La mia speranza? I giovani che vedo qui a Cracovia. È felice l’arcivescovo di Manila, il cardinale Luis Antonio Tagle, alla vista delle centinaia di migliaia di giovani che stanno partecipando con fede ed entusiasmo alla Gmg in Polonia. Il nostro inviato Alessandro Gisotti gli ha chiesto di tracciare un bilancio di questa 31.ma Giornata:
R. – Ogni celebrazione della Gmg è unica. Per me è un’esplosione della grazia di Dio. Per me è sempre impressionante vedere questo aspetto della vita umana, quello della gioventù: un periodo che passa, ma un periodo pieno di grazia e di opportunità per amare e per servire. Guardare i giovani radunati dalla fede al Signore, che è amore, che è misericordia, mi dà speranza per il mondo, per la cultura contemporanea, per il futuro del mondo, della società e per il futuro della Chiesa. Ero molto commosso!
D. – Il Papa ha detto: “La Chiesa vuole imparare da voi e anche il mondo vi guarda”. Una responsabilità grande per i giovani…
R. – Sì. Non solo come persona, ma anche come vescovo, come cardinale ho imparato tante cose dai giovani, specialmente dai giovani fra le famiglie povere, le famiglie che soffrono: loro sono i miei grandi insegnanti.
D. – La Caritas è presente qui alla Gmg e ci sarà anche un dono che verrà fatto al Papa dalla Caritas Polonia: due case che verranno benedette (sono state benedette oggi – ndr) dal Santo Padre nell’ultimo giorno della Gmg…
R. – Sì. C’è anche un altro dono: la Caritas Polonia ha il progetto di mandare una clinica mobile per i rifugiati siriani in Libano. Questo è un frutto della carità del popolo polacco, che viene specialmente dalle famiglie e dai giovani.
D. – Quali sono le sue speranze per il dopo Gmg? Quali frutti, secondo lei, potrà dare ai giovani di tutto il mondo, che sono venuti qui a Cracovia?
R. – La mia speranza è che il Signore dia la forza ai giovani. Speriamo che i giovani aprano sempre i loro cuori al Signore, perché il Signore dà la forza per essere misericordiosi, per essere rispettosi e sempre aperti agli altri, agli stranieri e ai sofferenti. Questa, per me, è la speranza.
Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)