María Isabel Salvat Romero, in religione Maria Purissima della Croce, è stata una religiosa spagnola davvero speciale. Scopriamo insieme il perché…
Nasce a Madrid il 20 febbraio 1926, dai coniugi Ricardo Salvat Albert e Margarita Romero Ferrer. Venne iscritta nello stesso collegio della sorella, Margarita, tenuto dalle “Madri irlandesi” dove si trovò subito molto bene: il suo sorriso conquistava sia le suore sia le altre bambine. Il 24 maggio 1932 fece la sua Prima Comunione.
Allo scoppio della guerra civile spagnola, nel 1936, dovette fuggire a Figueira da Foz, in Portogallo e tornò in patria due anni dopo.
María Isabel godeva complessivamente di buona salute, anche se era incline a prendere il raffreddore. In una di quelle occasioni, rimasta in casa, confidò a Margarita che, alcuni giorni prima, era rimasta commossa per aver visitato con la zia Carmen, suora delle “irlandesi”, una famiglia bisognosa.
Da quel momento le era sorto in cuore il desiderio di vivere come i bambini poveri che ne facevano parte. Aveva capito che Gesù li amava molto e lei stessa sentiva di amare molto Gesù.
Appena guarì, andò a portare di persona delle scarpe nuove a quei piccoli. La vita di collegio proseguì e, di pari passo, cresceva nella ragazza l’amore per la Vergine Maria.
Con alcune compagne, il 10 dicembre 1943, aderì all’associazione delle Figlie di Maria e ogni sabato s’impegnava a compiere qualche azione speciale per farle piacere.
Un giorno bussò alla porta di casa per la questua una religiosa, suor Ana Maria, che faceva parte delle Sorelle della Compagnia della Croce. Tornò altre volte per aggiornare la mamma della futura santa sulla situazione di alcuni ammalati, che lei aiutava come poteva.
In María Isabel, che ascoltava quelle conversazioni, iniziò a sorgere il desiderio di seguire quella stessa strada.
Prese quindi a frequentare il convento delle Sorelle e, dopo aver lungamente pregato, si confidò in primo luogo con Margarita, che però l’avrebbe vista meglio tra le “irlandesi”.
Infine, comunicò la sua decisione alla madre, che l’abbracciò felice e, prendendola per mano, la condusse di fronte a un busto del Sacro Cuore di Gesù, che si trovava nel salone di casa. Pregarono insieme, poi l’incoraggiò a non perdere tempo nel rispondere a quella chiamata. Mancava da avvisare il padre, ma la madre seppe preparare bene il terreno. Così, ormai diciottenne, l’8 dicembre 1944 entrò come postulante nella Compagnia delle Sorelle della Croce.
Compì la vestizione religiosa il 9 giugno 1945, assumendo il nuovo nome di suor Maria della Purissima della Croce. La professione temporanea avvenne il 27 giugno 1947, mentre quella perpetua fu il 9 dicembre 1952.
Sin dal noviziato le sue virtù si accrebbero continuamente. Inoltre, grazie all’educazione ricevuta, conosceva bene tre lingue: il francese, l’inglese e l’italiano. Per le sue doti umane e spirituali, appena professa fu destinata alla casa di Estepa e 5 anni dopo, nel 1959, fu eletta Superiora di questa comunità.
Nel 1966 venne chiamata alla Casa madre di Siviglia, dove servì come ausiliare del noviziato e poi come maestra delle novizie. Tre anni dopo, la Compagnia della Croce tentò un’organizzazione in Province: suor Maria della Purissima fu responsabile di una di esse, ma l’esperienza non ebbe seguito. Divenne quindi Consigliera Generale e, in seguito, Superiora della comunità di Villanueva del Río y Minas, provincia di Siviglia. Durante quel mandato si svolse il Capitolo Generale: l’11 febbraio 1977 venne eletta Madre Generale. Per altre due volte fu rieletta all’unanimità.
L’evento più grande del suo generalato fu la beatificazione di suor Angela della Croce (fondatrice del suo ordine), svolta a Siviglia nel novembre 1982 per opera di san Giovanni Paolo II, durante il suo primo viaggio apostolico in Spagna.
Terminata la celebrazione, il Papa visitò il convento delle suore per pregare davanti al corpo incorrotto della neo-beata e parlò a lungo con madre Maria della Purissima. Pur rivestendo una responsabilità così grande, ella cercò sempre di passare inosservata e di attirare l’attenzione il meno possibile.
Le sue cure maggiori erano rivolte verso le donne anziane e ammalate: quand’era superiora a Villanueva del Rio y Minas, scendeva personalmente nelle caverne dove abitavano e, con sua gran gioia, preparava loro da mangiare, le lavava e faceva il bucato.
Grande era anche la sua preoccupazione per le consorelle, in particolare per quelle che incontravano difficoltà: era per tutte una madre comprensiva, dedicava tempo ad ascoltare e consigliare le sue figlie, infondendole amore e fedeltà alla vocazione, spirito di fede, di abbondono e ubbidienza alla volontà di Dio.
In una sua lettera circolare, lasciò scritto: «Quanto più è forte il nostro amore per il Signore, tanto più amiamo la nostra vocazione e ci entusiasma tutto ciò che ci compete: l’amore per i poveri, lo stare ai piedi di tutti… perché vediamo in esso delle occasioni per dimostrare a Lui il nostro amore».
Nel frattempo, la Compagnia della Croce crebbe di numero, tanto da rendere necessarie le nuove fondazioni di Puertollano, Huelva, Cadice, Lugo, Linares e Alcázar de S. Juan. Anche in Italia se ne creò una, a Reggio Calabria (nel 1984), per l’assistenza delle anziane inferme e ammalati a domicilio.
