La Chiesa, il giorno dopo la Solennità del Sacro Cuore di Gesù, celebra il Cuore Immacolato di Maria, attendendo con salda speranza il compimento della promessa fatta dalla Madre Celeste ai tre pastorelli di Fatima: “Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà”.
Dopo la memoria dell’amore di Cristo, del suo cuore inteso come sorgente dei sentimenti e delle emozioni, la liturgia ci propone un’altra festa di origine devozionale, la festa del cuore di Maria. Come a dire: l’amore che Cristo ha imparato lo deve anche a sua madre. Come i genitori segnano in positivo e in negativo lo sviluppo della personalità dei propri figli, così possiamo affermare che parte del carattere umano di Gesù sia stato educato alla compassione e alla tenerezza dai suoi genitori.
Maria, madre dei discepoli, ci viene proposta non solo come modello per la fede, è la prima fra i credenti, ma anche come modello di amore. Un amore che educa, che si piega alla benevola volontà di Dio, che sa farsi da parte ed essere presente nel momento giusto, che attinge dalla riflessione personale la propria energia interiore. Un amore poco sdolcinato, il suo, ma concreto e fattivo, incarnato e sanguinante, come spesso diventa l’amore dei genitori per i propri figli che si cacciano nei guai.
Chiediamo a Maria di insegnarci ad amare come ha insegnato a Gesù. (Paolo Curtaz)
L’origine di questo culto la possiamo già trovare nelle parole dell’evangelista Luca, dove il Cuore di Maria appare come uno scrigno che racchiude i più santi ricordi.
Il promotore del culto del Cuore Immacolato di Maria è stato il francese San Giovanni Eudes (1601-1680) che già verso il 1643, cominciò a celebrare questa festa con i religiosi della sua congregazione.
Nel 1668 le festa e i testi liturgici furono approvati dal cardinale legato per tutta la Francia, mentre Roma si rifiutò più volte di confermare la festa. Fu solo dopo l’introduzione della festa del Sacro Cuore di Gesù nel 1765, che iniziò ad essere concessa la facoltà di celebrare quella del Cuore di Maria.
La memoria fu poi estesa a tutta la Chiesa cattolica dal 1944, come rappresentazione della consacrazione dell’umanità al Cuore Immacolato di Maria eseguita da Pio XII il 31 ottobre 1942, in seguito alla richiesta di Alexandrina Maria da Costa (beatificata il 25 aprile 2004), che si aggiungeva a quella fatta da Suor Lucia di Fátima.
La memoria si celebra il sabato della seconda settimana dopo Pentecoste, seguendo così immediatamente la solennità del Sacro Cuore.
Inizialmente fu istituita con il grado di memoria facoltativa poi nel 1996 è fu resa memoria obbligatoria.
Nell’apparizione del 13 giugno 1917, la Vergine disse a Lucia dos Santos:
«Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato.»
Poi il 13 Luglio aggiunse:
«Avete visto l’inferno dove vanno a finire le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, il Signore vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si farà quello che vi dirò, molte anime si salveranno e vi sarà pace»
Il 10 dicembre 1925 la Vergine riapparve a Lucia, insieme a Gesù Bambino, con un nuovo messaggio:
«A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza.» Si tratta della “Grande promessa del Cuore Immacolato di Maria” da cui ha avuto origine la devozione dei “Primi cinque sabati del mese”.
«…Se ascolterete le Mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate. Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace.»
Il Cuore Immacolato di Maria è rappresentato circondato da una corona di fiori, simbolo di purezza, e trapassato da una spada, in riferimento all’indicibile dolore che Maria provò per la morte del Figlio.
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