La Basilica degli Apostoli, in quel di Lodi Vecchio, fu consacrata al cospetto di grandi santi. Il 1˚ gennaio 378, nella periferia della città allora denominata Laus Pompeia, erano presenti Ambrogio, vescovo di Milano, Felice, presule di Como e Bassiano, pastore della neonata diocesi per cui fu costruito questo meraviglioso edificio.
All’originaria dedicazione fu per secoli affiancata quella al primo vescovo lodigiano, fino a quando le sue spoglie furono traslate nella cattedrale della nuova città, sorta a pochi chilometri di distanza.
Poco si sa del primitivo edificio: le parti più antiche che oggi è ancora possibile ammirare risalgono almeno all’ XI secolo e a un impianto di stampo romanico cui mise mano, dopo un periodo di profondo degrado, il vescovo francescano Leone dei Palatini al quale spetta il merito di avere innalzato ulteriormente la basilica e averle conferito un aspetto gotico, caratterizzato soprattutto dalla facciata a vento.
Il prospetto principale, che inaugura una tipologia poi ampiamente replicata in area lombarda, laterizia e a salienti, è tripartita da una coppia di contrafforti semicircolari cui si alternano lesene che inquadrano le diverse aperture. Di queste, il portale centrale, ad arco a tutto sesto, costituisce l’unico accesso, sormontato da rosone e affiancato da monofore a loro volta sormontate da bifore a vento. Lungo gli spioventi il tetto è profilato da archetti intrecciati. Sul lato orientale sporgono le tre absidi: tra quella maggiore e quella meridionale si eleva la semplice e rudimentale torre campanaria.
Lo spazio interno è suddiviso in tre navate da pilastri polistili corredati di capitelli di epoca romanica contraddistinti da immagini zoo e antropomorfe piuttosto che da variegati motivi vegetali. Un interessante rilievo raffigura un calzolaio al lavoro, scena da cui si evince il contributo delle corporazioni degli artigiani alla costruzione della chiesa.
L’intervento decorativo più rilevante, risalente agli anni Venti del XIV secolo, si deve all’unica mano del cosiddetto Maestro di San Bassiano, artefice degli affreschi che si distribuiscono lungo le pareti di tutta la chiesa, dalle navate al catino absidale e alla controfacciata. L’area presbiteriale è dominata da un benedicente Cristo nella mandorla sorretta dal Tetramorfo, sotto cui si distribuiscono le figure di San Bassiano, della Vergine, di San Giovanni Battista e di San Cristoforo che, come dice il suo nome, porta sulle spalle Gesù Bambino, mentre attraversa un fiume popolato di pesci che gli saltano tra i piedi. Una cornice a finte mensole prospettiche inquadra la sottostante ieratica teoria degli Apostoli in mezzo ai quali è presente anche un Santo Vescovo.
Le volte delle campate sono tempestate di stelle e rosette a pieno petalo su fondo bianco. Le vele che si affacciano sul presbiterio sono animate da bovari che trainano carretti carichi del materiale necessario al rinnovamento della chiesa. Le loro figure assumono qui la stessa sacralità degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa – Ambrogio, Agostino, Gerolamo, Gregorio – che occupano le volte delle campate successive.
Fonte lanuovabq.it