Maria ti parla

Ogni Giorno Una Lode a Maria, 14 giugno 2024. Vergine del Trenta e Tre, prega per noi

VERGINE DEI TRENTA E TRE di MONTEVIDEO, Uruguay

…Era il 14 giugno 1825 quando Lavalleja e i membri del governo provvisorio con i funzionari, i capi militari e il popolo si diressero alla parrocchia. Lì, per la prima volta, la bandiera tricolore si piegò davanti alla statua della Vergine. Ed anche i soldati piegarono le loro ginocchia …

Bastano solo 20 minuti di traghetto. Dal porto di Buenos Aires (Argentina) a quello di Montevideo (Uruguay), città fondata il 24 dicembre del 1726, così dice la tradizione. Dalla nave l’occhio del passeggero non scorge più spazi inabitati lungo la costa. Ma, oltre due secoli fa – si racconta – che per salvaguardare il primo nucleo di abitanti si costruì un Forte. A nord-est delle colline di Pintado. A circa 20 km dall’attuale città di Florida.

LA STORIA

La storia che mi racconta suor Rosaria Piazzamissionaria da 42 in Argentina, con la sua parlata italo-spagnola, si fa accattivante perché accompagna le parole con una documentazione storica interessante. Fonti e foto alimentano così la mia curiosità. Il “Cabildo”, come se dicessimo il “governo”, di Montevideo – così inizia suor Rosaria – accanto al fortino pianificò anche la costruzione di una fattoria

non solo per la manutenzione del Forte ma, soprattutto, per la sicurezza della guarnigione. E “con senso colonizzatore dispose che nella fattoria si stabilissero delle famiglie per popolare quell’appezzamento di terra”.

Tra queste famiglie c’era quella dell’indio Antonio Diaz. Proveniva da Santo Domingo de Soriano. Uomo intraprendente e deciso. Abitava in quella regione già dal 1761 e, nel quartiere, aveva aperto una bottega di generi alimentari. Nel 1779, recitano le fonti storiche, la cura pastorale della gente era affidata al missionario religioso mercedario frate Vicente Chaparro. Questi, d’intesa col Vescovo del Rio de la Plata, Mons. Sebastian Malvar y Pinto, si adoperava per costruire, nella parte più alta delle colline, un Tempio per le pratiche spirituali della gente della fattoria, denominata Villa del Pintado.

VERGINE DEI TRENTA E TRE di MONTEVIDEO, Uruguay

Il frate convocò, allora, in assemblea la famiglia Diaz e le altre per scegliere il luogo sul quale costruire la cappella da dedicare alla “Regina degli Angeli”, invocandola “Nostra Signora di Lujan”. I presenti optarono per il terreno di Antonio, poiché era collocato sulla parte più alta della collina. L’indio diede, quindi, mille metri di terreno. Seicento per la costruzione della chiesa e quattrocento per ulteriori abitazioni.

Nel 1782 il frate mercedario si fa portavoce, presso le autorità competenti, della gente della fattoria che chiedeva il passaggio della cappella a “Vice-Parrocchia”. Difatti, si legge nei documenti, il 9 luglio 1788 un sacerdote si occupa dei fedeli e della “cappella di Nostra Signora de Lujan del Pintado”. Nacque così il culto alla Vergine Immacolata Concezione del Rio di Lujan.

Perché il nome dei “Trenta e Tre”?

Ma allora perché la Madonna che si venera a Montevideo si chiama “La Virgen de los Treinta y Tres”, ossia la “Vergine dei Trenta e Tre”? chiesi, stupita, a suor Rosaria. Anche perché il titolo “Madonna de Lujan” mi richiamava quello della Vergine, patrona dell’Argentina.

SOLENNE ATTO DI AFFIDAMENTO ALLA VERGINE DEI TRENTATRÉ – PREGHIERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II – Florida (Uruguay) – Domenica, 8 maggio 1988

1. Beata perché hai creduto, Madre del Redentore!

Dinanzi alla tua immagine sacra, o Vergine dei Trentatré,
tutto il popolo dell’Uruguay,
che ti riconosce come Madre e patrona,
si affida unanime alle mie labbra per esaltarti:
“Beata perché hai creduto!”,
e con ineffabile gratitudine ti proclama maestra della sua fede.

Il tuo sguardo affettuoso accompagna il cammino dell’evangelizzazione
e sostiene con amore premuroso
il pellegrinaggio di fede e di speranza
di tutto il Popolo di Dio in questa terra,
che in te ripone la sua fiducia, a te affida le sue aspirazioni,
il suo futuro di pace, di progresso, di fedeltà a Cristo.

 

2. “Benedetta fra le donne! Benedetto il frutto del tuo seno!”

Madre del Verbo della vita, Vergine di Nazaret,
ti affido vivamente in questo giorno
tutte le famiglie dell’Uruguay.

Che siano felici consolidando sempre di più
l’indissolubile e sacro vincolo del matrimonio;
che siano benedette perché rispettano la vita che nasce,
come dono che viene da Dio,
dallo stesso seno materno.

Fa’ che ogni famiglia sia un’autentica Chiesa domestica,
a immagine della Famiglia di Nazaret -,
in cui Dio è presente
per rendere sopportabile il giogo soave della sua legge che è sempre amore,
e dove i figli possano crescere in grazia e saggezza,
senza che manchi loro il nutrimento, l’istruzione, il lavoro.

Che l’amore di tutti gli uruguayani verso di te
si traduca in rispetto e promozione della donna,
poiché tu sei lo specchio della sua vocazione e dignità,
nella Chiesa e nella società.

 

3. “Vergine del “Magnificat”, fedele a Dio e all’umanità!”

Ti offro e pongo sotto la tua protezione tutta la Chiesa dell’Uruguay,
i Vescovi e i sacerdoti,
soprattutto quelli appena ordinati,
i religiosi e le religiose,
i seminaristi e i novizi
e quanti si dedicano
al servizio dell’evangelizzazione
e al progresso di questo popolo:
i catechisti, i laici impegnati, i giovani.

Tu che sei l’immagine perfetta e viva della libertà,
dell’indissolubile unione fra l’amore di Dio e il servizio ai fratelli,
fra l’evangelizzazione e la promozione umana,
insegnaci a mettere in pratica
l’amore preferenziale di Dio per i poveri e gli umili.

Che tutta la Chiesa dell’Uruguay,
con il tuo potente aiuto ed esempio,
lavori senza tregua per instaurare il Vangelo delle beatitudini
garanzia di libertà, di progresso, di pace;
promuova la solidarietà con le altre nazioni sorelle,
e tutti gli uruguayani vivano in pace e armonia;
consapevoli di essere figli di Dio e fratelli in Cristo,
segnati dallo stesso Spirito,
membri della stessa Chiesa,
e tuoi figli, Madre del Redentore.

Amen.

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