Ricordiamo la Beata Maria Raffaella (Santina) Cimatti, religiosa delle Suore della Misericordia per gli Infermi. Condusse una vita umile e nascosta, adoperandosi con cordiale carità e costante attenzione specialmente per i malati e i poveri.
Santina Cimatti nasce a Faenza il 6 Giugno 1861 da una famiglia di umili condizioni (il padre era bracciante, la madre tessitrice). La natura la dota di un volto sorridente sereno e di belle fattezze, illuminato da occhi sereni e profondi. Può dedicare poco tempo agli studi, in quanto la famiglia ha ben presto bisogno del suo lavoro per arrotondare il bilancio familiare, i suoi due fratelli erano entrati fra i salesiani quindi era indispensabile il suo aiuto.
Nel Novembre 1889 divenne religiosa nelle Suore della Misericordia per gli Infermi e assume il nome di Maria Raffaella. Operò inizialmente, per un breve periodo, all’ospedale San Giovanni di Roma e poi fu trasferita presso l’ospedale San Benedetto di Alatri dove fu presto nominata farmacista. Venne così inviata a dirigere la farmacia dell’ospedale di Frosinone, dove rimase venti anni ricoprendovi infine la carica di Superiora.
Nel 1921 tornò ad Alatri. Durante la battaglia di Montecassino si impegnò perché medici e infermieri non venissero meno al loro dovere di assistenza ai degenti dell’ospedale di Alatri, unico rimasto in funzione nelle immediate retrovie del fronte. Per questo si meritò l’appellativo di “Angelo dei malati”. Caduto il fronte di Cassino, durante la ritirata i tedeschi avevano intenzione di far saltare l’ospedale di Alatri, le cui macerie avrebbero bloccato per qualche tempo la strada agli alleati; suor Raffaella collaborò con il vescovo Edoardo Facchini per convincere i tedeschi, che già avevano collocato le mine, a risparmiarlo, poiché i ricoverati erano per la maggior parte intrasportabili. Infine l’ospedale venne salvato.
Nell’ospedale di Alatri rimase fino alla morte avvenuta il 23 giugno 1945. Era voluta restare a compiere la propria missione anche quando, ormai malata, avrebbe potuto ricevere migliori cure altrove.
Viene proclamata beata il 12 maggio 1996. Per la beatificazione è stata riconosciuta la guarigione di un ragazzo, Loreto Arduini, che stava rischiando di morire per il morbillo nel 1970.
Le sue spoglie, custodite dalla sua morte ad Alatri nella chiesa ospedaliera di San Benedetto, il 27 marzo 2010 sono state trasferite con una cerimonia solenne in una cappella della basilica concattedrale di San Paolo, Duomo di Alatri, alla presenza del vescovo Lorenzo Loppa e delle suore ospedaliere della Misericordia.
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