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Oggi Ciprian ha il cuore in festa. Nato con una malformazione, Madre Teresa lo salvò dall’orfanatrofio

Cresciuto in Romania con le ossa del cranio non saldate, il giovane rischiava la morte, ma la religiosa si adoperò per portarlo in Italia

Nato in Romania, a Tirgoviste, durante la dittatura di Nicolae CeausescuCiprian rischiava di morire prematuramente. Venuto alla luce con le ossa del cranio non saldate, il bambino era stato abbandonato dalla madre, forse per paura della disabilità del figlio, forse per l’impossibilità del prendersene cura. Affidato ad un orfanotrofio, al piccolo non vengono garantite le cure necessarie, in condizioni igieniche precarie e con scarsi sostentamenti. Quando tutto sembrava scritto, ecco l’arrivo di Madre Teresa di Calcutta

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Ciprian oggi, all’interno del Serafico di Assisi

Madre Teresa lo salva dall’orfanotrofio La religiosa albanese, in visita alla struttura romena, nota Ciprian e lo porta via, affidandolo all’istituto delle Suore Missionarie della Carità a Bucarest, in attesa di un trasferimento in Italia. Una volta arrivato il permesso, ecco lo spostamento nel convento delle Suore Missionarie a Roma. Nella Capitale il bambino viene curato e operato al Bambino Gesù e al Policlinico Gemelli; viene sottoposto ad alcuni interventi

per salvargli la vista, già persa dall’occhio sinistro e quasi compromessa in quello destro.

L’arrivo al Serafico di Assisi Nel frattempo Madre Teresa non si dimentica del bimbo e nel febbraio del 1993 torna in Italia per essere la sua madrina di battesimo. Dopo alcune ipotesi di adozione non andate a buon fine, Ciprian viene accolto dal Serafico di Assisi, centro di eccellenza nella riabilitazione. Ha ormai 15 anni, ma nella struttura di Assisi (nonostante le gravi difficoltà cognitive) diventa attore negli spettacoli del laboratorio teatrale, pittore al laboratorio grafico, marciatore al cammino di Santiago de Compostela e un campione di nuoto, sport nel quale vince la medaglia d’oro alle Special Olympics del 2014. Ciprian si trova al Serafico ormai da vent’anni. “Nell’impossibilità di trovare una mamma e un papà, le Suore della Carità bussarono alla porta del Serafico. Da allora siamo noi la sua famiglia”, spiega Francesca Di Maolo, presidente del centro umbro.




di Redazione Papaboys – Fonte: TgCom

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