Testimonium

Oggi, 18 ottobre, è la festa di San Pietro d’Alcántara, il frate mistico: supplica per ottenere grazie e favori

San Pietro d’Alcántara: vita e preghiera

San Pietro d’Alcántara Garavita è stato un presbitero spagnolo e un mistico. Da una sua riforma introdotta nella famiglia francescana ebbe origine il ramo degli Scalzi.

La sua storia

Juan Garavita, questo il nome al secolo, nasce ad Alcántara (Spagna), nel 1499.

Suo padre, Pietro Garavita, era il governatore della regione mentre sua madre apparteneva alla nobile famiglia dei Sanabia.

Dopo aver studiato grammatica e filosofia nella sua città natale, a quattordici anni è inviato all’Università di Salamanca.

Terminati gli studi, nel 1515 entrò tra i francescani del convento di più Stretta Osservanza a Manxaretes.

A ventidue anni fu mandato a fondare una nuova comunità di più Stretta Osservanza a Badajoz e poi venne ordinato sacerdote nel 1524 e l’anno seguente venne eletto Padre guardiano del convento di Santa Maria degli Angeli a Robredillo.

Divenne un apprezzato predicatore: le sue omelie, ispirate ai libri profetici ed ai libri sapienziali della Bibbia, erano indirizzate preferibilmente alle fasce più umili della popolazione.

Riforma dei Francescani Scalzi

Dopo essere stato eletto ministro della Provincia di san Gabriele nel 1538 tentò di dare ai frati uno stile di vita il più austero possibile: Pietro cercava infatti di rifarsi alla vita francescana primitiva e di seguire alla lettera i consigli evangelici, avendo, per esempio, un solo abito e nessun altro indumento.

Celebre per la sua predicazione, si diceva che avesse ricevuto da Dio il dono della scienza infusa. I tentativi da lui compiuti per riformare la provincia dell’Estremadura non incontrarono successo e qualche tempo dopo il termine del suo mandato, ebbe il permesso di vivere in stile semieremitico ad Arabida, vicino a Lisbona, dove un altro frate stava tentando di interpretare la Regola francescana in senso eremitico per un piccolo gruppo di fratelli; Pietro si unì a loro, diventando in realtà la loro fonte ispiratrice e portandoli ad accogliere quel regime di vita estremamente rigido che aveva invano tentato di imporre altrove.

Nel 1554 si recò a Roma per ottenere il permesso di fondare una nuova congregazione di frati dal Papa che gli concesse di porsi sotto la direzione del ramo francescano dei conventuali anziché sotto quello degli osservanti, dove il ministro generale era contrario ai progetti di Pietro.

Al suo ritorno in Spagna, il santo fondò a Pedroso un nuovo convento: era l’inizio dei francescani dell’Osservanza di San Pietro d’Alcàntara, o alcantarini, la cui regola rifletteva il desiderio di Pietro di vivere una vita religiosa quanto più austera possibile; le celle erano lunghe poco più di due metri, i frati andavano scalzi, non prendevano né carne né vino e praticavano tre ore al giorno di preghiera mentale; le loro comunità non superavano le Otto unità e non potevano assolutamente accettare ricompense in denaro per le Messe, cosicché la loro dipendenza dalle elemosine era totale.

Il numero dei conventi crebbe e gli alcantarini furono eretti in provincia autonoma nel 1561; in questa occasione furono anche riportati sotto l’obbedienza degli osservanti e mantennero un’esistenza separata finché papa Leone XIII nel 1897 non unificò le diverse tradizioni.

Pietro fu mosso, almeno in parte, dal desiderio di contribuire alla riforma della Chiesa; riteneva che una vita di forte penitenza rappresentasse un modo per controbilanciare i mali che, a suo vedere, stavano a quel tempo affliggendo la vita cristiana.

Quando la gente si lamentava della malvagità e della cattiveria presenti nel mondo e nella società, egli era solito rispondere:

«il rimedio è semplice. Tu e io per primi cerchiamo di essere quello che dovremmo; avremo già curato ciò che riguarda noi stessi. Ciascuno faccia lo stesso, e tutto andrà bene. Il problema è che noi tutti parliamo di riformare gli altri, senza mai riformare prima noi stessi».

Dovette inoltre affrontare l’opposizione dei suoi fratelli di un tempo, venendo condannato a volte come ipocrita, a volte come traditore oppure come ambizioso disturbatore della pace religiosa. Egli peraltro esortava i suoi oppositori a fare tutto ciò che era in loro potere per arrestare la riforma, così da metterla adeguatamente alla prova. La sincerità e lo zelo che lo contraddistinguevano gli ottennero comunque un forte sostegno, tanto che cominciò a essere molto ricercato come confessore e direttore spirituale (l’opposizione tuttavia perdurò per tutto il resto della sua vita).

