Oggi si celebra il Volto Santo di Gesù. Unico esempio di ‘acheropita’: non fatto da mani umane
Il Martedì che precede le Ceneri, si celebra il Volto Santo di Gesù.
Vi raccontiamo la storia del Volto Santo di Manoppello, che insieme alla Sindone di Torino, è l’unico esempio conosciuto di “acheropita”, ovvero di oggetto non fatto da mani umane.
Secondo le analisi del prof. Heinrich Pfeiffer, studioso del Volto Santo, è possibile riscontrare, a livello scientifico che nel Velo non ci sono tracce di pittura.
Il Volto Santo é un velo tenue, i fili orizzontali del tessuto sono ondeggianti e di semplice struttura, l’ordito e la trama si intrecciano nella forma di una normale tessitura.
Le misure del panno sono 17 x 24 cm. é l’immagine di un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande.
Caso unico al mondo in cui l’immagine è visibile identicamente da ambedue le parti. Le tonalità del colore sono sul marrone, le labbra sono di colore leggermente rosse, sembrano annullare ogni aspetto materiale.
Non sono riscontrabili residui o pigmenti di colore. Le due guance sono disuguali: l’una, più arrotondata dell’altra, si mostra considerevolmente rigonfia.
Gli occhi guardano molto intensamente da una parte e verso l’alto. Perciò si vede il bianco del globo oculare sotto l’iride.
Le pupille sono completamente aperte, ma in modo irregolare. Nel mezzo, sopra la fronte si trova un ciuffo di capelli, corti e mossi a mo’ di vortice.
Il telo è fatto di bisso marino.
La storia
E’ incredibile la storia della sua presenza a Manoppello.
La reliquia, inizalmente si trovava sull’altare della Veronica in S. Pietro a Roma in occasione dell’Anno Santo del 1350, ma dovette essere trafugata nel 1608 e portata segretamente a Manoppello.
La storia completa è raccontata sul sito ed in un manoscritto del 1646.
Qui si racconta che a Manoppello un pellegrino, che poi è scomparso nel nulla, si pensa infatti ad un Angelo, si è avvicinato nel 1506 ad un certo Giacomantonio Leonelli, consegnandogli un plico con la preghiera di trattarlo con estrema accortezza e cura.
Padre Carmine spiega il Volto di Gesù di Manoppello
Il Frate Padre Carmine, ai microfoni di Tv2000 ha evidenziato determinati aspetti di questo Velo, su cui ognuno di noi dovrebbe esser portato a riflettere.
A seconda di come si illumina, il Volto di Gesù, cambia espressione e colore.
Senza la luce, fa notare il frate, il Velo è trasparente.
Se viene illuminato da un lato, il Volto si presenta in maniera ‘serena’: con la bocca chiusa e gli occhi che guardano lontano.
Se invece viene illuminato dall’altro lato, si presenta sofferente: ha la bocca aperta, si notano i denti ed il bulbo oculare bianco. Le ferite però sono guarite.
Questo fenomeno, racconta, è stato scoperto portando Gesù in Processione.
Sicuramente ciò rappresenta un Volto vivo che vuol parlare con noi.
Il Velo al momento della Risurrezione
Padre Carmine, racconta che secondo gli scienziati, la mattina di Pasqua, ovvero al momento della Risurrezione, in un primo momento il Volto si presenta con gli occhi chiusi, come possiamo notare in quello della Sacra Sindone.
Al momento del risveglio però, la scienza parla di un’energia di luce eccessiva che ha sprigionato Gesù, tanto da far bruciare la prima parte del filo del tessuto della Sindone.
Il troppo calore ha fatto si che si imprimesse in quel telo la forma del corpo di Gesù nella parte frontale e dorsale.
Questa energia si è quindi trasformata in luce e nel risveglio, ha impresso sul Velo il volto vivo e risorto di Gesù, con gli occhi aperti.
Mentre nella Sindone, il Cristo ha gli occhi chiusi, il Volto Santo di Manoppello presenta Cristo con gli occhi aperti.
In questo martedì cosiddetto grasso, ultimo giorno prima dell’inizio del periodo pasquale, dovremmo impegnarci a comprendere e a percepire la ‘nuova presenza’ di Gesù tra gli uomini, che questo Volto, incessantemente, ci ricorda di ricercare.
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