La storia del Santuario della Madonna dello Scoglio, è legata a doppio filo con quella di Fratel Cosimo, infatti, l’uomo ha più volte ricevuto la visita della Santissima Vergine.
A Placanica (RC), da quasi mezzo secolo il popolo di Dio confluisce a gruppi e singolarmente per pregare la Vergine Santissima. Un flusso interminabile di pellegrini, che nel tempo continua a crescere, fedeli di ogni classe sociale e provenienza che si recano al Santuario della Madonna dello Scoglio ritrovando in esso l’incontro con Dio, attraverso i sacramenti della riconciliazione e dell’Eucaristia.
Qui l’11 maggio 1968 la Madonna appare su una rupe a Cosimo Fragomeni (Fratel Cosimo), umile pastore di 18 anni: è la prima di una serie di manifestazioni e di miracoli che nel corso degli anni hanno attratto migliaia di fedeli che, avvolti dalla spiritualità di Fratel Cosimo, si riuniscono a pregare, chiedendo guarigioni e grazie.
Nasce nella borgata di ‘Santa Domenica’, il 27 gennaio 1950; primogenito di due figli dei coniugi Ilario Fragomeni e Maria Mazzà, gente umile, impegnata a coltivare la terra. Da Bambino condivide volentieri la fatica e il lavoro dei suoi cari aiutando il padre ad accudire il gregge nella quiete solenne della natura, incomincia a pregare e meditare.
Tante le circostanze straordinarie e prodigiose che scandirono la sua verde età, fatti misteriosi (non aveva ancora compiuto un anno e già il piccolo Cosimo cominciò a fare esperienza della sofferenza) che costituiranno chiare indicazioni del suo santo e luminoso avvenire. Esperienze mistiche riportate fedelmente e dettagliatamente in una trentina di lettere, in alcune delle quali Cosimo Fragomeni racconta delle apparizioni della Vergine Immacolata, avvenute, dall’11 al 14 maggio 1968, all’imbrunire, mentre si accingeva a rientrare a casa dopo una giornata di duro lavoro nei campi su un enorme masso coperto da cespugli e rovi divenuto, da allora, ‘Lo Scoglio delle apparizioni’, meta incessante di pellegrinaggi.
Nella sua stanzetta fredda e umida (che minerà il suo giovane corpo già provato dai digiuni e dalle mortificazioni) e che diventerà luogo privilegiato di tante manifestazioni mistiche straordinarie, sempre riferite dal giovane a don Rocco Gregorace, (sacerdote, all’epoca, di Placanica) che per primo ebbe il privilegio di conoscere le sue confidenze. Pur essendo senza istruzione ( per aiutare in famiglia, Cosimo, sarà costretto ad interrompere gli studi in prima media) la sua lingua si distingue per le sottigliezze teologiche e per il gergo erudito. Diventato per tutti fratel Cosimo, dopo avere scelto il duro cammino della penitenza e della preghiera, in particolare di quella preghiera tanto gradita alla Madonna, il Santo Rosario, testimonia la profonda unione con Cristo sofferente che si manifesta in una amorevole carità verso i malati.
…Il giorno 11 Maggio dell’anno 1968, poco prima dell’imbrunire, stavo rientrando a casa dal lavoro dei campi e portavo sulla spalla un fascio d’erba per gli animali. Mentre passavo, proprio dirimpetto allo Scoglio, mi sono visto improvvisamente abbagliato da una grande luce. Mi sono fermato, ho alzato la testa per vedere cosa era successo, ma non ho visto nulla. Appena mi sono rimesso a camminare, come se qualcuno mi dicesse di guardare verso lo Scoglio, guardai e mi sono visto davanti agli occhi, proprio sulla sommità dello Scoglio, una dolce figura di una giovane donna, di carnagione scura, sui 18 anni di età, con i capelli lunghi di colore castano scuro.
Era scalza, con le mani giunte, tutt’attorno circonfusa da un alone di fulgidíssima luce e dietro le spalle si vedeva come un sole luminoso, dai lunghi raggi dorati. Indossava un vestito bianco come la neve, una cintura e un manto azzurro, un velo bianco trasparente in testa, cosparso di stelle e al polso un luccicante rosario di perle.
In quel momento ho sentito come un brivido attraversare il mio corpo, fui preso da un forte senso di paura e stavo per scappare. Ho pensato infatti si trattasse di qualche spirito, anche se dall’aspetto sembrava la Madonna.
La giovane donna, dall’alto dello Scoglio, fece un inchino con la testa, distolse le mani e mi fece cenno di non scappare, dicendomi con voce amabile e scandendo le parole piano piano:
“Non avere paura, vengo dal Paradiso, io sono la Vergine Immacolata, la madre del Figlio di Dio. Sono venuta a chiederti di costruire qui una cappella in mio onore. Io ho scelto questo luogo, qui voglio stabilire la mia dimora e desidero che da ogni paese si venga qui a pregare“.
Appena terminò di parlare, congiunse di nuovo le mani, fece un inchino con la testa, alzò gli occhi al cielo, si staccò dallo Scoglio e subito scomparve nell’aria. Subito dopo mi sono sentito come sconvolto, profondamente turbato, assalito dal dubbio se era veramente la Madonna oppure no. Sono rimasto ancora un attimo ai piedi della grande siepe presso lo Scoglio e poi rientrai subito a casa. Arrivato a casa, ho preso immediatamente carta e penna e ho messo per iscritto, per non dimenticare, le parole che avevo appena udito dalla giovane donna.
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La mattina del 12 Maggio del 1968, appena mi sono alzato, andai allo Scoglio, pregai un po’, ma non vidi nulla. A tarda sera, quando stava quasi facendosi buio, mi sono sentito come spinto da un forte impulso interiore di ritornare allo Scoglio. Appena giunto sotto la grande siepe dirimpetto allo Scoglio, alzai gli occhi per guardare verso lo Scoglio, quando improvvisamente mi vidi abbagliato da una luce accecante. Lo Scoglio brillava come se fosse in pieno giorno. Dall’alto scendeva un faro di luce, proiettando i suoi raggi sullo Scoglio e, in quella meravigliosa luce, di colpo apparve la giovane donna. Appena l’ho vista è stato come se mi venissero meno le gambe: sonocaduto in ginocchio e, con voce tremante, le dissi: “Se siete la Madonna, aiutatemi”. Essa, inchinando il capo, mi rispose: “Ti aiuterò, ma non ti mancheranno tribolazioni e sofferenze. Non ti scoraggiare, io sarò con te e ti sosterrò con la mia mano. Il Signore vuole farti strumento del Suo amore, per la salvezza delle anime“. Detto questo, mi sorrise, guardò il cielo, chinò il capo e scomparve in un istante. Quella sera non ebbi paura; una grande gioia e pace invase il mio cuore; ritornai a casa contento e presi subito a scrivere le parole che la Santa Vergine mi aveva detto.
Terza apparizione – Il giorno 13 Maggio 1968, durante la giornata, più volte andai allo Scoglio a pregare e, mentre pregavo ai piedi dello Scoglio, avvertivo un intenso profumo di fiori. Giunta la sera, sempre più o meno allo stesso orario della sera precedente, ho avvertito come una forza misteriosa che mi attirava di andare di nuovo allo Scoglio.
Sono andato, mi sono messoin ginocchio e ho incominciato a recitare l’Ave Maria, guardando in cima allo Scoglio; ad un tratto ho visto come se il cielo si aprisse. Un fascio di luce scese sullo Scoglio e, in quel fascio di luce, apparve la Santa Vergine. Io Le chiesi: “Vergine Santa, ditemi cosa volete che io faccia per Voi“. Essa, inchinando leggermente il capo, mi disse:
“Ti chiedo il favore di trasformare questa valle” .
L’interlocutrice parla a Cosimo con deferenza, come parlava a Bernadette, il 18 febbraio 1858, implorandola di “avere la bontà” di venire… Ella continua:
“Qui desidero un grande centro di spiritualità, dove le anime troveranno pace e ristoro. In questo luogo, Dio vuole aprire una finestra verso il cielo. Qui, per la mia mediazione, vuole manifestare la Sua misericordia”.
Finito di dire queste parole, la Santa Vergine rimase per un breve momento in silenzio e poi, sorridendomi dolcemente, scomparve subito. Dopo mi sono alzato in fretta e andai a casa per mettere a nota quanto mi era stato comunicato dalla Santa Vergine.
Quarta apparizione – Il giorno 14 Maggio 1968, come il giorno prima, nell’arco della giornata mi recai allo Scoglio a pregare. Avvertivo ancora una volta il solito profumo di fiori. La sera, dopo un bel po’ che si era fatto buio, di nuovo ho sentito dentro di me come un richiamo di ritornare allo Scoglio. Come arrivato, mi sono messo in ginocchio e incominciai a pregare. Dal cielo ho visto venire giù il fascio di luce e, nello stesso momento, sullo Scoglio apparve, in mezzo a tanto splendore, la Santa Vergine. Fece il solito inchino con la testa e poi incominciò a parlare, dicendomi con voce accorata:
“Se gli uomini si convertiranno, si pentiranno dei loro peccati, si confesseranno, si avvicineranno a Dio e lo ameranno con tutto il cuore, Dio si avvicinerà a loro e li accoglierà nella Sua casa“.
La Madonna, nel pronunciare queste parole, divenne triste nel volto, rimase qualche minuto in silenzio e poi prese dal braccio la luccicante corona del Rosario. Allungando la mano nella mia direzione, mi disse:
“Ecco il mio Rosario, esso sia la tua preghiera quotidiana, offrilo al mio Cuore Immacolato per la conversione del mondo, il trionfo del Regno di Dio, la pace delle nazioni e la salvezza dell’umanità“.
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Dette queste parole, ricongiunse lentamente le mani, rimase un po’ come assorta in preghiera, poi abbassò il capo, mi sorrise con tanta dolcezza e, subito dopo, disparve, lasciando un delizioso profumo. Quasi di corsa sono tornato a casa, ho preso la penna e ho scritto anche questa volta tutto ciò che la Madonna mi aveva riferito.
Gli incontri con la Vergine sono continuati per circa 10 anni, quasi sempre a distanza di un mese l’uno dall’altro. Ogni volta li trascriveva immediatamente e li consegnava al suo Parroco e alcuni di essi sono stati pubblicati. Alla morte del parroco, non si sono ritrovati tutti i fogli. Questa parte rimarrà, dunque, sempre incompleta.
La vita e la preghiera si sviluppano intorno allo Scoglio in una atmosfera di gioia e di pace, di comunione e di fiducia, con frutti spirituali, conversioni e guarigioni.
(Renè Laurentin – Tratto dal periodico mensile “Il Segno” Anno XV n. 179 – Maggio 2003)
Dopo circa tre anni dalla data della prima apparizione della Madonna, col contributo dei fedeli è stata edificata una cappella accanto allo Scoglio e successivamente, nella primavera del 1976, venne cercato un pittore che eseguisse l’immagine della Madonna secondo l’apparizione da me avuta. Non essendo riuscito a trovare un pittore professionista, mi è stata indicata una persona di Caulonia, un certo Ilario Tarsitani, che per hobby si dedicava anche alla pittura. Appena l’ho contattato, egli si è subito reso disponibile e ha cominciato ad eseguire l’immagine secondo le mie indicazioni. Sembra che dopo diversi tentativi falliti l’immagina si sia completata da se.
Il giorno 28 Ottobre 2002, alle ore 10, è sgorgata improvvisamente l’acqua. Da quella data, i lavori si sono intensificati. La spianata vicino alla collina è già stata allargata per accogliere le folle attorno alla sorgente. (Fonte biscobreak.altervista.org)
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