“O Maria, rifulgente di viva luce, sii Tu il simbolo e la generatrice della riconciliazione degli uomini fra di loro e col loro Signore e Redentore Gesu’. Aumenta la fede di quei che T’invocano.
Fa’ brillare ai loro occhi la speranza dei beni incorruttibili, quella redenzione dei corpi e delle anime, oggetto dei loro ardenti desideri, di cui contemplano adesso le primizie in Gesu’ e in Te stessa.
Aiutali a portare il peso dell’umile e spesso dura quotidiana fatica, e confortali con la fiducia dell’eterna e perfetta Pasqua della grande famiglia umana nella casa del Padre, fra gli splendori del cielo”.
Amen. Ave Maria!
(Pio XII)
Lunedì l° marzo – Verso le ore 7
Questa apparizione non si differenzia molto da quelle dei giorni precedenti. La folla fu calcolata di 1.300 persone circa. Ci fu tuttavia una novità: la presenza di un giovane sacerdote forestiero, Don Dézirat, che poté stare accanto alla veggente e ne descrisse poi minutamente gli atteggiamenti e le diverse fasi dell’apparizione. Egli però se ne andò prima che la visione terminasse, preso dallo scrupolo che la proibizione di Don Peyramale e del Vescovo toccasse anche lui, benché forestiero.
Bernadette entrò in colloquio con la SS. Vergine e poi si alzò, depose il cero ed il mantello e ripetè l’esercizio di penitenza dei giorni precedenti. Dal fondo della grotta si recò ginocchioni verso la sorgente, sempre baciando passo passo la terra.
La coroncina del S. Rosario. – Quando Bernadette fu di ritorno al suo posto abituale, prese secondo il solito la corona del S. Rosa, ma subito la sua faccia si rannuvolò. Stupita alzò la sua coroncina col braccio teso e rimase un attimo incerta. Poi, rasserenata, rimise in tasca la prima coroncina e ne tirò fuori un’altra, alzandola verso la Bella Signora e ricominciando tutta sorridente la preghiera.
«Con movimento spontaneo allora – racconta Giovanni Battista Estrade che presenziava all’apparizione -, tutti alzano ed agitano le proprie coroncine. Si grida: “Viva Maria” e ciascuno si inginocchia e prega con le lacrime agli occhi. Gli avversari dell’apparizione sparsero poi la voce che Bernadette aveva benedetto le corone del Rosario».
Che cosa aveva voluto significare quell’atto, che nessuno dei presenti aveva potuto ben comprendere? Lo spiegò la stessa Bernadette al sacerdote Don Pène. Un’amica di Bernadette, Paolina Sans, troppo debole per recarsi a Massabielle, aveva pregato la veggente di recitare una volta il S. Rosario servendosi della sua corona, che poi avrebbe conservato come un caro ricordo. Bernadette aveva acconsentito innocentemente, ma, verso la fine dell’apparizione, la Madonna aveva chiesto alla fanciulla dove fosse la sua corona. «Le ho risposto che l’avevo in tasca. Mi ha detto: “Vediamola”. Allora ho messo la mano in tasca, ne ho tratta la corona e l’ho mostrata, tenendola un po’ sollevata. La Signora ha detto: “serviti di quella!”. Cosa che ho fatto subito».
Lo scopo della Madonna era evidente: impedire un fanatismo sconveniente e nocivo anche per Bernadette.
Riflessioni: Il S. Rosario
Il Rosario è come un serto di rose (e di qui il nome di rosario o ««rosaio»») che, con la recita delle Ave Maria, si dispone attorno alla SS. Vergine. È un omaggio di fiori spirituali che quotidianamente si offre all’Immacolata, ripetendole tante volte il saluto dell’Angelo Gabriele. Se un bimbo ripetesse cento volte con affetto il nome della mamma e cento volte le sorridesse, cento volte la farebbe felice.
Il Rosario è il libro di preghiera di tutti: lo sgrana con amore il cieco, l’ammalato, l’analfabeta ed il professore, consola chi soffre, accompagna chi viaggia, difende chi lotta per la propria virtù, prepara il cielo a tutti coloro che lo recitano devotamente.
Il Rosario scenderà con noi sottoterra, accanto a noi nella bara e si trasformerà in una gloriosa corona in Paradiso.
