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Nel primo libro della Sacra Scrittura, il Genesi, leggiamo l’episodio della visione che ebbe una notte Giacobbe, mentre era in fuga dalla casa paterna per sottrarsi alla persecuzione da parte del fratello Esaù che aveva perduto la primogenitura. Giacobbe «fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa» (Gn 28,12).
Nell’interpretazione dei Santi Padri e dei Santi, la Scala di Giacobbe simboleggia anche la Mediazione universale delle grazie di Maria Santissima, nel senso che per la Mediazione materna di Maria le nostre preghiere salgono fino a Dio, sorgente di ogni grazia, e per 1a Mediazione materna di Maria le grazie discendono dal Cuore di Dio attraverso le mani misericordiose di Maria che le distribuisce a tutti gli uomini bisognosi.
Anche il Santo Rosario viene chiamato, per questo, Scala di Giacobbe, e la corona benedetta del Rosario è paragonata alla Scala di Giacobbe per quei cinquanta grani dell’Ave Maria che somigliano ai gradini di una scala su cui salgono le nostre preghiere a Dio e discendono le grazie da Dio: e tutto avviene attraverso e per mezzo di Maria Santissima, la Madre e Mediatrice universale di tutte le grazie da dispensare agli uomini
Il beato Annibale Di Francia, grande apostolo del secolo ventesimo, Fondatore dei «Rogazionisti», ha raccomandato le devozione al Santo Rosario con zelo ardente e ha voluto paragonare il Rosario proprio alla Scala di Giacobbe con queste parole: «Il Rosario è formato di Misteri, Pater, Ave e Gloria e questi sono i vari gradini di questa scala per la quale salgono le nostre preghiere, e discendono le grazie».
Possiamo anche pensare che i grani della corona del Rosario diventano gradini della Scala di Giacobbe insieme ai venti quadri evangelici dei misteri gaudiosi, luminosi, dolorosi e gloriosi, che il Rosario presenta alla nostra contemplazione scandita dal ritmo delle Ave Maria. I venti misteri e le cinquanta Ave Maria, infatti, di posta in posta sostengono l’anima nello sforzo della riflessione e della meditazione contemplativa contro le insidie delle distrazioni che tentano di turbare la preghiera deviando i nostri pensieri e la nostra attenzione di fede e di amore.
L’immagine della scala di grazie ci aiuta a comprendere quanto importante ed efficace sia la preghiera del Rosario per ottenere grazie e benedizioni dalla Tesoriera di tutte le grazie. Se davvero animiamo la nostra fede e il nostro amore alla Madre e Dispensatrice di ogni grazia, nella recita dei nostri Rosari, non potremo non sperimentare anche noi la verità della fecondità di questa preghiera mariana prediletta dalla Madonna e voluta come scala di grazie proprio da Lei, che il papa Leone XIII chiama, appunto, «Inventrice» del Santo Rosario.
Ma è necessario, è indispensabile, intanto, che recitiamo il Santo Rosario, e che lo recitiamo soprattutto nelle cose più difficili, e che lo recitiamo bene, con attenzione, senza stancarci o scoraggiarci se la grazia o le grazie non arrivano subito. Si sa che tante volte è proprio dal numero dei Rosari e dalla perseveranza nel recitarli che dipende l’ottenimento di una sospirata grazia. Noi vorremmo tutto facile e a poco prezzo.
Una volta san Massimiliano Maria Kolbe, trovandosi in Cina per un impegno importante, si trovò in mezzo a difficoltà impreviste e insuperabili. Ci sarebbe stato solo da scoraggiarsi. Ma il Santo aveva il suo segreto potente. Difatti, scrive lui stesso che cosa fece: «Allora ho recitato molti rosari», e poco dopo, infatti,… «tutte le difficoltà si sono dileguate in modo insperato una dopo l’altra. Gloria all’Immacolata!».
Possiamo pensare anche alla Scala bianca di cui parlano le Fonti Francescane, presentandoci un gruppo di frati impegnato a salire verso il cielo su una Scala rossa alla cui cima Gesù è in attesa dell’arrivo dei frati. Ma i frati non reggono alla salita, e cadono l’uno dopo l’altro, appena saliti pochi gradini della Scala rossa. Allora san Francesco esorta i frati a salire per la Scala bianca, alla cui cima si trova la Madonna. Su questa scala, infatti, i frati riescono a salire più agevolmente, raggiungendo tutti la cima per entrare in Paradiso.
Così è la corona del Santo Rosario: è una scala di grazie, e di tutte le grazie. Non c’è nulla, infatti, che non si possa chiedere, e non c’è nulla che non si possa ottenere con il Santo Rosario. Tocca a noi, però, adoperare questa santa corona senza pigrizie o indolenze, recitando il Rosario per far salire la nostra preghiera e far discendere le grazie dalle mani della Madre di ogni grazia.
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