Luigi Gonzaga è stato un religioso italiano della Compagnia di Gesù. Beatificato nel 1605, è stato proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1726.
Nasce il 9 Marzo del 1568 a Castiglione delle Stiviere (Mantova); era il figlio primogenito di Ferrante Gonzaga, primo marchese di Castiglione delle Stiviere, e di Marta Tana di Chieri.
A cinque anni, già indossa una divisa militare e si diverte con archibugi e bombarde. Precocissimo “bambino-soldato” che sta attendendo di diventare signore e padrone di un marchesato di per sé insignificante ma certamente strategico.
Dei suoi sette fratelli, tre muoiono giovanissimi. Uno viene ucciso a pugnalate ed un altro ad archibugiate, il sesto si macchierà di orrendi crimini, mentre l’ultimo sarò odiato a vita. Invece lui, l’erede designato, a sette anni ha già fatto la sua scelta, non propriamente in linea con la tradizione di famiglia: merito di sua mamma, che ha sempre pregato perché uno dei suoi figli si facesse religioso e che, con delicatezza e discrezione, sta controbilanciando con i suoi insegnamenti e i suoi esempi l’educazione militaresca che papà gli sta impartendo.
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Inutile dire che questo figlio impara da lei. Dimostra sempre maggior disinteresse per le cose di guerra, si stacca dalla vita mondana di corte, lo trovano sempre più spesso appartato a pregare. A dieci anni si consacra a Maria e che sia ben cosciente di questo gesto, nonostante la giovane età, lo dimostra la svolta che da quel giorno dà alla sua vita, sempre più orientata verso la preghiera, la penitenza, il distacco dalle cose del mondo.
Comprensibile la preoccupazione di papà, che osserva questo cambiamento e comincia ad avere qualche dubbio su colui che dovrebbe essere il suo erede, dato che già a 16 anni comincia sempre più apertamente a parlare di rinunciare al marchesato per farsi religioso.
Con il dichiarato scopo di “distrarlo” e con la speranza di “recuperarlo”, papà lo spedisce nelle corti di Madrid, Mantova, Parma, Ferrara, Pavia e Torino, ma il risultato non è quello che si attendeva. Anzi, sembra che il clima corrotto respirato abbia finito per stomacare ancor di più il giovane, che l’anno dopo, davanti ad un padre singhiozzante e ad un notaio incredulo, rinuncia definitivamente ai diritti della primogenitura a favore del fratello e va a Roma con i Gesuiti.
Ha già fatto da solo un buon cammino spirituale, ma adesso preghiera e penitenza mettono le ali al suo desiderio di perfezione. Si divide tra studio, preghiera e opere di carità fino a quando nella Città Eterna scoppia la peste.
Che fa di lui non il martire della fede (anche se ne ha da vendere) ma della carità più squisita. Se la salute gracile non gli permette infatti di essere sempre in prima linea al fianco dei malati, non gli può certo impedire di caricarsi sulle spalle l’appestato scartato da tutti e abbandonato per strada.
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Contagiato anche lui, muore a 23 anni nel 1591, il 21 giugno, giorno in cui la Chiesa adesso lo festeggia dopo che Paolo V nel 1605 lo ha proclamato beato.
Benedetto XIII nel 1726 ha proclamato santo Luigi Gonzaga, il giovane ricco che aveva abbandonato tutto per trovare solo in Dio la sua vera ricchezza.
(Fonte santiebeati.it – Autore: Gianpiero Pettiti)
O amabile San Luigi, la cui illibata purezza rese simile agli Angeli, e l’ardente amore a Dio eguagliò ai Serafini del Cielo, volgete su di me uno sguardo di misericordia.
Voi vedete quanti nemici mi attorniano, quante occasioni insidiano all’anima mia; e come la freddezza del mio amore a Dio mi metta a pericolo di offenderlo ad ogni piè sospinto e di allontanarmi da Lui, lasciandomi adescare ai fallaci piaceri di terra.
Salvatemi Voi, o gran Santo… a Voi mi affido.
Impetratemi Voi ardente amore a Gesù Sacramento ed ottenetemi grazia ch’io sempre mi accosti al Banchetto Eucaristico con cuore puro e contrito, ripieno di fede viva ed umiltà profonda.
Le mie comunioni allora saranno, come le furono per Voi, potente farmaco d’immortalità, soave profumo dell’eterno bacio di Dio.
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