San Ciriaco di Gerusalemme, o Judas Kyriakos, secondo la tradizione sarebbe stato vescovo di Gerusalemme e martire sotto l’imperatore Flavio Claudio Giuliano.
San Ciriaco è noto per essere il patrono di Ancona e titolare della cattedrale della città che dal monte Guasco domina la città e il porto.
Il suo culto per lui dura da un millennio e mezzo ma poco conosciamo della sua vita.
Secondo una tradizione, egli era un dotto ebreo di nome Giuda; si fece poi cristiano (chiamandosi Ciriaco) dopo aver visto disseppellire nella zona del Calvario quella che fu ritenuta la vera Croce di Gesù. Questa tradizione aggiunge che Ciriaco fu poi vescovo di Gerusalemme. Morì martire sotto l’imperatore Giuliano.
Una seconda tradizione dice che Ciriaco venne in Italia e fu vescovo di Ancona. Trovò poi morte violenta in Palestina , dove era tornato in visita. Però non c’è alcun indizio di un suo ministero episcopale ad Ancona. Il primo vescovo nella città marchigiana è san Marcellino (V secolo), di cui si conserva tuttora un prezioso codice liturgico.
Ma in base alla tradizione anconetana registrata anche dal Martirologio Romano, e a giudizio di studiosi moderni come Mario Natalucci, un altro scenario pare più attendibile: Ciriaco è venuto sì ad Ancona; ma solo da morto, avendo trascorso tutta la vita in Palestina, onorato come testimone del ritrovamento della Croce. A quel tempo gli anconetani insistevano per ricevere da Gerusalemme i resti del primo martire cristiano, santo Stefano (che erano stati ritrovati nel 415), per collocarli in una chiesa a lui dedicata.
La richiesta non fu accolta, pur essendo “appoggiata” da un personaggio potentissimo: Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio I, sorella degli imperatori Onorio e Arcadio, moglie poi di Costanzo III e madre di Valentiniano III. Si volle tuttavia venire incontro a lei e agli anconetani, donando loro le spoglie di Ciriaco, anch’egli venerato e in fama di martire . Così incomincia la storia autentica del legame tra Ancona e Ciriaco: quelle spoglie arrivate nel V secolo si trovano oggi nell’alta cattedrale, dove Ciriaco e Stefano sono raffigurati in due plutei marmorei dell’XI secolo.
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La città farà di lui il suo patrono principale, incidendo poi la sua immagine nelle monete. Anche oggi, nel giorno della sua festa, continua a vivere un’amabile tradizione: si distribuiscono ai fedeli mazzolini di giunchi benedetti.
È un richiamo alla leggenda secondo cui la cassa con i resti di Ciriaco arrivò galleggiando sulle onde; e poi, grazie appunto a una corda fatta di giunchi attorcigliati, a forza di braccia raggiunse la terra anconetana. (Fonte santiebeati.it – Autore: Domenico Agasso)
O glorioso San Ciriaco, voi che dal Pontefice
San Marcellino per il vostro zelo foste elevato
alla dignità di Diacono della Chiesa Romana
e che sopportaste con santa intrepidezza gli
slogamenti delle membra, i laceramenti della carne,
la pece bollente, e la morte stessa, volgete il
vostro sguardo verso di noi, ed otteneteci la grazia di
mantenerci sempre immobili nella nostra fede
malgrado tutte le tentazioni del demonio e di vivere
così conformi al nostro Divino modello da meritarci
una beata eternità.
Sì, o Martire insigne,
oggi che tutto il mondo vi applaude e vi glorifica
fate sentire anche a noi la potenza del vostro braccio
anche a noi mostrate la vostra misericordia,
anche a noi concedete le grazie che bramiamo.
Cosi sia. (Recitare il Gloria al Padre)
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