Julen, per il bimbo nel pozzo speranze troppo ridotte: «Impossibile liberarlo prima di lunedì». Forse è troppo tardi
Per il piccolo Julen potrebbe essere troppo tardi. Le speranze di ritrovare ancora in vita il bimbo di due anni caduto in un pozzo vicino Malaga cinque giorni fa sono ormai ridotte al lumicino: colpa delle complicazioni nelle complesse operazioni di salvataggio. Il pozzo, di 23 centimetri di diametro e 110 metri di profondità, si trova vicino Totalán, in Spagna. Le operazioni però sono lunghe e difficili, anche perché, cadendo, il bambino ha trascinato con sé un mucchio di pietre e terra che ostruisce il condotto a 71 metri di profondità.
Il piano iniziale di realizzare un tunnel orizzontale al pozzo di prospezione, profondo 110 metri, in cui è precipitato Julen è stato sospeso per l’instabilità del terreno, secondo quanto ha comunicato oggi ai media Angel Garcia, il rappresentante dell’Ordine dei Minatori di Malaga, consulente delle operazioni. La nuova previsione è «di cominciare oggi a mezzogiorno o nelle prime ore del pomeriggio» la perforazione del primo di due condotti verticali e paralleli al pozzo di prospezione, per accedere a bambino attraverso piccole gallerie orizzontali.
Il portavoce non ha escluso che il salvataggio non possa essere portato a termine prima di lunedì. Sul posto è giunta anche la Stockholm Precision Tools AB, la compagnia svedese che riuscì a localizzare 33 minatori cileni bloccati 69 giorni sotto terra dopo una frana. Un’operazione che potrebbe richiedere anche quattro giorni, secondo il responsabile dei soccorsi, l’ingegnere Juan Lopez Escobar.