Crescita economica e sostenibilità ecologica possono camminare insieme per la salvaguardia dell’ambiente e del creato. Questa la tesi del rapporto della Commissione mondiale sull’economia e il clima, presentato ieri a Roma. L’evento è stato promosso dall’Ambasciata di Olanda presso la Santa Sede e avviene a poche settimane dalla pubblicazione dell’attesa Enciclica di Papa Francesco sui temi ambientali. Il servizio di Michele Raviart per la Radio Vaticana:
Gratitudine e obbligo di custodire l’ambiente sono i doveri dell’uomo davanti al dono di Dio della creazione. Per questo la terra e le sue risorse devono essere salvaguardate e accessibili a tutti, compresi i poveri e le nuove generazioni. Per fare questo è necessaria una “conversione ecologica” dell’uomo, come ci spiega il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace:
“La conversione ecologica è proprio una conversione della maniera in cui ci comportiamo nei confronti della creazione, dell’ambiente. Quindi, la conversione ecologica è la conversione del cuore della persona nei confronti dell’ambiente. E la vita degli uomini dipende dall’ambiente”.
Finora uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo di politiche sostenibili per l’ambiente è stato il timore che queste potessero rallentare la crescita economica. Questa relazione è evitabile, spiega il cardinale Turkson, con un “buon lavoro”, che rispetti la dignità dei lavoratori e valorizzi i loro talenti; una “buona ricchezza”, che sia ridistribuita equamente; e “buoni prodotti” utili all’umanità:
“Adesso si cerca di incoraggiare il mondo dell’impresa a riconoscere il fatto che questo affare del cambiamento climatico non significherà la fine dell’impresa. L’impresa è volta alla produzione. Che questi prodotti, quindi, siano buoni e rispondano proprio ai bisogni delle persone, alle esigenze delle persone e non al profitto”.
Anche perché, ha ricordato il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, in un messaggio per il Convegno, “quando il futuro del pianeta è in gioco, non ci sono frontiere politiche, barriere o muri dietro i quali nasconderci dagli effetti del degrado ambientale e sociale”. Non c’è spazio quindi, come ha ricordato Papa Francesco, per la globalizzazione dell’indifferenza, dell’economia dell’esclusione e la cultura dello scarto. Sentiamo il cardinale Donald Wuerl, arcivescovo di Washington:
“I think, what Pope Francis has been saying to us…
Quello che, penso, Papa Francesco ci stia dicendo è che dobbiamo guardare all’ambiente, ma dobbiamo guardarlo come qualcosa che include lo sviluppo umano. Non si tratta solo della protezione della Terra, dell’acqua, del cielo e dell’aria di cui stiamo parlando, ma anche dello sviluppo umano e di questi due aspetti che, assieme a tutte le iniziative umane, lavorano per creare una ecologia umana sostenibile. Penso che questo sia quello che il Papa sta sottolineando”.
L’imminente Enciclica di Papa Francesco sarà un passaggio decisivo per sensibilizzare i leader mondiali sui temi ambientali. Ne è convinto Felipe Calderon, ex presidente del Messico e presidente della Commissione mondiale sull’economia e il clima.
“Los dos grandes temas…
I due grandi temi che minacciano, in qualche modo, il benessere dell’umanità nel futuro sono il divario tra ricchi e poveri e tra l’uomo e la natura. E il Papa sta contribuendo in maniera poderosa a chiudere questi due divari. Stiamo esaurendo il pianeta e non solo questo: il nostro passaggio erosivo, distruttivo dell’ambiente, in particolare la nostra responsabilità in ambito climatico, sta colpendo e minacciando il nostro futuro. E richiede uno slancio di natura morale, come quello che ha il Papa, per mettere le cose a posto”.
Per contrastare lo sfruttamento delle risorse e gli effetti nocivi del cambiamento climatico – il 2014 è stato l’anno più caldo da quando si registrano le temperature – il rapporto della Commissione prevede un investimento mondiale di 90 mila miliardi di dollari in 15 anni, in tre settori chiave: le città, l’energia e un migliore sfruttamento del suolo.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana