San Diego d’Alcalá, è stato un religioso spagnolo; predicò nelle Canarie e partecipò al giubileo a Roma durante la peste, dove si prodigò per aiutare la gente.
Nasce nel 1400 a San Nicolás del Puerto, Spagna. Poche le notizie sulla sua famiglia e dei suoi primi anni di vita.
In gioventù diventa eremita vicino al paese nativo: prega, coltiva un orto, fabbrica oggetti di uso domestico, che poi scambia con panni per vestirsi. Ma se ne va quando la gente intorno a lui diventa troppa. Lo accolgono i francescani di Arizafe, presso Córdoba, e lì egli fa il noviziato come fratello laico, senza gli Ordini, addetto ai lavori vari per la comunità.
Nel 1441 lo mandano nelle Canarie a radicarvi meglio il cristianesimo, in un ambiente ancora percorso da vecchie superstizioni. E cinque anni dopo, sempre lì, eccolo promosso “guardiano” (cioè capo) del convento di Fuerteventura. Un segno dell’efficacia della sua missione tra la gente; ma la sua predicazione irrita i colonizzatori (le isole non sono ancora ufficialmente dominio della Spagna) ai quali gli “indigeni” vanno bene superstiziosi, disuniti, sottomessi.
Nel 1449 fra Diego ritorna in Spagna, e nel 1450 è a Roma per il Giubileo e per la canonizzazione di Bernardino da Siena, in maggio.
Nell’estate, però, arriva la peste, che blocca l’afflusso di pellegrini; Papa Niccolò V fugge (a Fabriano), e i dignitari della Curia “fuggono da Roma, come gli apostoli fuggirono da Gesù il Venerdì santo!”: così scrive indignato un autorevole pellegrino tedesco.
Fra Diego non fugge: assiste i confratelli appestati nel convento dell’Aracoeli, e cerca di organizzare distribuzioni di viveri in mezzo al caos di Roma.
Tornato poi in Spagna, ricomincia a servire varie comunità, fino alla morte nel convento di Alcalá de Henares avvenuta 12 novembre 1463.
Negli ultimi anni corrono fitte voci di suoi prodigi: il Signore lo avrebbe aiutato un giorno a far uscire dal convento il pane per i poveri, trasformando le pagnotte in rose; e quando il lavoro di cuoco si faceva pesante, ecco scendere in cucina degli angeli per aiutarlo. Questi racconti saranno poi illustrati nei cicli pittorici di Bartolomé Estéban Murillo e Annibale Carracci.
La fama di santità è notevole, e nel secolo successivo la causa canonica viene sostenuta anche da re Filippo II di Spagna; suo figlio infatti, don Carlos è sfuggito a un mortale pericolo, ed egli ne dà merito all’intercessione di frate Diego.
Papa Sisto V lo ha proclamato santo nel 1588.
È uno dei santi più popolari di Spagna e delle Americhe, dove portano il suo nome fiumi, baie, canali e varie città, tra cui San Diego di California.
(Fonte santiebeati.it – Autore: Domenico Agasso)
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O Dio onnipotente ed eterno, che scegli le creature più umili per confondere ogni tipo di orgoglio, concedi a noi di imitare in ogni circostanza della vita le virtù di san Diego d’Alcalá, per poter condividere la sua gloria nel cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Glorioso San Diego oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna. Amen.
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