprattutto in occasione del Festival dei Giovani, e cerchiamo di portarci un po’ di amici. Succede sempre così: all’inizio sono titubanti, poi non vorrebbero tornare indietro. Le loro espressioni cambiano. Il Festival del Giovani è una piccola GMG. La fede dei ragazzi è contagiosa.
Poi c’è un’orchestra che suona in maniera incredibile. Quest’anno abbiamo deciso di fare qualche ripresa, in particolare Anita ha questa passione… non c’era però la canzone… La canzone è nata dopo, al ritorno… L’abbiamo chiamata “Medjugorje” e basta. Volevamo che fosse un pezzo essenziale. Poche cose, senza tante manie di perfezione.
Una cosina breve, scarna. Per noi Medjugorje è soprattutto stupore. Stupore di essere Chiesa. Si ha proprio l’idea di cosa sia la Chiesa, con le sue infinite facce. Ma un unico centro. Lui. Il centro di Medjugorje è Cristo. Ma al centro non ci si arriva da soli: bisogna farsi mandare dalla Mamma.
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Redazione Papaboys