O Maria, Madre mia, io so chi devo amare dopo Dio: sei tu, Vergine Santa, Vergine piena di grazia. Io ti amo Maria, perché tu sei la Madre di Dio, la Madre di Gesù, mio Salvatore. Io ti amo, perché tu sei la Madre di tutti gli uomini, la Madre dei Santi, la Consolatrice di coloro che soffrono.
Io ti amo, Maria, perché tu sei mia Madre, la mia dolce e tenera Madre. O Maria, io sono felice di avere una mamma dolce e buona come te. O Madre mia dolcissima, voglio amarti con cuore di figlio.
Voglio essere tuo, tutto tuo, per sempre tuo. Che cosa sarei io senza dite, o Maria? Ma io
so che tu non mi abbandonerai mai! O mamma mia Maria, eccomi qui davanti a te. A te affido la mia vita.
Ti prego: guidami tu sulla via che conduce al cielo all’incontro con Gesù, tuo Figlio,
nella gioia senza fine del Paradiso. Amen.
«Un giorno due sacerdoti raccomandarono ai tre piccoli di pregare per il Santo Padre. Giacinta volle sapere da loro chi fosse il Santo Padre e per quale ragione avesse bisogno delle loro preghiere. Quelli risposero volentieri a tutte le sue domande. Da quel momento divennero tutti e tre tanto devoti del Papa che, facendo l’offerta a Gesù del loro sacrifici, non dimenticavano mai di aggiungere «è per il Santo Padre». Presero poi l’abitudine di recitare alla fine del Rosario tre Ave Maria per il Santo Padre e Giacinta ripeteva spesso: «Oh quanto vorrei vedere il Santo Padre! Viene qui tanta gente e lui non viene mai…!». Qualcuno disse loro che forse Lucia sarebbe stata chiamata a Roma per essere esaminata dal Papa. Non potevano darle gioia più grande né potevano soffrire di più i cuginetti che dicevano con le lacrime agli occhi: «Beata te! Noi non andremo… ma offriremo per lui questo sacrificio!».
Una volta, mentre nella grotta del monte dicevano le preghiere dell’Angelo, Giacinta balza in piedi e chiama la cugina: «Guarda!… Non vedi tante strade, tanti sentieri e tanti campi pieni di gente che piange per la fame e non ha niente da mangiare?… E il Santo Padre in una chiesa davanti all’Immacolato Cuore di Maria a pregare? E tanta gente in preghiera insieme a lui?».
Poi domandava se poteva dire di aver visto il Santo Padre, ma Lucia la dissuadeva perché se no si sarebbe potuto capire parte del segreto. Dice Lucia: «Quando ci misero in prigione, a Giacinta quel che costava di più era il distacco dai genitori. «Non piangere, diceva Francesco, offriamo tutto a Gesù per la conversione del peccatori». E alzando gli occhi e le manine al Cielo, fece lui l’offerta: « O Gesù, è per vostro amore e per la conversione dei peccatori». E Giacinta aggiunse: «E anche per il Santo Padre e in riparazione del peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria».
Riflessione. La Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria ci fa amare col suo amore di predilezione il Papa, il dolce Cristo in terra. I piccoli di Fatima avevano capito che l’amore al Papa è amore a Cristo e l’hanno sempre amato intensamente e i Papi hanno sempre amato e sostenuto il Messaggio di Fatima. Eccone alcuni esempi. Pio XII: «Continuino i sacerdoti a lavorare col maggiore entusiasmo nel propagare il culto di Nostra Signora del Rosario di Fatima» e fu così devoto da meritare di vedere varie volte il meraviglioso fenomeno del sole che ebbe luogo a Fatima. Giovanni XXIII continuò a elargire i suoi favori al Santuario di Fatima: «Il fiore più bello del rosario della Cova da Iria è la devozione al Cuore Immacolato di Maria per la conversione del peccatori». Approva e benedice il «Pellegrinaggio delle Meraviglie» come fu chiamato il percorso della Madonna Pellegrina di Fatima per tutta l’Italia, nel 1959. Rivolge un fervido radiomessaggio al Portogallo per l’inaugurazione del monumento a Cristo Re in Almada. Parla con affetto, nelle udienze, della sua visita a Fatima quando era cardinale, e della sua devozione al Cuore di Maria. A lui fu portata dal Vescovo di Leiria la busta scritta da Lucia, contenente il «segreto di Fatima» scritto in portoghese. Il Papa la aprì e lesse. Poi disse che aveva compreso tutto il testo. Egli stesso rimise il «segreto» in un’altra busta, la sigillò e la mandò in archivio.
Paolo VI nel primo giorno di Pontificato accennò alla «Vergine Maria che ha innalzato l’Altare di Fatima» e mandò al Santuario la croce pettorale del suo predecessore che ne aveva fatto un legato a Fatima. Ma l’avvenimento più importante fu il suo pellegrinaggio a Fatima nel 1967. In quell’occasione disse: «Esortiamo tutti i figli della Chiesa a rinnovare personalmente la propria consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e ad attuare questo nobilissimo atto di culto con una vita sempre più conforme alla volontà divina e con uno spirito di servizio filiale e di devota imitazione della celeste Regina… è tanto grande il nostro desiderio di onorare la SS. Vergine, Madre del Cristo e perciò Madre di Dio e Madre nostra, tanto grande è la nostra fiducia nella sua benevolenza verso la santa Chiesa e la nostra missione Apostolica e tanto grande è il nostro bisogno della sua intercessione presso Cristo».
Giovanni Paolo II andò in pellegrinaggio a Fatima il 13 maggio 1982: «Vengo pellegrino con la corona del Rosario in mano, il nome di Maria sulle labbra e il cantico della misericordia nel cuore». Anche Lucia era là, raggiante, perché il Papa le aveva concesso una udienza di venti minuti. E a Fatima, incastonato nella corona della Vergine, si trova il proiettile che aveva ferito il Papa proprio un anno prima, un ex voto e un ringraziamento perenne per tanta protezione.
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