L’origine del culto alla Beatissima Vergine Vergine dell’Olmo risale all’XI secolo, secondo una leggenda tramandataci dallo storico cavese Agnello Polverino, il quadro raffigurante la Vergine fu ritrovato da alcuni pastori, impigliato tra i rami di un frondoso olmo. Trasportato nella chiesa di San Cesareo, o di Vetranto secondo alcuni, il quadro miracolosamente sarebbe ritornato sul luogo del ritrovamento
Storicamente è accertata la presenza di un’edicola della Madonna fin dai tempi più antichi.
Nel 1482 i confratelli del Sodalizio di Santa Maria dell’Olmo, approfittando della circostanza del passaggio per Cava de’ Tirreni del Santo Taumaturgo San Francesco di Paola diretto verso la Francia, lo pregarono di collocare la prima pietra del nuovo santuario dedicato alla Vergine.
In quell’occasione, lo stesso Santo Taumaturgo, profetizzò che passati circa 100 anni, sarebbero venuti i suoi figli a curare la nascente chiesa. La predizione si avverò nel 1582, ed i Minimi vi stettero fino al 1866, quando per le leggi eversive lo dovettero abbandonare.
Il 21 maggio del 1672 la città di Cava de’ Tirreni per mezzo dei suoi Amministratori, dichiararono che la Beatissima Vergine dell’Olmo fosse la Patrona della Città, come si legge dalla Delibera Comunale conservata presso l’Archivio Storico della nostra città.
Dopo la partenza dei Padri Minimi che per oltre 3 secoli aveva officiato presso il Santuario dell’Olmo, il tempio visse un periodo di grande decadenza ed il convento fu trasformato in caserma.
Il 31 dicembre del 1896, arrivò a Cava de’ Tirreni su invito del vescovo Mons. Giuseppe Izzo, il santo sacerdote Padre Giulio Castelli della Congregazione di Torino. Con il suo arrivo, egli fonda la Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, e attraverso la sua vita santa, da vigore alla casa di Dio.
La Chiesa della Madonna dell’Olmo, dichiarata Basilica minore, è strutturata ad una sola navata con piccole cappelle laterali.
Il soffitto è interamente dipinto con quadri raffiguranti episodi della vita di S. Francesco di Paola, risalente al 1683 dal pittore Michele Ragolia di origini palermitane.
Guardando l’altare maggiore all’interno della Basilica sul lato destro di notevole pregio è la Cappella del Crocifisso in cui è custodita una scultura ligne risalente al XVII di autore ignoto.
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