Se si predica rischiara l’intelletto, infiamma la volontà; se si pensa, nutrisce l’Anima amante, e l’infervora; se s’invoca, lenisce il cuore e lo rinforza. Infatti osserviamo, che se alcun Fedele da tristezza ritrovasi oppresso per arte del comun Nemico, o in alcun caso sinistro incontrasi di avversa fortuna, dal suo cuore passando Gesù alla lingua, al lume nato di questo nome, si sgombra l’oscurità delle tenebre, ritorna serena la mente, prende forza il cuore, rallegrandosi le potenze, e tutto respira alla vita.
Per questo appunto l’Apostolo Paolo, allorché dal medesimo Divino Verbo fu costituito promulgatore del suo gloriosissimo Nome, oltre il ripeterlo sovente con la lingua, lo imprimeva nelle sue Epistole dirette ai Corinti, ai Galati, ai Colossensi, agli Ebrei, ed in tutte le altre Nazioni inviate, avendo per esperienza quando dolce sia il Nome di Gesù, e soave, e quanto valevole a sgombrare le tenebre del Gentilesimo per ridurli nelle strade amene della perfetta credenza.
O noi pur troppo avventurosi, se in ogni caso avverso, in ogni occasione sinistra invocaremo il Gloriosissimo Nome di Gesù, e chiamandolo con la lingua gli consacreremo il nostro cuore; In allora il nostro spirito assaggerà quella dolcezza soave, che non si ritrova in qualunque cosa creata di questo mondo.
Amabilissimo Gesù! Voi siete il Signore degli Angeli, il Creatore del Mondo, il Principe Sovrano dell’Universo, e perciò siete il mio Signore, ed il mio Dio: Domine meus, et Deus meus.
Vi ringrazio, che avete voluto prender questo nome santissimo per nostra consolazione, per nostra salute, e conforto: e siccome in questa valle di lagrime abbiamo ricorso al vostro gloriosissimo nome nelle nostre occorrenze, invocandolo dolcemente, così possiamo chiudere i nostri giorni in pace dicendo: Viva Gesù, Viva il nostro Salvatore.
Si diranno Nove Pater, Ave, e Gloria in onor della dolcezza, e soavità dello stesso Nome.
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