Luigi IX di Francia, conosciuto come San Ludovico, è stato il quarantaquattresimo re di Francia. Era uomo di fede e terziario francescano.
Nasce a Poissy, in Francia, il 25 aprile 1214. A 12 anni venne consacrato Re di Francia con il nome di Luigi IX. Per alcuni anni, vista la sua tenera età, la madre assicurò con decisione la reggenza.
Bianca di Castiglia (la mamma), però, non godeva delle simpatie del popolo di Francia in quanto straniera. I suoi più accaniti denigratori erano soprattutto i nobili, membri di un’aristocrazia che andava diventando sempre più potente e che nutriva alcuni dissapori verso tutta la famiglia reale.
Nel 1227 il duca di Bretagna tentò infatti di rapire il giovane sovrano, ma Luigi IX fu portato in salvo dai parigini, che aiutarono a sventare il misfatto. In seguito, per evitare ulteriori attentati, il giovane re si circondò di numerosi vassalli, primo fra tutti il conte di Champagne, Tibaldo IV. Di quest’ultimo era vassallo Jean de Joinville, cavaliere dall’animo nobile e pio, che molti anni più tardi scrisse la biografia ufficiale del sovrano divenuto poi santo.
Nei primi anni di regno, Luigi IX si occupò della questione della Crociata contro gli Albigesi, che durava dal 1209 e aveva portato allo sterminio di tutti i Càtari presenti in Occitania. Nel 1229 decise dunque, assieme alla regina madre, di firmare un accordo con Raimondo VII conte di Tolosa (detto “Il giovane“), accanito sostenitore della causa càtara. Fu così che venne stipulato il trattato di Parigi, con il quale il conflitto voluto da papa Innocenzo III che aveva messo in ginocchio il sud della Francia per vent’anni ebbe finalmente termine. Ne seguì il fidanzamento tra Giovanna di Tolosa (figlia di Raimondo) e Alfonso di Poitiers, fratello minore di Luigi, nonché l’acquisizione di numerosi territori da parte della Francia.
Nel 1230 vi fu anche una sorta di riconciliazione del sovrano anche con la nobiltà , quando, nella cittadina di Melun, gli aristocratici francesi, ostili a Bianca di Castiglia, andarono a rendere omaggio al giovane re.
Il fatto che Luigi IX riuscisse a farsi ben volere anche da una nobiltà molto ostile era dovuto essenzialmente al suo buon carattere: fin dai primi anni, fu a tutti manifesto l’animo mite e profondamente equo del nuovo re, che dette subito prova di grandissimo valore morale, correttezza e devozione cristiana. Di lui si diceva che partecipasse a numerosi riti liturgici più volte al giorno, che mantenesse sempre la parola data e che avesse un gran senso dell’umorismo.
Era inoltre un collezionista di reliquie, e fra queste vi era la corona di spine vendutagli dal cugino Baldovino II, imperatore di Bisanzio, per un’ingentissima somma di denaro, la quale si diceva essere appartenuta a Gesù Cristo in persona. Il re Luigi non si limitò a sborsare una cifra esorbitante pur di averla – strappandola ai Veneziani a cui era stata precedentemente promessa – ma la fece custodire a Parigi presso un luogo di culto fatto appositamente edificare: la Sainte-Chapelle (Santa Cappella), importante edificio e luogo di preghiera ammirabile ancora oggi nella capitale francese. Si iscrisse anche al Terzo Ordine Francescano.
Ma le sue doti più importanti erano, come già detto, soprattutto il senso della giustizia e la profonda correttezza: non solo le esercitò sempre egli stesso, ma si preoccupò che queste due qualità venissero adoperate anche da ciascun funzionario dell’impero, assicurandosi che non fossero commessi abusi di alcun tipo. Per questo ridefinì il ruolo del Parlamento e del Consiglio Regio e dichiarò non valide le sentenze emesse dai tribunali senza confutazione delle prove. Questa sua estrema correttezza fece sì che in più occasioni venisse convocato a fare da arbitro nelle dispute politiche francesi ed estere (come quella tra il re Enrico III d’Inghilterra e i baroni che gli si erano rivoltati contro). Oltre che santo, fu infatti un abile statista che assicurò grande prosperità all’interno del regno.
Nel 1234 sposò Margherita di Provenza, dalla quale ebbe ben undici figli. Fra questi vi fu Filippo, così chiamato in ricordo dello zio paterno deceduto all’età di nove anni, che divenne re di Francia, alla morte del padre, col nome di Filippo III.
Dopo aver riportato nel 1242 alcune vittorie sull’esercito inglese, che pretendeva per sé alcune regioni del sud-ovest della Francia (soprattutto l’Aquitania, un tempo facente parte dei domìnii britannici), nel 1258 Luigi IX decise di indire una pace duratura con l’Inghilterra attraverso il Trattato di Parigi (o Trattato d’Abbeville), da non confondere con quello stipulato nel 1229 con Raimondo VII di Tolosa, benché abbiano lo stesso nome.
