Pier Giorgio Frassati, giovane Beato della Chiesa, era uno studente universitario simpatico e brillante nella sua vivace testimonianza di cristiano coerente e franco, che non temeva gli affronti e non rifuggiva dal sostenere la sua fede adamantina senza complessi né di inferiorità né di superiorità.
Un giorno, infatti, a Torino, camminava per la strada con la sua bella corona del Rosario in mano, che gli impediva di perdere tempo, impegnandolo interiormente a trasformare in preghiera i suoi passi svelti verso casa. Ad un certo punto incontrò un gruppetto dei suoi giovani compagni di Università, e uno di questi, vedendo la corona del Rosario nella mano di Pier Giorgio, esclamò ad alta voce:
«Oibò, Pier Giorgio, sei mica diventato bigotto?…».
«No no – fu la pronta risposta di Pier Giorgio – sta pur tranquillo che sono rimasto semplicemente cristiano».
Bella la risposta, chiara come la luce dell’alba. Un cristiano che non sia figlio di Maria non è certamente fratello di Gesù Cristo, «il Primogenito tra molti fratelli», come insegna san Paolo Apostolo (Rm 8,29). E il Rosario è un segno evidente del legame che unisce il vero cristiano alla divina Madre di Cristo e dei cristiani.
In più, il Rosario serve a manifestare la realtà e il contenuto della propria fede, ossia il credere nel mistero di Dio Uno e Trino (che si rivela nell’Annunciazione, nella Trasfigurazione, nella Glorificazione del Paradiso), il credere nei misteri di Cristo e di Maria, che sono i misteri dell’Incarnazione (misteri gaudiosi) e della Rivelazione (misteri luminosi), i misteri della Redenzione (misteri dolorosi) e della Resurrezione con la Glorificazione eterna (misteri gloriosi).
Il Rosario è la più semplice e splendida sintesi di tutto il patrimonio della nostra fede cristiana, presentata al vivo nei quadri evangelici della vita di Gesù e di Maria Santissima, vissuta a Nazaret e a Betlemme, sul Calvario e in Paradiso. Davvero, come diceva il papa Pio XII, il Rosario è «il compendio di tutto il Vangelo», è «il compendio della vita cristiana», tutta secondo Dio; e il beato Ildefonso Schuster diceva che il Rosario è «il Salterio del popolo».
La corona del Rosario al collo
Quanta insensatezza, perciò, in tutti coloro che credono di fare bene togliendo la corona del Rosario dalle mani dei fedeli, credendo o temendo che il Rosario non alimenti la vera fede, affermando che, dopo la Santa Messa e la Liturgia delle ore, ci sono altre preghiere o pratiche di pietà più valide del Rosario per alimentare la vita di preghiera dei fedeli. Dovremmo tutti ricordare, invece, che il papa san Pio X considerava il Rosario «orazione per eccellenza» e il papa Paolo VI lo definiva «orazione perfetta» per vivere secondo la fede più pura e genuina, la fede tutta evangelica e santa.
Proprio per questo il Rosario è la preghiera della vita di fede vissuta nella grazia di Dio alla scuola di Maria Santissima. Proprio da Lei, con il Rosario, si impara a testimoniare la propria fede, la vera fede, quella fede che confonde tutte le eresie che imperversavano ieri e che imperversano oggi, a causa dei «falsi maestri» di ieri e di oggi, da cui ci mettevano in guardia già san Pietro (2 Pt 2,1) e san Paolo (2 Tm 4,3).
Nella vita travagliata di sant’Ignazio di Loyola, ai tempi della devastazione della fede cattolica operata dal Protestantesimo, capitò che un giorno, trovandosi il Santo a passare con i suoi primi ardenti compagni per una città della Svizzera, dove le Chiese erano state profanate dai protestanti, il popolo, rimasto fedele alla Chiesa cattolica, a vederli, esultò, riconoscendoli come cattolici perché portavano al collo la corona del Santo Rosario, che gli eretici avevano proibito prima di ogni altra cosa, condannando espressamente la corona del Rosario come «segno distintivo del cattolico».
Oggi siamo nelle stesse condizioni? C’è da rispondere che forse siamo in condizioni peggiori, perché non solo gli eretici – protestanti e non protestanti -, ma troppo spesso anche gli stessi Pastori e alcuni Gruppi ecclesiali della Chiesa cattolica hanno rinnegato il Rosario, nonostante i grandi richiami del papa Giovanni Paolo II che lo presenta come la sua «preghiera preferita» e la preghiera più urgente per i grandi bisogni dell’umanità in travaglio. Seguiamo gli esempi dei Santi e siamo anche noi ben fieri di testimoniare la nostra perenne fede cattolica mostrando a tutti e ovunque la corona del Santo Rosario.
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