O Vergine Immacolata, Madre di Dio e nostra, Assunta in Cielo, dove dispensi le grazie, ascolta la nostra umile preghiera. Tu che sei apparsa piu’ volte, circondata da celesti splendori, a portare i tuoi messaggi a fanciulli innocenti, chiama ancora dalle nostre case, dai nostri oratori, dai campi e dalle officine, dalle scuole e dagli uffici una falange di giovani perche’ portino nel mondo il Vangelo e la Grazia del tuo Gesu’.
O dolcissima Regina degli Apostoli, che hai maternamente educato e formato le prime vocazioni del regno di Dio, suscita nel cuore dei nostri giovani la vocazione al sacerdozio. Dona ad essi la forza per vincere ogni ostacolo, il coraggio per piegare ogni difficolta’, l’aiuto per trovare i mezzi necessari onde raggiungere il Seminario.
Custodisci, o Madre Santa, le vocazioni nella pieta’, nella purezza, nella generosita’, accendi in esse l’ardore della carita’ per i bimbi, per gli ammalati, per i poveri, cosi’ che si formino nell’imitazione del tuo Figlio, che vive e regna nell’unita’ del Padre e dello Spirito Santo, Dio, per tutti i secoli dei secoli.
Amen. Ave Maria!
La Vergine aveva promesso ai tre pastorelli di Fatima dì apparire insieme alla Sacra Famiglia e così ha fatto nel mese di ottobre. I piccoli riferiscono di aver visto la Madonna con San Giuseppe e Gesù Bambino, vestito di rosso, segno dell’amore che nutre per noi. Anche questa visione rientra nella pedagogia di Maria che vuole mostrare al mondo il ruolo importante che San Giuseppe ha nel piano di Dio e nella formazione spirituale delle anime. Egli è stato il primo consacrato a Maria, ha vissuto in modo perfetto l’amore e lo ha comunicato dall’interno della Sacra Famiglia perché si irradiasse su tutte le famiglie e fosse il fondamento di un cammino interiore fatto di silenzio, di umiltà, di sacrificio, di dedizione ai disegni di Dio.
San Giuseppe perciò può essere la guida speciale della nostra consacrazione a Maria e può aiutarci ad entrare nel mistero della Famiglia di Nazaret dove si respira fede, speranza e carità.
“Nello stesso modo in cui ha realizzato la maternità di Maria, la Chiesa deve realizzare la paternità di Giuseppe, ritrovare le tracce dell’obbedienza di Gesù, accettare gli esercizi pratici scendendo a Nazaret, dove ci attende la semplicità divina. Perché non c’è alcun dubbio che Maria e Giuseppe insieme costituiscono il segreto di questa semplicità (…). La conversione, il distacco dal mondo falso del male e della menzogna è la specialità di Giuseppe, colui che ci fa “morire” alla follia del peccato.
La calma del cuore che obbedisce è quella di Maria, sottomessa al suo sposo. La perfetta fiducia nell’amore del Padre è vissuta per noi da Gesù. Accanto a Giuseppe si vivono con naturalezza quelle meraviglie indispensabili e impossibili per noi. Fin dai primi istanti delle apparizioni a Lourdes come a Fatima, si impara un’arte nuova nel fare il segno della croce e nel fare gesti di penitenza (…). Soltanto coloro che sono autorizzati da Giuseppe entrano nell’intimità della Sacra Famiglia: i pastori, i Magi, Simeone, Anna… Quelli di cui diffida, come gli indiscreti, i soldati di Erode che vogliono agire contro il suo Bambino, sono tenuti a distanza oppure non riescono a capire quel che di grande sta avvenendo» (cfr. Doze).
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