Papa Francesco ha approvato nel giorno del suo compleanno il miracolo attribuito a Madre Teresa di Calcutta e ha disposto di promulgarne il decreto. Ne dà notizia il sito del quotidiano cattolico Avvenire. «Si chiude così – scrive la vaticanista Stefania Falasca – l’iter del processo super miro per “l’apostola degli ultimi”, che sarà canonizzata con ogni probabilità il 4 settembre, nell’Anno Santo della Misericordia. La data verrà resa pubblica nel prossimo Concistoro». Tre giorni fa, il 15 dicembre, il caso di guarigione straordinaria era stato sottoposto alla valutazione ultima del congresso dei vescovi e cardinali riuniti in Congregazione, che hanno espresso il loro giudizio pienamente positivo.
Il 5 settembre sarà un lunedì ed è il centoseiesimo anniversario della nascita di Teresa, al secolo Anjëzë Gonxhe Bojaxhiu, la religiosa nata a Skopje in Albania e divenuta simbolo dell’amore per gli ultimi tra gli ultimi nelle strade di Calcutta. È molto probabile, appunto, che la canonizzazione avvenga il giorno precedente, cioè domenica 4 settembre.
Il miracolo che porterà sugli altari la beata albanese è la guarigione scientificamente inspiegabile di un uomo brasiliano all’ultimo stadio di un tumore maligno al cervello. Il completo ristabilimento di un fedele della diocesi di Santos è avvenuto dopo che il malato aveva pregato intensamente Madre Teresa: dalle Tac è improvvisamente e inspiegabilmente scomparso il cancro che si era ormai esteso a un’ampia porzione del cervello.
NEL BUIO DELLA NOTTE L’oscurità accettata come dono
Cosa successe dopo che Madre Teresa disse il suo sì all’ispirazione divina che la chiamava a lasciare tutto per mettersi a servizio dei più poveri dei poveri? Il mondo ha conosciuto bene ciò che avvenne intorno a lei – l’arrivo delle prime compagne, l’approvazione ecclesiastica, il vertiginoso sviluppo delle sue attività caritative -, ma fino alla sua morte nessuno ha conosciuto ciò che avvenne dentro di lei.
Lo hanno rivelato i diari personali e le lettere al suo direttore spirituale, resi pubblici in occasione del processo di beatificazione: “Con l’inizio della sua nuova vita a servizio dei poveri, una opprimente oscurità venne su di lei”. Bastano alcuni brevi stralci per darci un’idea della densità delle tenebre in cui si venne a trovare:
“C’è tanta contraddizione nella mia anima, un profondo anelito a Dio, così profondo da far male, una sofferenza continua – e con ciò il sentimento di non essere voluta da Dio, respinta, vuota, senza fede, senza amore, senza zelo… Il cielo non significa niente per me, mi appare un luogo vuoto”.
Non è stato difficile riconoscere subito in questa esperienza di Madre Teresa un caso classico di quello che gli studiosi di mistica, dietro S. Giovanni della Croce, sono soliti chiamare la notte oscura dello spirito. Taulero fa una descrizione impressionante di questa tappa della vita spirituale:
“Allora veniamo abbandonati in tal modo da non aver più nessuna conoscenza di Dio e cadiamo in tale angoscia da non sapere più se siamo mai stati sulla via giusta, né più sappiamo se Dio esiste o no, o se noi stessi siamo vivi o morti. Cosicché su di noi cade un dolore così strano che ci pare che tutto quanto il mondo nella sua estensione ci opprima. Non abbiamo più nessuna esperienza né conoscenza di Dio, ma anche tutto il resto ci appare ripugnante, sicché ci pare di essere prigionieri tra due mura”.