Madonna dei Miracoli: storia e preghiera da recitare
La Madonna di Corbetta (detta dei Miracoli) è un dipinto ad affresco di Gregorio Zavattari, datato al 1475. Il dipinto è stato realizzato come opera di facciata dell’antica chiesa di San Nicolao a Corbetta e nel 1555, dopo essere stato protagonista di un evento miracoloso, è divenuto parte integrante del nuovo santuario eretto in loco, struttura che l’ha contenuto al suo interno per meglio proteggerlo.
La storia
A Corbetta, vicino a Milano, tre bambini hanno visto scendere da un immagine della Madonna, il bambino Gesù che si unisce a loro seguito dalla Vergine. Può sembrare una favola, eppure vi sono documenti storici e miracoli a provarlo.
Il Bambino Gesù sfugge dal braccio della Madonna e scende in piazza a giocare con tre suoi coetanei. È capitato il 17 aprile 1555, primo giovedì dopo Pasqua, a Corbetta, una cittadina elegante, anche per la presenza di numerose ville patrizie, ad una ventina di chilometri da Milano sulla strada verso Vigevano”.
Questa notizia, che ha del sensazionale, potrebbe essere considerata frutto di pura fantasia, se non avesse il supporto di dati storici. I tre ragazzetti che giocano sulla piazza hanno un nome: Cesare dello Stampino, Antonio della Torre ed il fratello Giovanni Angelo, di dieci anni, sordomuto dalla nascita, chiamato familiarmente Navello.
Sulla facciata della chiesetta di S. Nicola è dipinta una bell’immagine della Madonna, seduta in trono, con in grembo il Bambino Gesù. Quel giorno, come ogni giorno, tre ragazzi stanno giocando sulla piazzetta antistante, quando all’improvviso un grido, con voce articolata: “Il Bambino! La Madonna!” interrompe il gioco ed attira l’attenzione di tutti.
È proprio Giovanni ad accorgersi per primo che Gesù Bambino è sceso sulla piazza a giocare con loro. La sua meraviglia sfocia nell’urlo di gioia e nello stesso istante riacquista l’uso della parola. Il Bambino Gesù, lasciato il quadro, e sceso in piazza, osserva compiaciuto i trastulli dei tre ragazzi. Anche la Madonna, quasi sorpresa, accortasi della fuga del Bambino, è scesa anche lei sulla piazza a riprenderlo, come una buona mamma.
I ragazzi, riavutisi dallo stupore, lasciano il gioco e corrono a raccontare il fatto ai genitori, e la notizia si diffonde in un baleno, nel piccolo borgo ed oltre. L’episodio sembra frutto della fantasia dei ragazzi, tanto è meraviglioso, ma rimane la prova inconfutabile: Navello parla speditamente, mentre prima era muto e sordo!
È il primo di una lunga serie di miracoli: nel giro di soli 80 giorni dopo l’apparizione, se ne conta una cinquantina. Dei primi si ricorda anche il giorno ed il nome del fortunato: Serafino Barchetto il 20 aprile, Beltramina Marcotti il 21, Pietro da Siena il 22, Tommaso Ferrario e moltissimi altri miracoli, tanto che la Madonna di Corbetta prende il nome di Madonna dei miracoli.
L’anno seguente 1556, il Capitolo dei Canonici, per accogliere i numerosi pellegrini e per proteggere il dipinto esposto alle intemperie, decide la costruzione di un Santuario, nominando una commissione che ne segua i lavori; lavori che procedono a rilento in quegli anni calamitosi, per il sopraggiungere, tra le tante difficoltà, anche della storia e terribile pestilenza, ricordata dal Manzoni ne “I promessi Sposi”, e delle numerose guerre d’invasione.
Però già nel 1560 la Curia Romana inizia il processo per l’esame sull’autenticità dell’Apparizione, e nel 1562, su richiesta del giovane Cardinale S. Carlo Borromeo, il Papa Pio IV concede l’indulgenza plenaria, in forma di Giubileo.
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Solo sul finire del 1700 il Santuario superiore può dirsi completo, ma avrà la fisionomia attuale solo in seguito ai lavori eseguiti nel 1800 e nel 1900. Nonostante la molteplicità delle linee architettoniche, la Chiesa risulta di una sua armoniosa bellezza. L’interno, a croce latina, comprende sei cappelle laterali, dedicate a vari Santi, e ricche d’opere d’arte. Pregevoli sono gli affreschi della cappella di S. Antonio, opera del pittore Stefano Montalto, il Crocifisso ligneo del 1600, e gli affreschi di Giuseppe Reina e di Giovanni Perabò, raffiguranti il miracolo. Sopra l’altare centrale, in posizione elevata, è il dipinto del Miracolo, opera di eleganza raffinata, che si ispira a modelli toscani del 300, dai quali l’autore Gregorio de’ Zavatteri ha tratto la composta dolcezza dei volti.
Dopo ampi e costosi restauri, il Santuario è consacrato nel 1954, Anno Mariano. Ricorrendo poi nel 1955 il quarto centenario dell’Apparizione, il Capitolo di San Pietro in Vaticano concede la facoltà di incoronare l’Immagine della Madonna e del Bambino. Le preziose corone sono poste sul capo della Madonna e del Bambino Gesù, il 17 aprile di quell’anno, dall’Arcivescovo di Milano il Cardinale Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI.
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Preghiera alla Beata Vergine dei Miracoli
O Vergine santissima, operatrice amorosa di tanti miracoli, che dall’immagine dipinta sulla porta della chiesa, scendesti mirabilmente nella piazza per riprendere il tuo Bambino, dopo aver sorriso ai giochi di alcuni fanciulli e reso l’udito e la parola ad uno di essi, scendi ancora col tuo gran cuore in mezzo alle nostre popolazioni, alle nostre case, ai nostri stabilimenti, alle nostre campagne.
Guarda, o Madre nostra pietosissima, quanti ti amano: benedicili; quanti soffrono nell’anima e nel corpo: consolali e guariscili; quanti ti invocano: esaudiscili.
Ma soprattutto, o Vergine dei miracoli, ti preghiamo di convertire noi per primi, e poi tante anime lontane e a noi care, che sono divenute sorde e mute alla voce del Signore. Amen.
Ave o Maria…