La prima opera di misericordia spirituale è quella di dare un buon consiglio a chi ne abbia bisogno. Questo è l’atto di carità con cui si esorta, si persuade, si prega, s’indirizza il prossimo a far qualche bene che non farebbe, o a fuggir qualche male che commetterebbe, se non gli si desse quel buon consiglio.
Conviene, però, avvertire che, come non è tenuto a far elemosina chi è povero e non ha modo di farla, oppure non c’è chi ne abbisogna, così non sono tenuti a dar consiglio quelle persone che non hanno capacità né cognizioni sufficienti, anzi, quand’anche fossero ricercate, non si devono rischiare a darlo per il pericolo di sbagliare, specialmente se si trattasse di materia difficile, come sarebbe la legge divina e la direzione delle coscienze, per le quali cose si deve ricorrere ai ministri di Dio, ai sacerdoti, essendo essi coloro che devono interpretare e spiegare le leggi e dirigere le coscienze.
Tra questi, non scegliere i confessori più faciloni e i più benigni, quelli cioè che conducono per la via larga e che favoriscono la libertà e l’amor proprio, ma scegliere quelli che ci aiutano a combattere le nostre passioni, e ci impegnano a rinnegare la nostra volontà, a camminare sulla via stretta dell’obbedienza cieca a chi comanda, e della santa umiltà che di nulla mai si lamenta; questa via secondo la dottrina di Gesù Cristo, è quella che conduce alla gloria del Cielo, quantunque pochi sappiano percorrerla.
Redazione Papaboys (Fonte www.novena.it)