Nel 1244 fu colto da una fortissima febbre, dalla quale si salvò miracolosamente. In seguito a tale evento, reputandolo una grazia ricevuta da Dio, decise di condurre una crociata in Terra Santa, e precisamente la settima crociata (1248-1254), per liberare Gerusalemme dal dominio musulmano sotto cui si trovava dal 1245. Poco prima di partire dal porto di Aigues-Mortes, in Occitania, volle, in segno di penitenza e purificazione prima della grande prova di fede che si accingeva a compiere, attraversare il regno a piedi vestito da pellegrino.
Sbarcato in Egitto dopo una breve sosta a Cipro, assieme ai fratelli minori Carlo e Roberto e ad un cospicuo numero di soldati (fra cui anche Jean de Joinville, che lo raggiunse nel 1250 e che divenne suo intimo amico e consigliere), Luigi IX guidò diverse battaglie contro i Turchi e i Saraceni conquistando la città di Damietta (1249) finché una forte pestilenza decimò il suo esercito decretandone la sconfitta.
Fu poi fatto prigioniero nella battaglia di Mansura (1250), nella quale perse la vita suo fratello Roberto, conte d’Artois. Assieme ad alcuni soldati e al fratello Carlo D’Angiò, fu tenuto in ostaggio dai Turchi per qualche tempo, ma fu poi rilasciato dopo il pagamento di un riscatto. Un episodio che dimostra il profondo senso di correttezza che Luigi aveva verso tutti – sia cristiani che saraceni – è il fatto che, quando gli fu fatto sapere dai suoi cavalieri che, con un raggiro, era stato dato ai Turchi meno di quanto pattuito, si impegnò perché venisse restituita ai nemici la differenza.
Una volta libero, poi, rimase ancora qualche anno in Terra Santa (esattamente in Turchia, Libano e Palestina) assieme alla moglie e agli altri fratelli, compiendo numerose opere di bene e aiutando la popolazione cristiana del luogo. A causa di ciò, si sparse ben presto in tutto l’Oriente la leggenda del “re santo” a cui diversi pellegrini facevano visita nell’accampamento come ad una figura religiosa in una chiesa.
Ormai consapevole di aver perso la crociata, Luigi IX rientrò in Francia l’11 luglio 1254.
A partire dal 1256 rafforzò il potere dei balivi (baillis) e dei prevosti (prévôts), funzionari territoriali istituiti dal nonno Filippo II (noto anche come Filippo Augusto) che avevano il compito di vigilare sulla popolazione e di assicurare l’amministrazione della giustizia. Uno di questi funzionari fu Étienne Boileau, che divenne prevosto nel 1261 e pubblicò i “Libri dei Mestieri” (Livres des Métiers). Uomo altrettanto equo quanto il re, seppe ben ricoprire il suo ruolo e risanare l’attività commerciale della Francia.
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Nel 1270 il re Luigi volle tornare in Terra Santa. Indisse perciò l’ottava crociata (l’ultima crociata della storia), ma i suoi vassalli che gli erano stati al fianco nella crociata precedente non lo seguirono, in quanto ancora molto provati dalla drammatica esperienza del 1248. Luigi partì dunque con tre dei suoi figli (Pietro, Giovanni e l’erede al trono Filippo) ma questa seconda impresa fu ancora più tragica della prima: non solo il re non riuscì a riconquistare il Santo Sepolcro, ma perse la vita per una grave pestilenza, il 25 agosto 1270 a Tunisi. Assieme a lui, morì anche il figlio Giovanni, e l’anno dopo il fratello Alfonso di Poitiers con sua moglie Giovanna di Tolosa.
L’anno successivo, ebbe inizio una lunga indagine da parte delle autorità religiose per stabilire la santità di Luigi IX, che venne sepolto inizialmente in Sicilia. La sua salma fu poi riportata in Francia dal fratello Carlo D’Angiò, e sepolta nell’abbazia di Saint-Denis.
Alla fine, nel 1297, papa Bonifacio VIII canonizzò il re col nome di “San Luigi dei Francesi”.
Oggi San Ludovico è patrono del Primo e Terzo ordine Francescano.
(Fonte francesefacile.altervista.org – di Elisa Quaglia)
O Dio, che ha chiamato il tuo servo Luigi re di Francia ad un trono terreno che potrebbe aggiungersi al tuo regno dei cieli, e deste lui lo zelo per la vostra Chiesa e l’amore per il tuo popolo: concedici in questo giorno di commemorazione la grazia di azioni buone, e raggiungere la gloria dei tuoi santi; per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, che vive e regna con te e lo Spirito Santo, un solo Dio, per i secoli dei secoli. Amen.
Oppure:
Glorioso San Ludovico oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna…
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