Gregorio VII, nato Ildebrando di Soana è stato il 157º papa della Chiesa cattolica..
Ildebrando è nato probabilmente a Soana, in Toscana, verso il 1020/1025. Poche le notizie dei suoi primi anni di vita.
Fin dall’adolescenza si trovava a Roma, dove fu probabilmente monaco benedettino nel monastero di santa Maria sull’Aventino.
Fu scelto come uomo di fiducia dal papa Leone IX e da quel momento divenne l’anima della riforma della Chiesa e consigliere fidato di papi. Nel 1054 e nel 1056 fu legato pontificio in Francia. Nel 1073, alla morte di Papa Alessandro II, venne unanimemente eletto al Soglio Pontificio e prese il nome di Gregorio VII.
Come pontefice portò avanti con grande energia un’importante opera di riforma per purificare la Chiesa da ogni forma di simonia. Si trovò a lottare contro interessi coalizzati e casate aristocratiche da tempo abituate a scegliersi i loro vescovi.
In particolare fu il campione della “lotta delle investiture”: il suo pontificato iniziò con l’annuncio che si sarebbe battuto fino in fondo per la libertà della Chiesa dalle ingerenze politiche.
Il suo Dictatus papae codificava la sua visione di una Chiesa fortemente accentrata sul pontefice, dove affermò perentoriamente la superiorità del Pontefice su ogni altra autorità terrena con il potere anche di destituire l’imperatore, esonerando i sudditi dall’obbedienza.
Enrico IV (imperatore del Sacro Romano Impero) gli si oppose apertamente, rifiutandogli l’obbedienza e sobillando alla ribellione non solo i principi tedeschi ma anche i vescovi dell’Italia settentrionale e il prefetto di Roma.
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Il papa lo scomunicò e l’imperatore fu costretto poco dopo a umiliarsi, ottenendo a Canossa il perdono, alla presenza della marchesa Matilde e dell’abate Ugo di Cluny. Subito dopo, però, riprese a nominare vescovi e abati. Nuovamente scomunicato, fece eleggere a Bressanone un antipapa e con lui scese a Roma con un forte esercito, occupandola.
Chiuso dapprima in Castel Sant’Angelo, Gregorio VII si rifugiò a Salerno, dove morì il 27 maggio 1085, pronunciando la famosa frase: “Ho amato la giustizia e ho odiato l’iniquità, perciò muoio in esilio”.
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O glorioso S. Gregorio, che nella Chiesa fosti come una stella che l’illuminò con l’esempio e la parola, affinché nelle turbinose vicende del tempo rimanga sempre “libera, casta e cattolica”, prega per noi! Il tuo aiuto rafforzi in noi la fede della Chiesa Cattolica, riconoscendola come madre e maestra.
Pater, Ave, Gloria
Invitto Pontefice, quale vigile custode della Chiesa, tu fosti impavido nella lotta contro i suoi potenti nemici: ottieni a noi dal Signore la forza di resistere ad ogni tentazione del Maligno, perché prevalga in noi la fedeltà alla Chiesa nostra madre e si rinsaldi nel nostro cuore un ardente amore per il Signore.
Pater, Ave, Gloria
Angelo tutelare della nostra città, dove giungesti nella tristezza dell’esilio, che accettasti quale partecipazione alla passione redentrice del Cristo, vieni in nostro aiuto! Fai in modo che nel ricordo del tuo esempio e delle tue sofferenze affrontiamo ogni sacrificio, affinché il peccato non trionfi nel nostro cuore e si affermi nella nostra società la giustizia tra gli uomini e l’obbedienza al Signore.
Pater, Ave, Gloria
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