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Storicamente questa devozione proviene da Siviglia, in Spagna. Un curato cappuccino di nome Isidoro di Siviglia, avrebbe visto in sogno l’immagine della Divina Pastora. Alcuni giorni dopo fornì all’artista Alonso Miguel de Tovar una descrizione dettagliata della visione, affinché ne realizzasse un quadro. L’immagine della Vergine con cappello pastorale, coperta da un manto azzurro, che sostiene con la mano sinistra il Bambino e appoggia la destra su un agnello, fu chiamata “Divina Pastora de las Almas.” Anni più tardi lo scultore Francisco Ruiz Gijón scolpì l’immagine della Divina Pastora. Nell’anno 1705 l’immagine fu portata per la prima volta in processione in Spagna.
La storia della Divina Pastora in Venezuela risale all’anno 1736, data in cui il parroco di Santa Rosa commissionò a uno scultore una statua dell’Immacolata Concezione. Senza che si capisse il perché, l’effigie che arrivò al paese fu quella della Divina Pastora e benché il sacerdote volesse restituirla, non si riuscì a spostarla. Il paese intero dedusse che questo strano fatto indicava che la statua doveva rimanere a Santa Rosa.
Oltre a questa curiosa storia, nel XIX secolo successe un altro fatto straordinario. Nel 1855 un’epidemia di colera colpì il Venezuela. Una gran quantità di famiglie di Barquisimeto soffrì gravi conseguenze e implorarono l’aiuto celeste rivolgendosi a questa immagine religiosa. Si racconta che il sacerdote José Macario Yépez, parroco della barquisimetana chiesa della Concezione, si offrì davanti alla Vergine per essere l’ultima vittima della malattia.
Secondo la tradizione, sei mesi dopo l’offerta il sacerdote morì e l’epidemia abbandonò la città; altre fonti riferiscono che lo stesso giorno della richiesta cessò l’epidemia.
Ogni 14 gennaio, la statua è portata da 6 a 10 uomini e donne, accompagnato da un corteo di più di 2 milioni di persone, un po’ a piedi nudi e portando croci, dalla Chiesa di Santa Rosa, nel villaggio di Santa Rosa nei pressi della città, alla Cattedrale metropolitana di Barquisimeto (poco più di 7.5 km).
Si tratta di un’occasione di festa, con venditori ambulanti innumerevoli che vendono di tutto, dal cibo ai liquori e piccole figurine religiose lungo il percorso che si snoda attraverso la città. Ogni anno la Vergine è vestita in modo diverso da un designer di moda locale e il suo abito è donato dai devoti paganti penitenza. Nel corso dei due mesi successivi, il suo viaggio di ritorno, si ferma in altre chiese di Barquisimeto, per poi terminare a Santa Rosa, in tempo per la Domenica delle Palme.
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Il terremoto del 26 marzo 1812, che devastò le città di Caracas, Barquisimeto, Mérida, El Tocuyo e San Felipe, distrusse il tempio dove si venerava la Divina Pastora, ma la statua rimase intatta, fatto che accrebbe la convinzione dei fedeli di Santa Rosa che la Vergine volesse rimanere a proteggerli.
Accanto al santuario si trova il Museo arcivescovile della Divina Pastora, dove i visitatori possono vedere l’immagine originale che risale al 1735 e il suo abbigliamento. Più di 127 vestiti sono stati utilizzati per la statua, inoltre gioielli, corone, rosari, onorificenze concesse alla Vergine, quadri ed ex voto.
Fonte it.wikipedia.org
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