O Madre Santa, Regina delle grazie, che hai liberato citta’ e nazioni dai flagelli, dalle pestilenze e da innumerevoli sventure, ascolta la nostra preghiera.
Ti preghiamo di vegliare sulla nostra vita, sui nostri passi, sulle nostre responsabilita’, su tutti i doveri che incombono sulla nostra coscienza. Vedi, o Madre, le nostre incertezze, misura i nostri pericoli; scampaci dalla sventura di commettere il male, e difendici dalla leggerezza di tradire il nostro dovere.
Vergine soavissima, tendi il manto della tua protezione e salvaci come cosa e possessione tua. Amen. Ave Maria!
È dovere di ogni anima sollevare la mente ed il cuore a Dio, per adorarlo, per benedirlo e per ringraziarlo.
In questa valle di lacrime la preghiera è uno dei più grandi conforti che possiamo avere. Iddio ci esorta con insistenza a pregare: « Domandate e vi sarà dato » (S. Giovanni, XVI, 24). « Pregate, affinché non entriate in tentazione » (San Luca, XXII, 40). « Pregate senza interruzione » (I Tessalonicesi, V, 17).
I Dottori di Santa Chiesa insegnano che la preghiera è un mezzo senza del quale non si possono ottenere gli aiuti per salvarsi. « Chi prega, si salva, chi non prega, si danna, anzi non è necessario che il demonio lo trascini all’inferno; lui stesso ci va con i suoi piedi » (S. Alfonso).
Se quello che si domanda a Dio nella preghiera è utile all’anima, si ottiene; se non e utile, si otterrà qualche altra grazia, forse superiore a quella richiesta.
Perché la preghiera sia efficace, dev’essere fatta per utilità dell’anima ed anche con molta umiltà e grande fiducia; l’anima che si rivolge a Dio sia in stato di grazia, cioè distaccata dal peccato, particolarmente dall’odio e dall’impurità.
Molti non chiedono altro che, grazie temporali, mentre le più utili e quelle che Dio concede più volentieri sono le spirituali.
D’ordinario c’è una lacuna nella preghiera; si sogliono chiedere solamente grazie. Si deve pregare anche per altri fini: per adorare la Divinità, per bene dirla, per ringraziarla, sia per noi che per coloro che trascurano di fare ciò. Affinché la preghiera sia più accetta a Dio, si presenti per le mani di Maria, la più degna al trono dell’Altissimo. Preghiamo spesso la potente Regina e non resteremo confusi. Recitiamo sovente 1’Ave Maria, prima e dopo del cibo e del lavoro, intraprendendo qualche affare d’importanza o mettendoci in viaggio. Mattino, mezzogiorno e sera salutiamo la Vergine con l’Angelus Domini e non passi giorno senza offrire alla Madonna la recita del Rosario. È anche preghiera il canto devoto e Maria gradisce le lodi che si cantano in suo onore.
Oltre la preghiera vocale, c’è quella mentale, che si chiama meditazione, e consiste nel riflettere sulle grandi verità che Dio ci ha rivelate. La Madonna, come insegna il Vangelo, meditava nel suo cuore le parole che diceva Gesù; imitiamola.
La meditazione non è solo un dovere di poche anime che tendono alla perfezione, ma è un dovere di tutti coloro che vogliono stare lontani dal peccato: « Ricordati dei tuoi novissimi e non peccherai in eterno! » (Eccl., VII,’ 36).
Si pensi perciò che si ha da morire e lasciare tutto, che si andrà a marcire sotto la terra, che dovrà rendersi conto a Dio di tutto, anche delle parole e dei pensieri, e che ci attende un’altra vita.
In ossequio alla Madonna promettiamo di fare ogni giorno un poco di meditazione; se non possiamo disporre di molto tempo, impieghiamoci almeno un po’ di minuti. Scegliamo quel libro, che giudichiamo più utile all’anima nostra. Chi manca di libro, impari a meditare sul Crocifisso e sulla Vergine Addolorata.
Esempio
Un Sacerdote, a motivo del sacro Ministero, visitò’una famiglia. Una vecchietta, sugli ottant’anni, l’accolse rispettosamente e gli manifestò il desiderio di compiere un’opera di beneficenza.
– Sono avanzata negli anni; non ho eredi; sono nubile; vorrei aiutare i giovani poveri, che si sentono chiamati al Sacerdozio. Sono contenta io ed anche mia sorella. Se permette, vado a chiamarla. –
La sorella, di novantuno anni, serena ed arzilla, con perfetta lucidità di mente, intrattenne il Sacerdote in lungo ed interessante colloquio: – Reverendo, lei confessa?
– Tutti i giorni.
– Non tralasci mai di dire ai penitenti che facciano ogni giorno la meditazione! Quando ero giovane, tutte le volte che mi presentavo al confessionale, il Sacerdote mi diceva: Hai fatta la meditazione? – E mi rimproverava se qualche volta avveniva di ometterla.
– Un secolo fa, rispose il Sacerdote, s’insisteva sulla meditazione; ma oggi se si ottiene da tante anime che vadano a Messa la domenica, che non si diano ai divertimenti immorali, che non diano scandalo … è già troppo! Prima c’era più meditazione e per conseguenza più rettitudine e più moralità; oggi c’è poca o nessuna meditazione e le anime vanno di male in peggio! –
Fioretto.
– Fare un po’ di meditazione, possibilmente sulla Passione di Gesù e sui dolori della Madonna.
Giaculatoria.
– Vi offro, Vergine Santa, il mio passato, il mio presente ed il mio avvenire!
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