Il Papa incontra nella Sala Clementina, -lo stesso luogo in cui l’11 febbraio annunciava la sua rinuncia-, i Cardinali presenti a Roma. E’ opportuno riportare il testo breve, ma denso del suo intervento di saluto: “Venerati e cari Fratelli! Con grande gioia vi accolgo e porgo a ciascuno di voi il mio più cordiale saluto. Ringrazio il Cardinale Angelo Sodano che, come sempre, ha saputo farsi interprete dei sentimenti dell’intero Collegio: Cor ad cor loquitur. Grazie Eminenza di cuore. E vorrei dire – riprendendo il riferimento all’esperienza dei discepoli di Emmaus – che anche per me è stata una gioia camminare con voi in questi anni, nella luce della presenza del Signore risorto. Come ho detto ieri davanti alle migliaia di fedeli che riempivano Piazza San Pietro, la vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di grande aiuto nel mio ministero. In questi otto anni, abbiamo vissuto con fede momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa, assieme a momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo. Abbiamo cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale, che è l’anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che ci viene da Cristo, che solo può illuminare il cammino. Insieme possiamo ringraziare il Signore che ci ha fatti crescere nella comunione, e insieme pregarlo di aiutarvi a crescere ancora in questa unità profonda, così che il Collegio dei Cardinali sia come un’orchestra, dove le diversità – espressione della Chiesa universale – concorrano sempre alla superiore e concorde armonia. Vorrei lasciarvi un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore: un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi – possiamo dire – la ragione e la passione della vita.
Mi lascio aiutare da un’espressione di Romano Guardini, scritta proprio nell’anno in cui i Padri del Concilio Vaticano II approvavano la Costituzione Lumen gentium, nel suo ultimo libro, con una dedica personale anche per me; perciò le parole di questo libro mi sono particolarmente care. Dice Guardini: La Chiesa “non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino…, ma una realtà vivente… Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi… Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo”. È stata la nostra esperienza, ieri, mi sembra, in Piazza: vedere che la Chiesa è un corpo vivo, animato dallo Spirito Santo e vive realmente dalla forza di Dio. Essa è nel mondo, ma non è del mondo: è di Dio, di Cristo, dello Spirito. Lo abbiamo visto ieri. Per questa è vera ed eloquente anche l’altra famosa espressione di Guardini: “La Chiesa si risveglia nelle anime”. La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che – come la Vergine Maria – accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo. Attraverso la Chiesa, il Mistero dell’Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi. Rimaniamo uniti, cari Fratelli, in questo Mistero: nella preghiera, specialmente nell’Eucaristia quotidiana, e così serviamo la Chiesa e l’intera umanità. Questa è la nostra gioia, che nessuno ci può togliere. Prima di salutarvi personalmente, desidero dirvi che continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all’azione dello Spirito Santo nell’elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza. Per questo, con affetto e riconoscenza, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica”.
La risposta del mondo al saluto del Papa ai Cardinali, è stata molto positiva. Tantissimi hanno lasciato sui social network, parole di ringraziamento. Il discorso pronunciato ha toccato il cuore. Le affermazioni profonde, sentite, piene di affetto hanno suscitato un’ondata di emozioni difficilmente riproponibili nelle sterili righe di un articolo. E’ il miracolo della fede. Dio fà sentire la sua presenza in mezzo agli uomini, da coloro che sono toccati dalla sua grazia. Ecco una bella testimonianza in merito: “Santità, non so se lei leggerà mai questo post, ma in cuor mio sento di doverlo scrivere. Quando l’11 Febbraio scorso ho appreso delle sue dimissioni, mi sono messo a ridere, pensavo fosse la solita trovata giornalistica, alla quale sarebbe seguita una pronta smentita con tanto di scuse. Tutto ciò mi sembrava talmente assurdo che non potevo; non volevo crederci. Quando poi col passare del tempo ho capito che era tutto vero, sono stato assalito da tanta malinconia e da un profondo senso di solitudine, che in questi giorni, all’avvicinarsi del 28 Febbraio, si è ulteriormente accentuato. La mia mente va al maggio del 2005; non ricordo bene la data, lei era stato eletto da poche settimane ed io ero li, in piazza San Pietro per l’udienza generale, lei mi è passato vicino e l’emozione è stata fortissima. Da allora sono state tantissime le volte in cui sono andato a San Pietro, l’ultima proprio durante le ultime feste natalizie, ma mai in occasione di udienze. Più volte mi sono riproposto di andare per l’Angelus, ma per un motivo o per l’altro questo non è accaduto; e oggi alla malinconia di cui parlavo prima, si aggiunge il rimpianto per quell’occasione persa per sempre. Un altro momento bellissimo che ricordo con tanta gioia è stata la beatificazione di Giovanni Paolo. Nei giorni immediatamente precedenti ero a Roma, per la Pasqua, e sono andato anche a San Pietro dove erano in corso i preparativi; ero anche tentato di trattenermi per la cerimonia, ma data la grande folla prevista ho preferito seguirla in televisione e registrarla, e ora la custodisco nel mio PC. Santità in queste settimane ho sperato che lei cambiasse idea, ma ciò non è accaduto. Lei con il suo gesto ha dimostrato grande coraggio, facendo una scelta storica, radicale, e io per questo la ammiro; io che questo coraggio non l’ho mai avuto e per questo continuo a vivere una vita di solitudine, mediocre, che non mi appartiene. Santità, la mia speranza è che lei possa, anche da “pensionato” continuare ad essere un punto di riferimento par tutti noi, e anche per il nuovo Papa che certamente potrà contare sui suoi consigli e sulla sua grande esperienza. Chiudo facendole i miei più sentiti auguri par una lunga vita di salute piena di soddisfazioni. Santità grazie per quello che ci ha dato e spero continuerà a darci”.
