Sant’Egidio, è stato un eremita (e forse abate) di un monastero nel sud della Francia; viene invocato contro le paure.
Poche le notizie sulla vita del santo. La più antica recensione della sua vita, databile al X secolo e riportata anche dalla Legenda Aurea, narra che Egidio, venuto in Gallia da Atene, dopo una breve sosta in Provenza si era ritirato a vivere in vita eremitica in un luogo deserto della Settimania (antica regione francese), in compagnia soltanto di una cerva che gli offriva il suo latte.
Durante una battuta di caccia l’animale si salvò perché Egidio fu colpito al suo posto da una freccia scagliata dal re dei Goti, rimanendo ferito ad una gamba. Il sovrano donò allora all’eremita delle terre sulle quali egli costruì un monastero che divenne una grande abbazia di cui divenne abate.
Diffusasi ormai la sua fama di santità, Egidio fu invitato da Carlo Martello o per altri Carlo Magno, che lo supplicò di pregare per ottenergli il perdono di una colpa che non osava confessare a nessuno.
La domenica successiva, mentre celebrava la messa, apparve ad Egidio un angelo che depose sull’altare un biglietto sul quale era scritto il peccato segreto del sovrano, che così poté essere perdonato.
In seguito Egidio si sarebbe recato a Roma per porre il suo monastero sotto la protezione papale, ottenendo dal pontefice privilegi che sottraevano il cenobio ad ogni altra ingerenza.
Morì poco dopo il ritorno da Roma. Sul luogo della sua cripta, sul finire del IX secolo, venne costruita una basilica nella quale, in una tomba di età merovingia, si sarebbe conservato il suo corpo.
La località, posta nella regione di Nîmes, prese da allora il nome di Saint Gilles du Gard. L’abbazia di sant’Egidio divenne luogo di numerosi pellegrinaggi soprattutto nel X secolo. Coloni francesi, valloni e sassoni diffusero nel Medioevo il culto di sant’Egidio anche nelle terre orientali d’Europa, in particolare in Slovacchia, Ungheria e Transilvania.
È venerato come patrono dei lebbrosi, storpi, tessitori, fabbri, allattamento, disabili, epilettici, foreste, eremiti, cavalli, poveri, pecore e numerosi comuni italiani.
Viene invocato contro le paure, il delirio della febbre e la follia.
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O nostro Grande Protettore Sant’Egidio Abate, che nella tua vita hai osservato costantemente i consigli evangelici, ottienici dal Signore la grazia di farci illuminare e guidare dalla sua Parola e non dai piaceri di questa vita.
Come nostro amato protettore allontana da noi le discordie, le rivalità, la superbia, gli egoismi; donaci il tuo aiuto perchè possiamo vivere secondo l’umiltà, povertà, preghiera e penitenza praticare il vero amore secondo le parole di Gesù per vivere nella pace.
Difendici dai mali del corpo e dello spirito, proteggi il paese, le sue famiglie e i suoi abitanti da ogni disgrazia e da ogni male, e soprattutto ottienici la grazia della nostra salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.
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