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Nel 1994 apparve la grave malattia che la condurrà alla morte: durante l’estate di quell’anno fu sottoposta a una mastectomia (asportazione di una mammella) e in poco tempo riprese la sua attività normale, adempiendo tutti gli obblighi inerenti alla sua carica come se nulla fosse successo.
Nei quattro anni che sopravvisse raddoppiò il suo sforzo per infondere unione, gioia, e un grande amore a Dio in tutte le Sorelle: accanto a lei si respirava Dio.
A settembre del 1998, madre Maria della Purissima iniziò una ulteriore visita canonica alle comunità in America del Sud. Intraprese il viaggio accusando già febbre alta, ma non si fermò fino al ritorno a Siviglia. A causa del malessere era divenuta inappetente, ma cercava di non pesare alle consorelle.
Nel mese di novembre si recò dal medico per avere i referti di alcuni esami, chiedendogli di essere sincero nei suoi confronti: aveva ormai cinquant’anni di professione religiosa alle spalle e la morte non le faceva paura.
Il medico, ringraziandola per avergli facilitato il compito di darle una notizia tanto gravosa, le spiegò la natura del suo male: un tumore al fegato e ai polmoni. Sorridendo, la religiosa citò il Salmo 122: «Quale gioia, quando mi dissero: “Andiamo alla casa del Signore!”».
Il 30 ottobre 1998, dopo aver ricevuto un ciclo di chemioterapia, si ritirò in infermeria perché si sentiva stanca. Muore all’alba del 31 ottobre, aveva 72 anni.
Per la causa di beatificazione fu presa in esame la guarigione di Ana María Rodríguez Casado, di Palma del Condado, che era nata con una cardiopatia congenita e senza la vena cava inferiore, motivo per cui era portatrice di un pace-maker da quando aveva tredici mesi.
Una notte del gennaio 2004, a soli 3 anni, sviene tra le braccia della madre: colpita da un arresto cardiorespiratorio, causato dalla rottura di un cavo del dispositivo che le era stato installato. Per via della carenza di ossigeno al cervello, dopo una lunga degenza in ospedale, è ricondotta a casa in sedia a rotelle: era come una bambola di stoffa.
Due Sorelle della Compagnia della Croce diedero alla mamma di Ana María un’immaginetta di madre Maria della Purissima: lei, mossa dal dolore e dalla disperazione, iniziò a passarla sulla testa della bambina.
Pochi minuti dopo, appena le suore si furono allontanate, la bambina chiamò la madre e la nonna, chiedendo di essere aiutata a scendere dalla carrozzella perché voleva camminare.
Nel giro di pochi giorni, riprese a parlare normalmente.
Il 2 luglio 2009 i membri della Consulta Medica della Congregazione dichiararono che la guarigione presa in esame era scientificamente inspiegabile. Il 5 dicembre, i periti teologi si pronunciarono unanimemente circa l’effettivo miracolo. Anche i cardinali e i vescovi membri della Congregazione, il 2 marzo 2010 si pronunciarono in maniera positiva.
Papa Benedetto XVI firmò, il 27 marzo 2010, il decreto con cui la guarigione di Ana María era dichiarata miracolosa.
Il 18 settembre 2010, lo Stadio Olimpico de la Cartuja a Siviglia era pieno di fedeli, suore, sacerdoti per la Messa della beatificazione, presieduta dal cardinal Angelo Amato, Prefetto delle Cause dei Santi, in qualità d’inviato del Santo Padre. In quell’occasione, la piccola miracolata, che aveva dieci anni, fece la sua Prima Comunione.
(prosegue dopo il video)
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Il secondo miracolo in esame per la canonizzazione è il quello ricevuto da Francisco José Carretero Diez. Un membro della confraternita della Madonna della Speranza (la “Macarena”) di Siviglia.
Nel settembre 2012, a 44 anni, era finito in coma in seguito a un arresto cardiorespiratorio durato 27 minuti con i conseguenti danni cerebrali irreversibili.
Dopo due settimane, quando i medici parlavano già di donazione di organi e di morte clinica, si riprese all’improvviso e completamente.
Nel periodo in cui fu incosciente i suoi amici avevano messo in moto, grazie anche alle reti sociali, una catena di preghiere alla Beata Maria della Purissima.
Il 5 maggio 2015, papa Francesco firma il decreto con cui la guarigione è riconosciuta come evento inspiegabile. Apre la via per la canonizzazione!
Il rito, che comprendeva l’elevazione al massimo onore degli altari anche dei coniugi Martin e di don Vincenzo Grossi, è stato celebrato a Roma il 18 ottobre 2015.
La canonizzazione è avvenuta nel corso della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo».
La santa risulta essere, alla data di pubblicazione del decreto sul miracolo, seconda solo a Giovanni Paolo II per la breve distanza tra data di morte e quella di canonizzazione.
I suoi resti mortali riposano nella cappella accanto al sepolcro dove riposa il corpo incorrotto della Fondatrice, sant’Angela della Croce, nella Casa Madre delle Sorelle della Compagnia della Croce a Siviglia.
(Fonte santiebeati.it – Autore: Emilia Flocchini)
Il nome religioso, in spagnolo, suona come “Maria de la Purísima de la Cruz”. La traduzione presente nei bollettini della Sala Stampa vaticana a partire dall’annuncio della canonizzazione è invece “Maria dell’Immacolata Concezione”. Nel testo, tranne che nel titolo, abbiamo utilizzato l’altra traduzione perché è quella adoperata nelle comunità italiane (Roma e Reggio Calabria) delle Sorelle della Compagnia della Croce.
Gloriosa santa di Dio oggi ti eleggo
a mia speciale patrona:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna. Amen.
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