San Pietro d’Alcántara

Santa Teresa d’Avila

E da un’altra riformatrice del XVI secolo, Santa Teresa d’Avila, che apprendiamo le notizie principali sulla vita spirituale di Pietro. I due santi si incontrarono nel 1560 e Teresa affermò in seguito che fu Pietro a incoraggiarla maggiormente nel suo progetto di riforma mentre la fondazione del suo primo convento trovava forte resistenza. Della riforma della santa, Pietro appoggiò particolarmente i principi di non ricevere donazioni per i conventi e di vivere in assoluta povertà.

Teresa ha riferito molto di ciò che Pietro le disse a proposito della sua vita, delle sue mortificazioni e delle sue esperienze di preghiera:

«Era abitudine per lui mangiare una volta ogni tre giorni. Uno dei suoi compagni mi ha detto che talvolta egli non mangia assolutamente niente per Otto giorni consecutivi. Ma forse questo è accaduto mentre si trovava in preghiera, dal momento che sperimenta di solito grandi rapimenti e ardenti trasporti di amore divino, cosa di cui io stessa sono stata una volta testimone. La sua povertà era estrema come le mortificazioni a cui fin dalla giovinezza si sottoponeva [ Quando l’ho conosciuto era molto vecchio, e il suo corpo così avvizzito e debole che pareva composto delle radici e della corteccia secca di un albero piuttosto che di carne… Parlava poco, a meno che non gli fossero rivolte delle domande; e rispondeva con poche parole, ma anche solo per queste meritava di essere ascoltato, perché esprimevano una profondissima intelligenza».

Curiosità

Un giorno andò a trovarlo un religioso di un altro Ordine. Lo trovò dentro una grotta nell’orto, nudo, con addosso il solo mantelletto. “Come mai siete vestito così poco decentemente?”, gli chiese l’ospite. Il Santo si scusò: “Oh, padre mio, leggete il Vangelo. C’è scritto di avere soltanto una tunica. Ho lavato la mia pochi momenti fa, e l’ho stesa su quella pietra. Appena sarà un po’ asciugata me la rimetterò addosso“.

L’Imperatore Carlo V, il conquistatore del mondo, lo avrebbe voluto per confessore. Il francescano gli si gettò ai piedi, e baciandogli la mano, disse: “Vostra Maestà cercherà sicuramente di fare la Volontà di Dio. Se io non tornerò più, vorrà dire che Dio non ha voluto che io accettassi questa carica“. E non si fece più rivedere..

Opere

Oltre alle riforme e molte lettere a contenuto spirituale, indirizzate specialmente a Teresa, compose un breve trattato sulla preghiera, tradotto in diverse lingue e molto famoso.

Sviluppi della sua riforma

Papa Leone XIII, con la bolla Felicitate quidam (4 ottobre 1897), riunì gli Alcantarini ed altre famiglie francescane nell’Ordine dei Frati Minori (O.F.M.): il ramo femminile della riforma (suore francescane Alcantarine, approvate nel 1874) è tuttora fiorente.

LEGGI ANCHE: La poco conosciuta e potente ‘Supplica Miracolosa’ a Sant’Antonio di Padova per ottenere grazie

La morte e il culto

Il 18 Ottobre 1562 si svegliò molto contento e iniziò a pregare con il salmo “Miserere”; e poi esclamò: “Quale gioia, quando mi dissero, andremo alla casa del Signore!”. E in quel momento chiese aiuto per mettersi in ginocchio e così morì. Fu beatificato da papa Gregorio XV il 18 aprile 1622; il 28 aprile 1669 papa Clemente IX lo proclamò santo.

Nel 1826 Pietro di Alcántara è nominato patrono del Brasile, e nel 1962 (in occasione del quarto centenario della sua morte), dell’Estremadura; inoltre è protettore delle guardie notturne e viene invocato contro le febbri maligne. Fonte (www.cattoliciromani.com)

Preghiera a San Pietro d’Alcántara

O Dio Padre, mio Signore, che avete reso illustre il beato San Pietro di Alcantara, Vostro confessore, con il dono meraviglioso della penitenza e della più alta contemplazione, concedeteci pietosamente che, per i suoi meriti e la sua potente intercessione, otteniamo la grazia per cui Vi imploriamo (chiedere la grazia) e meritiamo, mortificati nella carne, di diventare partecipi dei doni celesti.

Ve lo chiediamo ricordando la promessa che Gesù fece alla Vostra dilettissima serva Teresa di Gesù, di esaudire sempre qualsiasi preghiera Vi fosse rivolta nel nome di San Pietro d’Alcantara. Amen.

Conosci Carlo Acutis? Un altro “santo francescano”

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