San Camillo de Lellis è stato canonizzato da papa Benedetto XIV e, insieme con san Giovanni di Dio, patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali.
Nasce il 25 maggio del 1550 a Bucchianico (Chieti); la sua era una famiglia appartenente alla piccola aristocrazia della cittadina abruzzese di Bucchianico.
Alla nascita, gli venne imposto il nome della madre, Camilla de Compellis, che lo aveva partorito a quasi 60 anni di età e che morì quando Camillo aveva 13 anni. Il padre, Giovanni, era un ufficiale al servizio della Spagna.
Giovane era un tipo pigro e rissoso, il padre decise di avviarlo alla carriera militare ma, nel 1570, un’ulcera al piede lo costrinse ad abbandonare la compagnia.
Per farsi curare fu costretto a recarsi a Roma, nell’Ospedale di San Giacomo degli Incurabili e dopo la guarigione venne assunto come inserviente presso l’ospedale, ma l’esperienza fu breve: per la sua scarsa propensione al lavoro, venne allontanato.
Intanto il padre era morto e lui tornò a dedicarsi alle armi, come soldato di ventura, mettendosi a servizio, prima di Venezia, poi della Spagna. Ma presto tornò a condurre una vita dissoluta. Iniziò a vagabondare per l’Italia, fino a quando non venne assunto dai Cappuccini del convento di Manfredonia. Questi lo mandarono per una commissione presso il vicino convento di San Giovanni Rotondo.
Il 2 febbraio 1575, in ritorno a Manfredonia, nella “Valle dell’inferno” avvenne la sua conversione: decise di abbracciare la vita religiosa e di diventare un frate cappuccino a Trivento. Ma l’antica piaga al piede tornò a dargli problemi: fu così costretto a tornare a Roma per curarsi.
Rimase nell’ospedale degli Incurabili per ben quattro anni e qui maturò definitivamente la sua vocazione all’assistenza dei malati e, insieme con i primi cinque compagni che, seguendo il suo esempio, si erano consacrati a Gesù Crocifisso e alla cura degli infermi, decise di dare vita, nell’agosto del 1582 alla “Compagnia dei Ministri degli Infermi”, i cui primi statuti vennero approvati da papa Sisto V il 18 marzo 1586.
Camillo si trasferì nel convento della Maddalena e iniziò a prestare servizio presso l’ospedale di Santo Spirito in Sassia.
Intanto, sotto la guida spirituale di Filippo Neri, riprese gli studi e, il 26 maggio 1583, fu ordinato sacerdote nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
La sua “Compagnia” si distinse subito e, il 21 settembre 1591, fu riconosciuta come Ordine religioso (Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi) da papa Gregorio XIV , rimasto impressionato dall’eroismo con cui Camillo e i suoi compagni avevano assistito i malati durante la carestia del 1590 a Roma.
Il papa diede loro il permesso ad ognuno di portare l’abito nero come i Chierici Regolari, ma con il privilegio di una croce di panno rosso sul petto, come espressione della Redenzione operata dal dono del Preziosissimo Sangue di Cristo.
L’8 dicembre 1591 Camillo e i suoi primi compagni emisero la Professione religiosa di voti solenni, con il quarto voto che era quello di “perpetua assistenza corporale e spirituale ai malati, ancorché appestati”. Era nato un nuovo Ordine religioso.
L’Ordine si espanse rapidamente in molte città italiane, nelle quali Camillo fondò nuove comunità, tutte al servizio dei grandi ospedali cittadini.
Le prime comunità sorsero a Napoli, Milano, Genova, Palermo, Bologna, Mantova.
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Gravemente malato, nel 1607 lasciò la direzione dell’Ordine, ma continuò ad assistere i malati fino alla morte, avvenuta il 14 luglio 1614 nel convento della Maddalena, che era diventato sede del suo Ordine e dove fu sepolto.
La reliquia del suo cuore fu traslata a Bucchianico.
Benedetto XIV l’iscrisse nell’albo dei Santi, e Leone XIII nel 1886 lo dichiarò celeste patrono di tutti gli ospedali.
È patrono della Regione Abruzzo, dei malati, degli ospedali e del personale ospedaliero.
L’Ordine dei Camilliani ha avuto un progressivo sviluppo lungo gli abbondanti quattro secoli che costituiscono la sua storia, fatti salvi alcuni momenti difficili nel Settecento e nell’Ottocento. Nel tempo si sono formate comunità di religiose e poi le Ministre degli Infermi ed ancora sono sorti in varie parti del mondo gruppi di laici, uomini e donne, che hanno fatto proprio il carisma e la missione di San Camillo: tutti insieme, Ordine in testa, costituiscono “La Famiglia Camilliana”. (Fonte it.wikipedia.org)
O San Camillo, che sopportasti per tanti anni con inalterabile pazienza una dolorosa malattia, ottienici di accettare con spirito di fede le infermità e le tribolazioni che il Signore vorrà mandarci per il nostro bene e la nostra purificazione.
Tu che per tutta la vita ti sei dedicato con bontà e amore all’assistenza degli infermi, portando a tutti consolazione e speranza, ottienici la grazia di riconoscere Gesù nel nostro prossimo sofferente e di servirlo con grande generosità di cuore.
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