Santi protomartiri della Santa Chiesa di Roma, che accusati dell’incendio della Città furono per ordine dell’imperatore Nerone crudelmente uccisi con supplizi diversi. Alcuni, infatti, furono esposti ai cani coperti da pelli di animali e ne vennero dilaniati. Altri furono crocifissi e altri ancora dati al rogo, perché, venuta meno la luce del giorno, servissero da lampade notturne. Tutti questi erano discepoli degli Apostoli e primizie dei martiri che la Chiesa di Roma presentò al Signore. Il loro emblema è la palma.
La ricorrenza dei Primi martiri della Chiesa romana commemora i santi rimasti senza nome, i quali morirono atrocemente a causa della persecuzione scatenata dall’imperatore Nerone (54-68) a Roma, a partire dal luglio 64 e protrattasi fino al 67.
La persecuzione avvenne in seguito all’incendio di Roma, scatenatosi nella notte del 18 luglio 64 e fu un’iniziativa dell’imperatore, il quale tentò di utilizzare questa mossa sanguinaria per allontanare da sé l’ira del popolo. Lo storico latino Tacito che pur non vedeva di buon grado questa setta nascente, nei suoi Annales, non nascose una certa compassione verso i Cristiani.
Per cercare di discolparsi, Nerone scaricò sui seguaci di Cristo le colpe che lo mettevano in cattiva luce di fronte ai suoi sudditi, accusandoli di qualsiasi calamità avventatasi su Roma. Le conseguenze del suo vile gesto furono atroci per i Cristiani e perdurarono per ben quattro anni.
I metodi di esecuzione per uccidere i cristiani erano veramente crudeli. Numerosi cristiani, presso i giardini del colle Oppio, vennero cosparsi di pece e venne appiccato loro fuoco affinché fornissero luce nella notte; bambini e donne vennero ricoperti della pelle di alcuni animali e offerti in pasto alle bestie feroci; altri cristiani vennero invece crocifissi o ancora decapitati.
Tra le vittime più illustri di questa persecuzioni ci furono i due più grandi apostoli, capostipiti della Chiesa Romana: San Pietro, condannato al supplizio della crocifissione nel circo neroniano, e San Paolo, l’instancabile missionario, decapitato alle Aquae Salvie verso l’anno 65 (o 67). Fonte it.cathopedia.org
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