31 ottobre: Morire con il Santo Rosario (per vivere in eterno)
È certamente una grazia particolare andare incontro alla morte con la corona del Santo Rosario fra le mani. Parecchi Santi l’hanno chiesta e l’hanno ottenuta. Stringere la corona del Rosario fra le mani significava per loro stringere la mano stessa della Madonna che li assisteva nei travagli della morte per condurli poi in Paradiso.
È significativo l’esempio del beato Stefano Bellesini, agostiniano, devotissimo della Madonna del Buon Consiglio e della Madonna del Rosario. Egli amava particolarmente portare sempre indosso la corona del Rosario per baciarla spesso e per segnarsi con essa. Col passare degli anni, egli chiese alla Madonna di poter morire con una malattia che non gli turbasse la lucidità della mente, in modo da poter recitare le sue preghiere preferite, specialmente la Coroncina a Maria Santissima della Cintura e la corona del Santo Rosario.
Il Beato fu esaudito pienamente dalla bontà del Cuore della divina Madre, che riempiva tutta la sua vita, e il pittore del beato Stefano, dovendo preparare un quadro, ha potuto ritrarlo proprio così, tutto raccolto in preghiera dinanzi all’immagine della Madonna del Buon Consiglio, mentre sgrana piamente la corona del Santo Rosario.
L’ultimo giorno della sua vita, infatti, il beato Stefano potette trascorrerlo in tutta tranquillità pregando senza interruzione con la Liturgia delle ore, con i Salmi penitenziali, con la meditazione sulla Passione e Morte di Gesù, con la novena della Purificazione, con la coroncina alla Madonna della Cintura e con la corona del Santo Rosario. Quando il Beato stava per iniziare la coroncina alla Madonna e la corona del Santo Rosario, il padre Priore, pensando che fosse troppo stancante, gli consigliò di potersi dispensare da quelle due corone; ma il Beato gli rispose subito con molta serietà e dolcezza: «Come volete che io compaia al Tribunale di Dio senza aver recitato prima la Coroncina della Madonna, e il Rosario con le Litanie?». E così, poco dopo la recita del Santo Rosario, il Beato placidamente passò da questa vita sulla terra alla vita del Regno dei Cieli.
Anche san Luigi Maria Grignion da Montfort raccomandava a tutti senza stancarsi: «Recitate ogni giorno l’intero Rosario, perché al momento della morte benedirete il giorno e l’ora in cui mi avrete creduto».
Al Rosario l’ultimo bacio della vita
Vogliamo chiedere anche noi la grazia di poter morire con il Santo Rosario fra le mani? Ma, per questo, dobbiamo sforzarci di amare la santa corona, di portarla sempre con noi, di venerarla e di usarla santamente con la recita del Rosario più frequente possibile; e magari ogni sera, prima di addormentarci, seguire la raccomandazione di santa Bernardetta che diceva: «Alla sera, quando andate a dormire, prendete la corona; addormentatevi recitandola; farete come quei bambini che si addormentano chiamando con voce sempre più fioca: mamma… mamma». Dio voglia che si possa morire proprio così, con la corona in mano, invocando la divina Mamma!
Se siamo fedeli alla recita giornaliera del Santo Rosario, dobbiamo ricordare anche la riflessione che scrisse il beato Columba Marmion sui sentimenti da avere nell’ora terribile del passaggio da questo mondo al cospetto di Dio, come lui stesso sperimentò. Scrive infatti il beato Marmion: «Se ogni giorno abbiamo ripetuto spesso alla Vergine: “Madre di Dio pregate per noi… adesso e nell’ora della nostra morte”, quando sarà l’istante in cui l’adesso e l’ora della nostra morte saranno un solo e stesso momento, saremo sicuri che la Vergine non ci abbandonerà».
Nella vita di san Giovanni Battista De Rossi si legge che, essendo moribondo, durante uno svenimento, un sacerdote suo devoto ne approfittò per prendersi la corona del Rosario. Non appena il Santo si riebbe, però, si rese subito conto di non aver più la corona del Rosario e la chiese con ansia per potersi presentare al giudizio di Dio tenendola fra le mani.
Noi siamo in molti, forse, a ricordare la salma di san Pio da Pietrelcina, esposta per più giorni nel santuario mariano di San Giovanni Rotondo. Il Santo stigmatizzato aveva la corona del Rosario fra le mani: quella corona della Madonna da lui venerata e adoperata come forse nessun Santo mai ha fatto, quella corona che è stata la compagna più fedele della sua vita di preghiera e del suo ministero apostolico, quella corona su cui egli ha fatto passare fiumi di Ave Maria per ottenere fiumi di grazie e di benedizioni per tutti; con quella corona benedetta egli ha chiuso la sua lunga vita crocifissa passando dalla terra al Cielo.
Amiamo anche noi il Rosario perché ci accompagni in vita, ripetendo anche noi con il beato Bartolo Longo: «O Rosario benedetto di Maria… tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne».