Giuseppe Cafasso è stato un sacerdote che ha dedicato la propria vita alla formazione spirituale e culturale dei futuri sacerdoti e a riconciliare a Dio i poveri carcerati e i condannati a morte.
Giuseppe Cafasso è nato a Castelnuovo d’Asti il 15 Gennaio 1811 da una famiglia contadina, modesta e profondamente religiosa. Ha frequentato le scuole pubbliche al suo paese e poi è entrato nel Seminario di Chieri (Torino).
Difficile era prevedere un futuro di oratore: a scuola andava abbastanza male ed inoltre il suo parlare era sommesso, ma divenne prete a 22 anni ed entrò nel Convitto ecclesiastico torinese del teologo Luigi Guala, dove i neo-sacerdoti potevano approfondire le loro conoscenze. Entrato come allievo, Cafasso vi rimase prima come insegnante, poi come direttore spirituale ed infine come rettore.
Nonostante la mancanza di una voce tonante venne chiamato a predicare. Il suo aspetto era gracile, la sua colonna vertebrale deviata lo faceva apparire gobbo. Divenne amico di don Giovanni Bosco e lo consigliò, indirizzandolo ad aiutare i ragazzi poveri di Torino.
In 24 anni di insegnamento Giuseppe forma generazioni di sacerdoti, dedicandosi anche ad un’intensa opera pastorale verso tutti bisognosi.
Luigi Guala lo spinge a compiere opera di catechesi verso i giovani muratori e i carcerati. Condivide le ore estreme con i condannati a morte ed opera tra i carcerati, cui non fa mancare buone parole e sigari, includendo nel suo servizio anche l’aiuto alle famiglie e il soccorso ai dimessi. Spesso si presentava alle esecuzioni capitali seguendo il condannato a morte fino al patibolo per abbracciarlo, farlo sentire amato e indurlo a riconciliarsi con Dio.
Aveva l’ambizione di portare i condannati a morte subito in Paradiso, senza passare per il Purgatorio e per il recupero dei carcerati, è proprio il caso di dirlo, fece più lui di mille legislazioni .
Al clero piemontese raccomandò di non invischiarsi nelle questioni politiche, perciò non si trovarono più sacerdoti in Parlamento, approvanti le leggi regaliste o pronti a professare l’errore dai pulpiti.
Era dotato nella docenza di calma, accortezza e prudenza, fu, soprattutto, il grande nemico del peccato.
Succeduto al Guala, ne perfeziona l’opera, rifiutando sempre ogni titolo onorifico. Grande amico di don Giovanni Bosco (che lo definirà «modello di vita sacerdotale»), lo aiuta materialmente e moralmente nella sua missione.
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Muore a Torino il 23 Giugno 1860. È stato beatificato nel 1925 e canonizzato da papa Pio XII nel 1947; è il patrono dei carcerati e dei condannati a morte.
I suoi resti si trovano all’interno del Santuario della Consolata, a Torino.
(Fonte www.santiebeati.it – Di Cristina Siccardi/it.wikipedia.org)
Amato San Giuseppe Cafasso,
tu che fosti l’apostolo dei muratori,
dei carcerati, dei condannati a morte,
della povera gente del tuo tempo,
fa’ che coloro che conducono una vita di miseria
possano sentire l’amore di Dio vicino a loro.
Ti affidiamo soprattutto coloro che hanno
il carcere del peccato nel cuore
o che sono reclusi a causa dei loro errori;
intercedi per tutti il pentimento sincero
e la potenza della Misericordia di Dio.
Intercedi per noi il dono di una fede sincera,
di una speranza viva, di una carità fedele.
Ottienici dal Signore,
per la tua potente intercessione,
le grazie di cui la nostra vita necessita,
e veglia e proteggi sui nostri cari.
San Giuseppe Cafasso, prega per noi!
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