Le preghiere che compongono il S. Rosario. – Sono le preghiere più belle: anzitutto il Padre Nostro, che le labbra stesse di Gesù ci hanno insegnato; poi l’Ave Maria, composta dall’Angelo e dalla Chiesa; poi il Gloria al Padre, preghiera di lode completa per la SS. Trinità.
Ad ogni decina ecco le meditazione della vita di Gesù e della sua SS. Madre nei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi. Ed infine la Salve Regina e le litanie lauretane, aspirazioni d’amore per la nostra Mamma Celeste.
Non credo si possa trovare preghiera vocale più completa del S. Rosario.
Il tuo Rosario. – Recitalo dunque ogni giorno, con raccoglimento, devozione ed amore, per te, per i tuoi cari, vivi e defunti; recitalo da solo e, meglio ancora, in comune.
La Madonna a Lourdes è apparsa con la corona al braccio ed ha preso parte (per quanto conveniva a Lei, recitando solo il Gloria Patri alla recita pubblica, che Bernadette iniziava ogni volta.
A Fatima, la Madonna ha più “e raccomandato ai tre veggenti e per mezzo loro a tutti, di recitare con devozione il S. Rosario, da soli ed in famiglia, per ottenere la cessazione del flagello della guerra.
Ama pertanto la tua coroncina e portala sempre con te. Nei pericoli, materiali e spirituali in cui puoi trovarti, stringila con fiducia, con la fiducia stessa di Bernadette, quando per la prima volta vide la Bella Signora e ne fu per un attimo spaventata.
Non credere che il S. Rosario sia una devozione da vecchierelle: Cristoforo Colombo, Andrea Ampère, Federico Ozanam, Augusto Conti, Daniele O’Connel, Garcia Moreno e cento altri grandi uomini, recitavano il loro Rosario.
Michelangelo Buonarroti recitava il S. Rosario e ne lasciò traccia nel suo capolavoro pittorico, il Giudizio.
Ama dunque il tuo rosario e non passi giorno senza che tu l’abbia recitato con amore filiale verso la SS. Vergine.
Fioretto: Cercherò di riportare nella mia famiglia l’usanza di recitare il S. Rosario ogni sera.
Giaculatoria: O Regina del S. Rosario, prega per noi!
Giovanni Bovio (1841-1903), filosofo e letterato di una certa fama, professore dell’università di Napoli, repubblicano radicale e miscredente, era solito rincasare la sera verso le dieci ed ogni volta trovava la sua vecchierella, come chiamava la mamma, seduta nel salottino che l’attendeva con la corona del s. Rosario in mano.
Una sera, dopo averla salutata affettuosamente, non poté trattenersi dal dirle: «Sempre con quel gingillo in mano, mamma!… Sempre, sempre!… E buttalo via una buona volta!…».
A quelle parole inaspettate, gli occhi della vecchietta si riempirono di lacrime. Poi la signora si alzò lentamente, si accostò al tavolo che era nel mezzo del salotto e, deposta la corona in un canto:
– Ecco Giovanni, – disse con voce tremula – ho fatto come desideri. Ma ora che cosa metti tra te mani della tua vecchia mamma? Con la coroncina io passavo le mie giornate, pregando, attingendo speranza e conforto, luce e serenità in questo dolce tramonto della mia vita. Che cosa metti ora tra le mie mani che riempia in modo altrettanto completo il mio cuore, la mia mente, la mia sete di Dio. Uno dei tuoi libri eruditi?… Essi non sono per me… Non li comprenderei!…
L’illustre professore ebbe un tuffo al cuore. Per tutta risposta abbracciò e baciò la sua cara vecchierella e, raccogliendo la coroncina, gliela ripose in mano dicendo:
– Mamma, forse hai ragione tu!… Prendi la tua coroncina e dilla anche per me!
Con tutta la sua scienza, il filosofo non aveva potuto trovare nulla che potesse sostituire il S. Rosario nella vita della sua buona mamma, povera di sapere umano, ma tanto ricca di fede (Riduzione da Mons. F. De santa, Mese Mariano).
Fonte: BERNADETTE E LE APPARIZIONI DI LOURDES di p. Luigi Chierotti C.M.
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