San Virgilio di Salisburgo è stato un abate, vescovo e astronomo cattolico.
Era nato in Irlanda da una famiglia di nobili, intorno al 700 d.C.; poco sappiamo della sua infanzia e gioventù. Fu monaco e poi abate di Aghaboe ma anche uno stimato geometra.
Verso il 743 lasciò l’Irlanda per la Francia; si fermò a studiare nel monastero di Quierzy-sur-Oise, presso Laon.
E in quest’occasione viene presentato al nuovo padrone della Francia: Pipino, detto “il Breve” perché è piccoletto, il quale ha messo fine al potere dei sovrani merovingi.
Pipino aveva esteso la sua sovranità anche alla Baviera e a parte dell’Austria, e vuole fare di Virgilio il vescovo di Salisburgo.
Lui accetta subito. Anzi, comincia a fare il vescovo ancora prima di essere consacrato. Ma lì sul posto viene subito combattuto come abusivo da chi non gradisce il suo dinamismo e il suo rigore (sembra che debba poi correre a Roma per la consacrazione).
Lavora a Salisburgo e nelle campagne come in Irlanda, su due priorità: istruzione religiosa e soccorso ai poveri. E usa le sue solite forze di prima linea: i monaci, specialmente quelli di Innichen (San Candido, Alto Adige) e del Kremsmünster, in diocesi di Linz.
L’efficacia del suo lavoro è documentata dal fatto più convincente: lui, il forestiero accolto con diffidenza, ora è richiesto da tante parti; città e paesi vogliono i suoi missionari.
A Salisburgo fa costruire la cattedrale, centro solenne e stabile di una comunità che va facendosi adulta. E quando muore, viene sepolto lì, con grandi onoranze. Onorato e poi dimenticato.
Quattrocento anni circa dopo la morte, un incendio distrugge la cattedrale: e, negli scavi per la ricostruzione, ecco emergere la sua bara. È come se Virgilio fosse appena morto: si diffondono voci di miracoli, si raduna gente in preghiera.
La figura del vescovo d’Irlanda riemerge dal silenzio: se ne richiede la canonizzazione.
Nel 1230 il processo canonico incomincia, si raccolgono le testimonianze da mandare a Roma e nel 1233, Gregorio IX proclama santo il vescovo Virgilio.
Solo nel 1740 il suo nome sarà accolto nel Martirologio romano.
(Fonte santiebeati.it – Autore: Domenico Agasso)
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Glorioso San Virgilio oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna. Amen.
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