E’ in corso il summit dei 20. Il democratico nobel della pace e presidente degli Stati uniti d’America, si mostra determinato nel portare avanti la guerra che lui stesso ha definito “intervento limitato”. Ora la guerra nella strategia politica americana si chiama azione circoscritta? Obama, vuole rassicurare l’opinione pubblica presentando l’intervento militare come qualcosa di innocuo. Secondo l’alto esponente politico americano servirebbe per punire Hassad, il quale a sua volta avrebbe usato armi chimiche contro la popolazione. Tutto da dimostrare. Tutto da chiarire. Paradossalmente se un altro presidente avrebbe fatto le stesse dichiarazioni, si sarebbero scatenate critiche e prese di distanza di proporzioni spaventose. I media non avrebbero dato tregua- insieme agli studenti ed ai centri sociali-, all’idea di attaccare militarmente un paese sovrano. Come mai non succede la stessa cosa per la Siria? Attendiamo fiduciosi le stesse reazioni di sdegno. Veniamo alla cronaca:
Obama sbarca a San Pietroburgo e cerca di superare l’isolamento internazionale. Fredda stretta di mano con il presidente russo. Dopo la cerimonia di apertura, tutti i leader hanno partecipato a una cena di lavoro al Peterhof, la Versailles degli zar, conclusa da uno spettacolo musicale. Vladimir Putin ha chiesto di discuterne durante la serata, ma la Casa Bianca avverte: sulle prove contro Assad no a “un dibattito senza fine”. Anche Angela Merkel frena: “Non c’è accordo sulla responsabilità dell’attacco con armi chimiche”. Il premier Letta ha ribadito la sua tendenza al “multilateralismo”. Hollande punta sugli incontri bilaterali di domani con Obama e Putin. La dichiarazione più forte è stata quella del presidente nero ha affermato: “Putin non si decide”, presentandolo come un qualsiasi politico di bassa lega di cui non fidarsi.
Per il presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy: “Sulla Siria non c’è alcuna soluzione militare, esiste solo una soluzione politica”. Il viceministro delle finanze cinese Zhu Guangyao avverte: “Un’azione militare avrebbe un impatto negativo sull’economia globale, in particolare sul prezzo del petrolio, causandone un aumento”.
Papa Bergoglio, ha inviato una lettera ai leader del G20, indirizzandola a Putin: “Fermare il massacro, in nome di Dio e dell’umanità”. Sempre più adesioni, anche dal mondo islamico, per la giornata di preghiera e digiuno per la pace prevista per sabato 7 settembre. Intanto Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha annunciato che il Rappresentante speciale per la Siria, Lakhdar Brahimi, è diretto in Russia per aiutarlo a mettere in piedi, a margine del G20, una Conferenza internazionale sulla Siria. L’Iran difende Assad L’Ayatollah Ali Khamenei torna ad ammonire le potenze occidentali: “Gli Usa usano le armi chimiche come pretesto per attaccare la Siria”.
Intanto, in Siria un video, che risalirebbe ad aprile, mostra i ribelli che giustiziano i soldati di Assad. L’agenzia governativa siriana Sana riferisce dell’esplosione di un’autobomba a Damasco che avrebbe causato la morte di quattro persone: la responsabilità dell’attentato sarebbe dei “terroristi” come il regime definisce i ribelli. La situazione internazionale è molto complessa e delicata. Andiamo avanti senza scoraggiarci. Sosteniamo la causa della pace con coraggio e convinzione.
don Salvatore Lazzara