Sant’Alberto di Gerusalemme: vita e preghiera
Sant’Alberto di Gerusalemme, al secolo Alberto Avogadro dei conti di Sabbioneta, è stato vescovo e patriarca, fondatore della regola dei carmelitani, ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
La storia
Alberto Avogadro o dei conti di Sabbioneta nasce da una famiglia di origine francese a Castrum Gualtierii (odierno Castel Gualtieri), in Emilia (Italia), verso il 1150.
Incamminatosi nella vita ecclesiastica, nell’anno 1180 fu eletto priore dei Canonici Regolari di Santa Croce di Mortara (Pavia). Quattro anni dopo fu nominato vescovo di Bobbio (Piacenza) e nel 1185 venne trasferito alla sede di Vercelli e dove rimase per un ventennio.
Uomo prudente e fermo, si pose come mediatore tra papa Clemente III e l’imperatore Federico Barbarossa. Enrico VI, figlio dello stesso Barbarossa, una volta salito al trono, nominò il futuro Sant’Alberto principe di Vercelli.
Nel 1194 si impegnò per ristabilire la concordia tra le città di Milano e Pavia e, cinque anni dopo, tra Piacenza e Parma. Grazie alle sue capacità umane e intellettuali, tra il 1194 e il 1206 fu mediatore di vari atti pacificatori e protagonista nella stesura di statuti e di regole in favore di alcuni istituti tra i quali i canonici di Biella e gli Umiliati.
Nel 1205, Papa Innocenzo III lo nominò patriarca di Gerusalemme e nel 1206 Alberto fu trasferito in Palestina, dove fissò la sua sede in San Giovanni d’Acri, essendo Gerusalemme occupata dai Saraceni. Anche in terra palestinese, Sant’Alberto non mancò di assumere il ruolo di pacificatore nelle contese tra i vari regnanti mediorientali e tra questi e i Templari, così come di rimettere ordine all’interno del mondo ecclesiastico di quella stessa area.
Gli eremiti del monte Carmelo chiesero ad Alberto di scrivere la propria regola, vi provvide componendo, di concerto con San Brocardo, una Regola che si rivelò un buon compromesso tra la transazione monastica orientale e occidentale. Successive approvazioni di questa norma da parte di vari Papi aiutarono il processo di trasformazione del gruppo verso un Ordine Religioso, cosa che avvenne, nel 1247, con la approvazione definitiva, da parte di Papa Innocenzo IV, i Carmelitani furono così inserito nella corrente degli Ordini Mendicanti.
Il testo redatto risultò breve e allo stesso tempo ricco, preciso nel fornire norme disciplinari che conducessero alla continua orazione, alla costante meditazione della Parola divina, associate al silenzio interiore ed esteriore, al raccoglimento e al distacco da cose e affetti; tutti strumenti questi che avrebbero consentito il contatto con Dio.
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La morte
Il 14 settembre 1214, in occasione di una processione a San Giovanni d’Acri, fu accoltellato dal Maestro dell’Ospedale di Santo Spirito, il quale era stato deposto dallo stesso Sant’Alberto a causa del riprovevole stile di vita da lui mantenuto.
La memoria di Sant’Alberto è celebrata in più date durante il mese di settembre, e in particolare: il 16 dai Carmelitani Calzati, il 17 dai Carmelitani Scalzi, il 26 dal Patriarcato latino di Gerusalemme.
A queste date si affianca anche l’8 aprile, giorno in cui a fare memoria sono l’arcidiocesi di Vercelli e i Canonici Regolari Lateranensi. (Fonte carmeloveneto.it)
Preghiera a Sant’Alberto
O san Alberto, aiutaci con la tua intercessione a custodire i nostri cuori con santi pensieri; che la Parola del Signore possa sempre più abitare dentro di noi, nel nostro cuore e sulle nostre labbra.
Essa sia la compagna mai dimenticata nel nostro cammino, sia la forza e la luce dell’amore che ci insegna a compiere ciò che è giusto e buono agli occhi del Signore. Amen.
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