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Oggi, 14 maggio una Giornata mondiale di preghiera, digiuno e opere di carità. ECCO COME SI SVOLGE

Una potente sfida al Coronavirus di tutte le religioni. Ed anche per i non credenti

Oltre  a  Papa  Francesco  ed al  segretario generale   dell’Onu,   António   Guterres, sono  numerosi  i  capi  delle  principali religioni  e  di  organismi  internazionali che  hanno  assicurato  la  loro  adesione all’iniziativa  — rivolta  a  tutti  gli  uomini e  le  donne  «che  credono  in  Dio  creatore»

Una potente sfida al Coronavirus di tutte le religioni. Ed anche per i non credenti

Un messaggio in tredici diverse lingue Parole per i “fratelli” nell’umanità a unirsi giovedì prossimo, 14 maggio, in un giorno di preghiera e digiuno per aiutare il mondo a liberarsi dalla pandemia. E’ il messaggio dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana e che i più ritengono un messaggio per i credenti nell’unico Dio. Ma, siccome la dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1791 li proclama sotto gli auspici dell’Essere Supremo e la scelta di  “libertà, uguaglianza e fratellanza” è chiara da secoli e indica che è difficile ritenersi fratelli ma senza padre,  lo si può comprendere, usando un linguaggio ormai comune, come un messaggio a tutti gli uomini di buona volontà.

Questo messaggio lo rivolge l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, istituito dopo la firma del documento sulla fratellanza umana davanti a centinaia di leader religiosi ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dall’imam di al-Azhar, lo sceicco Ahmad al Tayyeb. In questo tempo segnato dal coronavirus, invitando ad “una giornata di preghiera, di digiuno e di invocazione per l’umanità” il documento dice: “Non dimentichiamo di rivolgerci a Dio Creatore in tale crisi”, in un momento in cui il mondo affronta il grave pericolo del Covid-19 “che minaccia la vita di milioni di persone in tutto il pianeta”. L’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, nel quale è presente il rabbino emerito di Washington, Bruce Lustig,  ricorda il fondamentale ruolo dei medici e della ricerca scientifica.

Vangelo di oggi

Affrontare le sfide attuali e del futuro

«Per  affrontare  le  sfide  attuali  e  quelle del  futuro  immediato,  noi  leader  religiosi   siamo   chiamati   a   promuovere l’unità,  la  solidarietà  e  la  fratellanza», affinché  «da  questo  momento  difficile sia   possibile   riemergere   tutti   migliori di  prima  e  aiutare  le  nostre  società  a essere  pronte  a  cambiare  tutto  ciò  che è necessario, non  solo seguendo le leggi  dell’economia  e  del  profitto».  L’auspicio  del  cardinale  Miguel  Ángel  Ayuso  Guixot  è  rimbalzato  in  videoconferenza da  Roma a  New York,  nella sede delle  Nazioni  Unite,  per  rilanciare  la Giornata  di  preghiera,  di  digiuno  e  di opere  di  carità  indetta per  il  14  maggio – per invocare  «a  una sola  voce» il  Signore,  affinché  preservi  l’umanità  e  la aiuti  a superare  la pandemia  del covid-19  — dall’Alto  comitato per la fratellanza  umana  (Hchf),  da  lui  presieduto.

Soprattutto   è importante  che  «nessuno  venga  lasciato  indietro»,  come  chiesto  dal  Pontefice  nella  domenica  della  Divina  misericordia.  E  così,  oltre  agli  sforzi  per  garantire  la  salute  e  il  sostegno  economico  di  chi  è  in  difficoltà,  la  pandemia impone  anche  un  impegno  «per  getta-re   nuove   basi»   volte   a   «sconfiggere ogni  ingiustizia  e  disuguaglianza».

Insomma,  secondo  il  cardinale  Ayuso,  si tratta    di    «cogliere    l’opportunità    di creare   una   nuova   e   migliore   società globale». E  in  tal  senso  ecco  allora  il  terzo elemento  richiamato  dal  relatore:  quel riconoscersi  fratello  e  sorella,  che  rap-presenta  il  primo  passo  «per  abbatterei  muri  innalzati  dalla  paura  e  dall’ignoranza».   Servirebbe,  ha   commentato, «una  spinta  per  cercare  insieme  di  costruire  ponti  di  amicizia e  di  fraternità, fondamentali    per    il    bene    di    tutta l’umanità».  Anche  perché  «questo  spirito  di  fratellanza  in  cui  siamo  uniti», indipendentemente  dall’appartenenza  a un  gruppo,  una  comunità,  una  cultura o  una  religione,  «ci  sosterrà  e  ci  aiuterà  a  superare  questi  momenti  difficili», ha  concluso.

 

Daniele Venturi

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