A Monsummano Terme, cittadina della provincia di Pistoia, dal 1500, ad opera dei Signori di Firenze, si è intrapresa l’opera di bonifica della pianura, facendo sorgere i primi nuclei abitati e le strade che li collegano. Lungo le strade vengono costruite delle “Margini” o Tabernacoli dove sono venerate immagini sacre, specialmente di Maria Santissima con il piccolo Gesù in braccio.
Una di queste è la Madonna della Fontenova che si trova nella località chiamata “Pozzo vecchio” o “Renatico”; vi è dipinta una devota immagine di Maria che tiene sulle ginocchia Gesù Bambino, circondata da quattro santi, riconosciuti comunemente come San Nicolao, San Marco, San Sebastiano e San Rocco. L’affresco della Madonna della Fontenova viene fatto risalire al XIV, collegandolo alla grande pestilenza descritta dal Boccaccio, ma più verosimilmente è opera di un pittore del 1500.
Ai piedi di questa Immagine sostavano in preghiera i contadini che scendevano al piano per i loro lavori, e alla sera prima di risalire al castello.
La tradizione racconta che una pastorella, di nome Jacopina Mariotti, il 9 giugno 1573, si ferma a pregare davanti all’Immagine della Madonna, come è solita fare ogni giorno, e dimentica di vigilare il gregge. Quando si alza per tornare a casa, non trova più le sue pecore; piangendo ritorna ai piedi di Maria e chiede con fiducia di poterle ritrovare. Alzando gli occhi pieni di lacrime, Jacopina vede l’Immagine animarsi: la Madonna muove gli occhi e stendendo il braccio le indica dove si è radunato il gregge. Aggiunge pure di recarsi al castello e di dire al rettore della Chiesa di San Nicolao di costruire una chiesa lì dove si trova il Tabernacolo. La notizia del fatto si diffonde con rapidità, i devoti accorrono numerosi da ogni parte, tanto che le autorità comunali e religiose decidono di costruire sul luogo una piccola cappella.
I “Ricordi” inediti di Don Simone Casciani, rettore della chiesa di San Nicolao, scritti di proprio pugno dall’11 maggio 1602 al 30 maggio 1604, ci tramandano altri fatti prodigiosi.
il 9 Giugno 1602 una ragazza “inginocchiatasi avanti a detta Madonna sentì nel tabernacolo di detta Madonna ammodo di uno pianto d’uno bambino, et detta fanciulla volendosi chiarire, cominciò a rizzarsi per meglio vedere, et drento (= dentro) non vide niente et girando dreto (= dietro) a detto tabernacolo ancora non vide dintorno né sul tetto cosa alcuna…”. Spaventata la ragazza corre a casa e Don Casciani ha modo di interrogarla e di certificare quanto detto.
Il 7 luglio 1602, durante la celebrazione della Messa sgorga improvvisa, dopo una lunga siccità, una fonte, evento attribuito dal popolo all’intercessione della Madonna del Piano a lungo da tutti invocata. Da quel giorno la Madonna del Piano verrà chiamata: Madonna della Fontenova.
Questi “Ricordi” di Don Casciani sono importanti perché confermano che la “Madonna del piano” è venerata da tempo per essersi mostrata miracolosa in quel giorno, cioè il 9 giugno 1573. Da questa manifestazione, e dagli altri avvenimenti prodigiosi, sono iniziati il concorso di popolo, i pellegrinaggi e quindi la costruzione del Santuario, del quale è posta la prima pietra il 30 dicembre 1602.
Fino al 1967 si accedeva alla fonte per una piccola scala di fonte alla Chiesa dove è apposta la lapide che ricorda l’avvenimento. In quell’anno è stata costruita una Cripta, con icone che ricordano la storia del Santuario. L’accesso attuale è da sotto il porticato con una scala per scendere e l’altra per risalire. La sorgente è continua e il livello dell’acqua viene mantenuto ad un livello adatto al piano della cripta. Ora si può attingere acqua da varie fontanelle e anche bagnarsi nella vasca apposita.
L’accesso alla fonte è possibile ogni 7 del mese, quando viene fatta alle ore 11,50 una preghiera per tutti gli ammalati; è possibile, poi, per le feste della parrocchia e, su richiesta, in occasione dei pellegrinaggi.
O Maria Santissima della Fontenova è un
umile figlio vostro che ardisce fare appello alla
materna bontà con la quale avete esaudito tanti
poveri infermi che in questo Santuario vi hanno
invocato la grazia della guarigione.
Mentre riconosce e confessa la propria
indegnità si fa cuore pensando che voi siete
Madre di Misericordia e compatite alle umane
miserie.
Pietà dunque anche di me, o Madre
amorosissima. Possa anch’io aggiungere alla
corona delle grazie concesse in questo
Santuario un nuovo fiore che simboleggi la mia
riconoscenza e il proposito di vivere quella vita
cristiana che mi renda meritevole di venire a
cantare le vostre glorie in Paradiso.
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