Lorenzo Giustiniani è stato un patriarca cattolico italiano, proclamato santo da papa Alessandro VIII; è il patrono di Venezia.
Lorenzo Giustiniani nasce il 1 Luglio 1380 a Venezia da una nobile famiglia. A undici anni ebbe un episodio mistico come narra nel Fasciculus amoris, gli apparve una giovane e splendida fanciulla che gli si offrì come sposa. Richiesta del suo nome, ella rispose: “Sapienza di Dio”.
Quando la madre volle trovargli moglie, Lorenzo fuggì di casa. Nel 1402, a 21 anni, si portò nell’isola di San Giorgio in Alga, dove da poco tempo si raccoglievano alcuni giovani ecclesiastici, nobili veneziani, per dedicarsi alla preghiera e alla penitenza.
Un amico che si era recato nel convento per persuaderlo a far ritorno in famiglia, decise invece di seguirne immediatamente l’esempio, facendosi frate.
Lorenzo, vestito dell’umile saio del frate mendicante, andava di porta in porta a fare la questua. Un figlio accattone non è un bel vedere per la nobile famiglia Giustiniani, ornamento della Serenissima.
Lui, Lorenzo, arriva a mendicare fin sotto casa, la madre (vedova), una piissima-donna, soffriva al pensiero che la gente potesse riconoscere suo figlio sotto quelle vesti, e per affrettarne il ritorno in convento mandava i domestici a riempire di pani la sua bisaccia, purché si togliesse di lì. Lui accetta soltanto due pani, ringrazia e continua.
Il confratello che lo accompagnava avrebbe voluto evitare le porte dalle quali provenivano solo insulti, ma Lorenzo era categorico:
«Non abbiamo rinunciato al mondo soltanto a parole. Andiamo a riceverci anche il disprezzo!».
Il suo scopo non è l’“opera buona” in sé, è addirittura, la rigenerazione della Chiesa attraverso la riforma personale di chierici e laici.
Diventa sacerdote nel 1407, due anni dopo è già priore della comunità di San Giorgio in Alga. Lorenzo ha scarse doti di oratore, ma “predica” con molta efficacia, da un lato, continuando a girare con saio e bisaccia; e, dall’altro, scrivendo instancabilmente.
Scrive trattati teologici e opuscoletti popolari per i dotti e per gli ignoranti, offrendo a tutti una guida alla riforma personale nel credere e nel praticare.
Spinge i fedeli a recuperare il senso di comunione con tutta la Chiesa, anima la fiducia nella misericordia di Dio piuttosto che il timore per la sua giustizia.
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Nel 1433 arriva la nomina a vescovo, sebbene egli cerchi di evitarla, aiutato dai confratelli di San Giorgio in Alga. Papa Eugenio IV, Gabriele Condulmer, che conosceva benissimo Lorenzo non dà retta ai suoi pretesti di stanchezza e di incapacità, convincendolo ad accettare la nuova carica.
Diventa vescovo “di Castello”, dal nome della sua residenza, che è un’isoletta lagunare fortificata, l’antica Olivolo. Nel 1451, poi, Niccolò V sopprime quello che resta del patriarcato di Grado, e dà a Lorenzo Giustiniani il titolo di patriarca di Venezia: il primo.
Vengono i tempi duri della lotta contro i Turchi. Nonostante questo, Lorenzo Giustiniani va avanti con rigore nell’opera di riforma. Trova nemici in Senato, altre volte fra i preti ma affascina i veneziani che già lo vedono come santo.
Muore l’8 Gennaio 1456 e viene canonizzato, nel 1690, da papa Alessandro VIII (il veneziano Piero Ottoboni), ma la pubblicazione ufficiale si avrà soltanto con papa Benedetto XIII nel 1727.
È il patrono di Venezia insieme con san Marco evangelista e la Santissima Annunziata.
(Fonte santiebeati.it – Autore: Domenico Agasso)
O Dio, principio di tutte le cose, che ci doni la gioia di celebrare il glorioso ricordo di San Lorenzo Giustiniani primo patriarca di Venezia, guarda la nostra Chiesa che egli guidò con la parola e con l’esempio; e, per sua intercessione, fa’ che sperimentiamo la dolcezza del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Oppure:
Glorioso San Lorenzo oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna. Amen.
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