Nel cortile san Damaso, gli svizzeri sono scherati per dare l’ultimo saluto a Ratzinger. Viene atteso dal personale della Curia Romana per l’ultimo abbraccio. Si respira aria di grande commozione. L’autista bacia la mano con le lacrime agli occhi. Con tre rintocchi della Patarina, la storica campana del campanile di Palazzo Senatorio, Roma Capitale saluta Benedetto XVI. Quando l’elicottero con il Pontefice Emerito ha sorvolato piazza del Campidoglio i presenti hanno applaudito e poi sventolato in alto i volantini che raffigurano i manifesti realizzati per il Pontefice, con su scritto: “Rimarrai sempre con noi. Grazie”. In piazza c’erano, oltre al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, i rappresentanti di Giunta e Assemblea capitolina, lo staff dell’amministrazione, alcuni dirigenti, turisti e cittadini ai quali è stato regalato il volantino con l’immagine del Papa. Dopo aver sorvolato la Capitale Benedetto XVI arriva a Castel Gandolfo. L’elicottero, atterra nell’eliporto della cittadina sui Colli Albani, a poca distanza dal Palazzo pontificio dove il Papa uscente risiederà nei prossimi due mesi. Le campane della Cattedrale di Albano e della Parrocchia Pontificia, hanno suonato come segno di affetto a Papa Benedetto. L’entusiasmo della folla (presenti circa 10 mila fedeli), è esplosa quando è apparso dal balcone che affaccia sulla piazza. “Grazie per la vostra amicizia” – ha detto il Papa dalla finestra della residenza estiva-, dalle 20 di questa sera non sarò più Pontefice, ma sarò un pellegrino. Ma voglio ancora lavorare per il bene della chiesa. Grazie di cuore, cari amici sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato”, ha aggiunto. A termine del breve ma intenso saluto, il Papa saluta i presenti e dispensa sorrisi alla folla. Gli striscioni, le invocazioni, le mani alzate in segno di accoglienza vorrebbero fermare il tempo, la fine del Pontificato. La storia continua. La Chiesa cammina nella sofferenza nell’attesa di contemplare il volto del Signore risorto, unica speranza dell’umanità.
Alle 20 in punto Benedetto XVI non è più Papa. Allo scoccare dell’ora è stato chiuso il portone del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, segno della fine del pontificato. Le guardie svizzere smontano quindi dal loro servizio. Lasciano il testimone alla Gendarmeria Vaticana. Ad immortalare il tutto almeno 150 fotoreporter, una cinquantina di telecamere ed oltre un centinaio di fotografi. Pochi minuti prima dalla piazza, si è levato un grido: “Viva il Papa” accompagnato da un fragoroso applauso. Ora il Collegio dei Cardinali dovrà decidere quando insediare il Conclave e soprattutto se anticipare la data per l’elezione del nuovo Pontefice. Concludo con le parole di saluto trovate nel mio profilo twitter, postate da una ragazza. Ho ritenuto opportuno riprendere le parole di affetto e condividerle con tutti: “Ciao Papa, anzi ciao papissimo… ci mancherai… ti vogliamo bene”. Il Pontificato di Papa Benedetto è terminato, ma il cammino verso Cristo continua. di Ornella Felici
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