O dolce Madre del bell’amore, estingui le correnti dell’odio, fuga ogni nembo di guerra, sventa le insidie degli empi, ravviva la Fede nei popoli e fa’ comprendere ai governanti come lungi da Dio non vi e’ pace, ne’ prosperita’.
Parola di Dio“Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito»” (Lc 23,44-46).
“In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; per la tua giustizia salvami. Porgi a me l’orecchio, vieni presto a liberarmi. Sii per me la rupe che mi accoglie, la cinta di riparo che mi salva. Tu sei la mia roccia e il mio baluardo, per il tuo nome dirigi i miei passi. Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. Mi affido alle tue mani; tu mi riscatti, Signore, Dio fedele” (Sal 31,2-6).
Per la comprensione– Gesù sulla croce prega ripetendo soprattutto versetti dei Salmi: come la quarta parola “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato” è un’invocazione tratta dal Salmo 22, la settima parola «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» è un richiamo al Salmo 31,6. La quarta parola poteva dare l’impressione di disperazione e di ribellione; l’ultima parola è un grido di totale abbandono nelle mani del Padre, è il grido di fiducia di un agonizzante così straordinario da impressionare anche il centurione romano e la folla dei curiosi che assistevano alla sua morte.
Rifletti– Al momento della sua incarnazione Gesù aveva detto: “Ecco io vengo, o Dio, per fare la tua volontà” (Eb 10,7). Ora al termine della sua vita consegna al Padre il suo spirito, la sua umanità, la sua missione, per annunziare che la volontà del Padre è stata compiuta.
– Aveva detto: “Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio” (Gv 10,17-18).
– Il “grido” di Gesù dimostra che Egli “consegna lo spirito”, muore coscientemente in piena libertà, dopo avere compiuto la sua opera. L’ultima parola completa quelle precedenti e dimostra il pieno abbandono di Gesù nelle mani del Padre.
– Aveva insegnato che Dio è Padre, un Padre che ci ama, che vuole il nostro bene, che ci sta sempre vicino. Nella prima e nell’ultima delle sette parole pronunziate sulla croce Gesù invoca direttamente il “Padre”. Insegna così con l’esempio che Dio è sempre Padre, anche quando permette che il Figlio unigenito muoia dissanguato sulla croce. Nonostante l’angoscia del Getsemani, le tenebre e l’abbandono sulla croce, Gesù muore in piena conformità d’amore con il Padre.
– L’ultima parola di Gesù contiene anche un altro insegnamento: ci dice che l’unica preoccupazione, al termine della nostra vita, deve essere il rapporto con Dio Padre, che ci viene incontro e quindi la salvezza dell’anima; tutto il resto finisce, si lascia, non serve più: in quel momento solo Dio conta, solo Lui resta.
– Dice san Bernardo: “Con queste parole, il Signore ci rivelò quello che, morendo, dobbiamo credere, dobbiamo attendere, dobbiamo pregare. Come una madre insegna al suo bambino il modo con cui deve parlare con il suo babbo, così Gesù Cristo, con queste parole, c’insegnò il dialetto della confidenza e dell’amore con cui dobbiamo, in morte, invocare Dio, abbandonare a Lui l’anima nostra, ci diede il coraggio di ripetere quelle stesse parole, in suo nome, con lo stesso spirito, con la stessa fiducia”.
Confronta– Gesù, nel momento supremo della morte, si abbandona nelle mani del Padre. So anch’io abbandonarmi nelle mani del Padre, anche nelle situazioni più difficili della vita? So dire sempre che in me si compia la sua santa volontà?
– O Gesù, donami una vita serena e una morte tranquilla e concedimi che nel momento della morte io sappia rivolgermi al Padre per preoccuparmi solo di Lui, sentire la sua presenza paterna e abbandonarmi come figlio nelle sue mani.
– Come Cristiani, come Amici di Gesù Crocifisso, cerchiamo sempre di aiutare gli anziani, i malati, i moribondi ad elevare lo sguardo al cielo e a rivolgere i loro pensieri e i loro cuori a quel Dio Padre che presto incontreranno.
Pensiero di san Paolo della Croce: “Ora siete in agonia sul letto ricchissimo della croce. Che vi resta dunque da fare, se non spirare l’anima nel Seno del Padre Celeste dicendo: Padre dolcissimo, nelle tue mani raccomando il mio spirito? E ciò detto, morite pure felicemente quella preziosa morte mistica di cui v’ho parlato altre volte. Quando sarete morta di tale mistica morte, vivrete di una nuova vita, anzi rinascerete ad una nuova vita nel Verbo Divino Cristo Gesù; questa sarà una vita divina!” (Cf. L.111, 825).