Per questo – come riporta Tempi – ha dato alle stampe un libro che narra storie bizzarre. Uno dei protagonisti sembrerebbe essere un cavallo, che però si identifica come un cane e vuole agire di conseguenza: rosicchia gli ossi, insegue i gatti e gioca a palla.
Oltre al cavallo, la crisi di identità ce l’ha anche la casalinga. Si tratta in realtà di un uomo, che tornando a casa dopo una giornata di lavoro si veste da donna, indossando la gonna, mettendosi il rossetto e lavorando a maglia. I due strani personaggi servirebbero – nell’intento dell’autrice – a indurre i bambini a pensare che “possono essere ciò che vogliono”.
Alla tv di Stato svedese Svt l’autrice ha dichiarato: “Quando ho chiesto se gli uomini possono mettersi il rossetto e portare la gonna, mi hanno risposto: ‘Sì’. Ognuno è come si sente di essere. Questa è la cosa migliore”.
Il libro è uscito ad ottobre 2017. Secondo quanto riferisce l’autrice, è stato accolto con favore sia dagli insegnanti di scuola materna che dai librai che lavorano con i bambini. Non c’è da stupirsi. Nell’ottobre scorso ha fatto scalpore la notizia secondo cui le scuole materne di Stoccolma Nicolaigarden and Egalia hanno deciso di rimuovere completamente i termini “bambino” e “bambina” e qualunque altro termine possa far riferimento all’identità sessuale naturale, sforzandosi di chiamare sempre ogni alunno per nome o usando il pronome di genere neutro “hen”.
Ma che il Paese scandinavo rimanga all’avanguardia sul tema del gender lo dimostra, in modo ancora più eloquente, quanto ha deciso la Chiesa di Svezia. L’arcivescovo donna Antje Jackelen, a capo dell’istituzione religiosa, ha infatti chieso ai fedeli di usare un linguaggio neutro quando ci si riferisce a Dio. “Dio va al di là del concetto di genere, Dio non è umano“, ha detto.
Fonte: InTerris