Oggi vogliamo ricordare Yara Gambirasio, la 13enne uccisa 10 anni fa
Dieci anni fa veniva uccisa la giovane Yara Gambirasio. Dopo lunghe e complesse indagini raccolte in 60 faldoni, Massimo Bossetti viene condannato in via definitiva all’ergastolo, pena che sta scontando nel carcere milanese di Bollate. Se l’omicidio sembra destinato a diventare una serie tv, la difesa del muratore di Mapello non demorde e continua chiedere a gran voce l’accesso ai reperti. Un ricorso su cui il prossimo gennaio si pronuncerà la Cassazione e che potrebbe segnare il primo passo per un’eventuale revisione del caso.
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Venerdì 26 novembre 2010 la tredicenne Yara Gambirasio si reca nel centro sportivo di Brembate di Sopra, dove si allena in ginnastica ritmica, attorno alle ore 17:30. Lì rimane, secondo varie testimonianze, almeno fino alle ore 18:40 circa, dopodiché se ne perdono le tracce. La sua casa dista 700 metri dalla palestra, ma la ragazza non vi arriverà mai. Le telecamere di sorveglianza del centro sportivo sono tutte fuori uso e non permetteranno mai di stabilire con certezza i movimenti della ragazza. Alle 18:44 il suo telefono aggancia la cella di Ponte San Pietro via Adamello settore 9, alle 18:49 la cella di Mapello, a tre chilometri da Brembate Di Sopra, e alle 18:55 aggancia la rete per l’ultima volta tramite la cella di Brembate di Sopra in via Ruggeri. In seguito il segnale scompare.
Il corpo di Yara viene ritrovato casualmente tre mesi dopo la scomparsa, il 26 febbraio 2011, da un aeromodellista in un campo aperto a Chignolo d’Isola, distante 10 chilometri circa da Brembate di Sopra in direzione sud-ovest. Vengono rilevati numerosi colpi di spranga sul corpo, un trauma cranico, una profonda ferita al collo e almeno sei ferite da arma da taglio sul corpo. Nei mesi seguenti si ipotizza che la morte sia sopraggiunta in un momento successivo all’aggressione, a causa del freddo e dell’indebolimento dovuto alle lesioni. Sul corpo non appaiono segni di violenza carnale.
Il 28 maggio, nel centro sportivo dove Yara si allenava, si svolgono i funerali, seguiti da migliaia di persone e celebrati dal vescovo di Bergamo Francesco Beschi. Durante la cerimonia funebre viene anche letto un messaggio del presidente della Repubblica.
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