Oggi la Chiesa ricorda la Madonna degli Angeli
Ad Arcola in provincia di La Spezia, la Vergine Maria apparve sopra un rametto di rosmarino, a 5 sorelline mentre si inginocchiavano per recitare l’angelus in un boschetto.
Le apparizioni
Una costante delle apparizioni mariane è quella di verificarsi nei momenti di maggiore crisi della storia dell’umanità per riportare l’uomo all’osservanza delle leggi divine e per infondergli speranza nell’avvenire, un’altra è quella di avere per tramite quasi sempre dei bambini la cui purezza e innocenza diventa un elemento essenziale per la genuinità e l’integrità dei messaggi trasmessi.
Entrambe queste condizioni si sono attuate anche nell’apparizione di Arcola (La Spezia) avvenuta il 21 maggio 1556, festa di Pentecoste.
Le cinque sorelle Barbara, Camilla, Elisabetta, Catarinetta ed Angela, (figlie di Baldassarre Fiamberti e Margherita Blasio) in compagnia dei genitori e dei fratelli originari di Arcola, al termine della messa di Pentecoste del 21 maggio 1566, celebrata nella pieve dei Santi Stefano e Margherita di Baccano, dal sacerdote don Giacomo Picedi, si recarono presso la loro campagna. Al suono della campanella dell’oratorio degli Olivetani, le fanciulle interruppero i loro giochi per raccogliersi in preghiera recitando il Rosario, ricordano al misericordioso Dio l’infelice condizione dalla Chiesa, lo scompiglio del mondo, la desolazione del loro paese, e quando giunsero alla recita dell’Angelus, apparve a loro, sopra l’unica pianta verde, una pianta di rosmarino, una “Signora avvolta in una nuvola luminosa affiancata da due Angeli”.
Secondo la ricostruzione, Maria disse loro tranquillizzandole: “Non temete, o figlie, io sono Maria, la Madre di Gesù Cristo, la Regina degli Angeli” e alzando la mano disse: “Andate, andate, o predilette, dite al popolo che preghi e faccia penitenza; sì, andate e predicate la preghiera e la penitenza. Le vostre suppliche sono salite al mio cuore, ora è tempo di agire: Andate! Andate!”
Le Veggenti riavutesi da tanta grazia: “Ma dolce Signora“, rispondono, “noi siamo pronte a quanto ci dite, ma a predicare noi non siamo atte, non siamo all’altezza“.
“Figliuole – riprende Maria – non temete, col mio aiuto tutto troverete facile. Andate e dite ancora ai buoni villici di innalzare, a mio onore, un tempio in questo luogo“.
E la Vergine alzandosi verso il Cielo, scortata dai suoi Angeli, pian piano si dileguò dagli sguardi di quelle fortunate, lasciandole piene di celeste consolazione e di fiducia. Riavutesi dalla visione si guardano attonite, si mettono in piedi, e frettolose raggiungono la loro casa; estasiate ne parlano ai loro cari, ne informano il Parroco, i paesani. Una gioia indescrivibile, una sicura fiducia corre nell’animo di tutti: Il paese è salvo. Ma la notizia si espande nella vallata, ai paesi vicini e lontani e da tutta la Lunigiana ed oltre, si partono folle di pellegrini ed oranti e penitenti si avviano alle Carbonara (località dell’apparizione), dove trovano conforto, trovano la vera pace, sentono un rinnovamento interno, quella gioia che non è del mondo. I tempi sono tristi ma il popolo vuol acconsentire all’ordine della Madonna e si accinge alla costruzione del tempio in Suo onore.
I lavori per la costruzione della chiesa iniziarono nello stesso 1556 per concludersi nel 1558; il titolo di patrona della comunità di Arcola venne concesso dalla Repubblica di Genova poco dopo.
L’incoronazione ufficiale avvenne nel 1910 per le mani del cardinal Pietro Maffi dell’arcidiocesi di Pisa.
Il processo dell’Apparizione fu compilato da Mons. Gio. Battista Bracelli Vescovo di Sarzana, e dalla Congregazione dei Riti, la Sacra Effigie della Vergine venne dichiarata venerabile e miracolosa.
Intanto numerose grazie confermano la benedizione di Maria su questo posto e su coloro che ne ascoltano gli insegnamenti e, a quasi quattro secoli e mezzo di distanza, la devozione popolare alla Madonna degli Angeli è ancora ben viva ad Arcola e nei dintorni.
PREGHIERA
O santissima Vergine Maria, o Madonna degli Angeli, deh! da codesto vostro trono di misericordia, rivolgete benigna il vostro sguardo sopra di me indegno vostro servo.
Aiutatemi contro le insidie del demonio, impetratemi un perfetto e costante amore al vostro dilettissimo Figlio ed a Voi che siete dopo Lui la mia unica speme.
O mia Regina e Madre deh! fate che in me non venga mai meno un tale amore, ma duri fino alla morte, dopo la quale io sia da Voi condotto alla patria dei Beati. Amen.
(Sette Ave Marie)
A chi visiterà la Chiesa di N. S. degli Angeli in Arcola ed ivi reciterà devotamente la suddetta preghiera con l’aggiunta di sette “Ave Marie” accordiamo l’indulgenza di 100 giorni, da lucrarsi una volta al giorno. La Spezia 5 aprile 1949 + GIUSEPPE STELLA, Vescovo di Luni